Delle molte doti della magnifica, et illustre città di Brescia, & del suo Paese

Proemio di M. Agostino Gallo,
Nobile Bresciano;

Al quale seguono poi le tre Giornate delle honeste commodità, & de gli honorati piaceri, che si cavano dalla Villa.

Dapoi che con l’aiuto di Dio ho finito di esplicare i diversi riti dell’ Agricoltura, cavati dalla pratica, in diciasette Giornate, ho pensato anco di palesar’in tre altre, non solamente quanto è dolce, & buona cosa all’huomo prudente, l’habitar più tosto nella Villa, che nella Città; ma ancora le molte doti della mia Patria, & quanto è la fama de’ nostri cittadini, & contadini nel coltivar con buona intelligentia tutt’il paese. Il quale, non ostante che circondi poco meno di trecento miglia, & che i monti, i colli, le valli, e le campagne siano assai più de’ campi fertili; tuttavia, per esser’habitato da piu che settecento milia creature humane, è talmente ben coltivato, che di sterile, meritamente acquista il nome dì fertilissimo. Questo chiaramente si vede, che si come si trae da i monti, & dalle valli gran copia di legne, & non poca somma di fieni, di castagne, & d’altri frutti; cosi si colgono da i colli buoni frumenti, perfetti ogli, ottime bevande; & specialmente da quei di Cellatica, & di Limone; luoghi in vero che fanno le migliori vernaccie di tutta Italia. Et oltra i tanti vini, & grani che produce il piano di Piedimonte, di Franciacurta, & delle terre vicine; non minori sono le utilità, che prestano le campagne per li molti armenti che vi pascono nel mese di Maggio, & di Settembre; & per la gran copia di biade diverse che vi si raccogliono.

Poi chi potrebbe mai esprimere la grandissima fertilità delle innumerabili possessioni, che ampiamente si adacquano? Le quali non solamente rendono gran copia di grani, fieni, vini & legne; ma abondano talmente di lini bellissimi che avanzano tutto il resto di Lombardia.

Non sono ancora maravigliose le doti della Riviera Salodiana? La quale produce gran quantità di vini, di ogli; se ben mediocremente di biade, e di fieni: Oltra che la parte che riguarda verso Trento è ricca di cedri, di limoni, & d’aranci: Cedri poi che avanzano in bontà tutti gli altri d’Italia. Et ben certamente questo si può domandare sito amenissimo; sì per lo purgatissimo aere, & per la bellezza di quei bene ordinati giardini, come per la vaghezza di quei fertili colli, & di quel sì grande, sì profondo, & sì superbo lago Benaco, attorniato da tante belle Ville, & vaghi monti, forniti di vari arbori fruttiferi, & in gran parte di pratarie, che per molti mesi pascono infiniti animali. Prospettive veramente attissime per satisfar ogni curioso spirito, per allegrare ogni tristo animo, & per ricreare ogni affaticato intelletto: Senza che’l detto lago abonda di buoni pesci, & particolarmente di carpioni delicatissimi, i quali non si trovano in altri paesi. Oltra di ciò non è questa quella Patria che raccoglie di tutte quelle cose, che in specialità producono gli altri paesi d’Italia? Anzi che in alcune cose è superiore à loro: Come ben si vede, che si come il signor’Iddio le dona quanto le bisogna de frumenti, segale, farri, legumi, migli, panichi, meliche, vene, spelte, vini, carni, & pesci (concedendole ancora in parte, lane, sete, canapi, cere, meli, ogli, zaffarani, & guadi) cosi la fa talmente abondare di ferri, acciali, lini, vernaccie, castagne, cedri, limoni, aranci, lumache, & formaggi delicati, che ne comparte non poca somma à gli altri paesi. O bene aventurata Patria, poi che non solo è dotata di tutte queste cose, ma ancora per natura, ama, celebra, & essalta questa nobile arte dell’Agricoltura; mostrando à tutto il Mondo con quai modi si possono levare da i salvatichi monti, da gli inculti colli, dalle deserte valli, & dalle foreste campagne, i velenosi sterpi, gli aspri ruschi, gli acuti stecchi, gli spinosi vepri, & ridurgli in folti boschi, in utili vignali, in floridi prati, & in campi abondanti di grani, & di lini. Cose che per certo l’arricchiscono grandemente per esser coltivata homai tutta quella parte del suo paese, che si può lavorare, poco meno d’un bel giardino. Ma poi che io sono entrato nel gran pelago delle sue lodi, che ha per le doti innumerabili, ricevute dalla Natura, come se le fosse unica figliuola; perche non debbo io narrarne ancora alcune altre, benche in tutto non si aspettino all’Agricoltura? Come prima si può dire del lago Sebino modernamente detto d’Iseo, ilquale è ricco di buoni pesci, & circondato parte da’ monti vestiti di boschi, & parte da’ colli ben vignati, bene olivati, & ben forniti di varii frutti? Poi mirando le tante ville, che vi sono intorno, & le vaghe vedette di monti, & colli che lo cingono; & similmente la bella isoletta di Peschiera postavi nel mezo; adorna dalla forte Rocca del molto illustre, & strenuo Sig. Girolamo Martinengo, nel vero non si può negare, ch’egli non sia & per natura, & per arte bellissimo.

