SCENA VIII.

ARLECCHINO, inosservato, dalla destra del teatrino. Detti.

Capit. (mostrando un punto in aria). — Già, dalla paura... La vedete quella nuvoletta piccola piccola, che starebbe nel grembialino di Colombina, e corre giù giù verso la fine del mondo?

Colomb. — Quello è quanto rimane di Arlecchino?

Pant. — Povareto!

Dott. — Ma già, se non finiva in nebbia oggi, finiva in polvere stassera lui ed il suo Burbero!

[242] Pant. — No digo che se lo meriteria; ma che bisogno gh'avemo nù de sta rassa de can de poeti per farse applaudire, quando n'avemo d'avanzo delle nostre entrate e sortite di scena? Pistolotti, digo mi, pistolotti a sogèto; smorfie, lazi a volontà, e po' basta!

Colomb. — A me, non avessi altro, basta la canzonetta allegra e l'ardita furlana. Tra la la là!

Capit. — Io non ho che da aprir bocca perchè il pubblico dalla paura si metta subito ad applaudirmi.

Dott. — E io, più voglio parlare sul serio, e più faccio ridere!

Capit. — Dunque, viva noi e abbasso i poeti, gente incontentabile.

Dott. — Che vuol sempre esser chiamata fuori...

Colomb. — Mentre non merita che d'esser messa dentro!

Gli altri (meno Arlecchino). — Brava! Abbasso!

Capit. — Sì, abbasso tutti i poeti e in particolare... (vede Arlecchino che gli si pianta davanti agitando la bàtola) evviva Arlecchino!

Arlec. — Abbasso Arlecchino con tutte le teste di legno pari vostre, e viva Goldoni; sì, Goldoni, che per il primo ha dato all'Italia un teatro suo; Goldoni che ha fatto di più lui solo per render simpatica la nostra Venezia, che non tutti assieme gli artisti e scrittori del mondo; Goldoni, che col Burbero ha la gloria splendidissima di aver ricondotto nel paese istesso di Molière il gusto e l'amore della naturalezza e della verità!

Gold. — È troppo! Basta, figliuoli...

Arlec. — Sì, è vero, Goldoni ha fatto della nostra commedia a braccia colle maschere... quello che il Capitano disse d'aver fatto di me...

Capit. — Per ridere!

Arlec. (seguitando). — Ma, mentre nessuno rimpiange la nostra commedia così recente e si dimenticano i meglio autori, l'Italia applaude ora, come venti, trenta e quarant'anni fa, il Cavalier di spirito...

Colomb.Pamèla...

Pant.Sior Todaro Brontolon...

Capit.Le barufe ciosote...

[243] Dott.L'avvocato Veneziano...

Arlec.Il bugiardo...

Colomb.La sposa sagace...

Pant.Il curioso accidente...

Capit.Le gelosie di Lindoro...

Dott.Terenzio e Molière...

Arlec.Il campièlo...

Colomb.Gl'innamorati...

Pant.L'impresario delle smirne...

Capit.La bottega da caffè...

Dott.La vedova scaltra...

Arlec.Le donne curiose...

Ricc.La bona mare...

M. Far.La locandiera...

Agir.I pettegolezzi...

Signora Rin.Le tre della villeggiatura...

R. Fari.L'ultima notte di carnevale...

Rinaldi.La moglie saggia...

Ant.Il ventaglio...

Bouch.La casa nova...

Leg.I rusteghi...

Nicol. — E Il burbero benefico! (abbraccia Goldoni).

Tutti (meno Goldoni). — Viva Goldoni! (applausi entusiastici)

Gold. — Basta! Basta!

Gli altri (seguitando l'ovazione). — Viva molti altri anni!

(Violenta scampanellata dal fondo, che tronca all'istante gli applausi e gli abbracciamenti)

Pier. — Corro io! (esce dal fondo correndo)

Ant. — (Non può ancora essere il desinare). (s'avvia al fondo)

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