SECONDA LETTERA

Del Sig. Marco Velseri al Sig. Galileo Galilei.

MOLTO ILL. ET ECC.MO SIG. OSS.MO

GROSSA vsura paga V. S. per dilazione di poco tempo, mandandomi in risposta di poche righe di lettera sì copioso e diffuso discorso. Lo lessi, anzi, posso dire, lo diuorai, con gusto pari all'appetito, e desiderio che ne haueua; & le affermo, che mi seruì d'alleuiamento di vna longa, e dolorosa indisposizione, che mi trauaglia straordinariamente nella coscia sinistra; non hauendo sin'hora i Medici saputo trouarui efficace rimedio, anzi hauendomi detto vno de principali in termini molto chiari, che i primi della professione haueuano lasciato scritto di questo male: Alij aegrè curantur, alij omnino non curantur: di che conuiene rimettersi alla paterna dispositione della bontà d'Iddio: Dominus est faciat quod est bonum in oculis suis. Ma troppo mi diffondo in materia maninconica, torno a dire, che il discorso mi fù caro sopra modo, e per quel poco, ch'io posso discernere in questo proposito, mi pare scritto con si buone e fondate ragioni, spiegate modestissimamente, che Apelle, con tutto che V. S. contradica per lo più alla sua opinione, se ne debbe stimare onorato molto. Ci vorrà del tempo à farlo capace del contenuto, poiche non intende la lingua Italiana, e gl'interpreti intendenti della professione, come il bisogno richiede, non sono sempre alla mano; mà si cercherà di superare ancora questa difficoltà. Hò scritto al Clarissimo Sig. Sagredi, e lo replico à lei, che se io fussi in Città, doue si ritrouassero Stampatori Italiani spererei d'impetrare dalla gentilezza di V. S. di poter publicar subito questa fatiga, credendo di poterlo fare sicuramente; poiche essa procede con maniera tanto giudiziosa, e circonspetta, che quando bene si scuopra all'auuenire in questo proposito cosa, alla quale di presente noi non pensiamo, non sarà mai tassata di precipitanza, nè di hauer affermato cose dubbie per certe: e sarebbe benefizio publico, che di mano in mano vscissero trattatelli circa questi noui trouati, per tenerne la memoria fresca, e per potere inanimire maggiormente altri ad applicarui la loro industria, essendo impossibile che tanto gran macchina sia sostentata dalle spalle di vna sola persona, quantunque gagliarda. Prometterò ad Apelle, sopra la parola di V. S., le osseruazioni e disegni delle macchie solari di assoluta giustezza, che so da lui saranno stimate come vn tesoro. Io per ora non mi posso più diffondere, e resto con baciarle la mano, e pregarle ogni bene. Di Augusta, il primo di Giugno 1612.

Di V. S. molto Illustre, & Eccellentiss.

Seruitore affettionatiss.

Marco Velseri.

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