Parimente vi è il bel lago d’Idro, ilquale ancor che sia più tosto de’ piccioli, che de’ grandi, nondimeno è maraviglioso, sì per esser circondato per diciotto miglia, da’ monti alti, arditi, pendenti, & minacciosi; come ancora perche e talmente situato, che si può con uno sguardo considerare la sua tranquillità, la bellezza, la lunghezza, & larghezza: Et oltra che produce sempre pesci delicati, manda ancora fuora il fiume Chiese, che non pur serve a’ tanti edifici in Val di Sabbio, & specialmente à molte fucine, & forni: ma anch’egli facendo il bel Naviglio che tanto accommoda la Città; irrigano ambedui non poca parte del suo paese. Tacendo poi alcune cose, che io potrei dire del fiume Mella che serve à tante fucine, & forni in Valtrompia, & à molte ville nell’adacquare i campi, & nel far girare i molini: Qual’è quel fiume fra i suoi, che si possa agguagliare di grandezza, di bontà, & di utilità al regale Ollio? Nome per certo conveniente à lui per la fecondità che egli presta à i campi, che lo ricevono. Ilquale, passando per mezo di Valcamonica lunga più di cinquanta miglia, non tanto vi fa andare molte fucine, & forni per conto di ogni sorte di ferri; ma facendo ancora il bellissimo lago Sebino, & dopo le tante acque grandi che bagnano abondantemente un grandissimo numero di possessioni, come una fortissima muraglia, circonda il fior del paese per molte miglia. Et pero considerando i gran beneficii di queste tante acque, che derivano da i sudetti fiumi, & di quell’altre tratte dal Garzia, dal Molone, dallo Strone, & da più fonti che adacquano il piano; si può dire, che non pur sia felice per questi; ma ancora non sia punto ingrata alla cortese Natura, poi che con queste rare doti, ella essalta ancho l’Agricoltura assai più di ogni altra Città di Lombardia. Provincia che concorre di essere la meglio intendente con tutte le altre in questa cosi honorata professione.

Chi potrebbe poi narrare il tesoro grandissimo, che si trova ne i monti pieni di minere? dalle quali con grandissima industria si cavano una infinità di ferri, & acciali; & ancora qualche poco di argento, & oro: di maniera, che possiamo dire questa arte Metallica esser sorella dell’Agricoltura; atteso che ella si cava dalle viscere della terra. Questa, oltra che pasce le tante migliara di genti sparse per detti monti, & valli, che paiono discese da i lombi di Volcano, fornisce anco molte Città, & Provincie di ogni sorte di ferri da lavorare, & di armature bellissime, di archibugi, di moschetti, di palle, di arme d’asta, di spade; & pugnali, & finalmente di quanti ferramenti servono alla militia, all’Agricoltura, alle fabriche, à i navigli, & à qualunque altro uso humano.

Non è finalmente bella dote quella de’ monti, donde si cava tutto di infinite pietre bianche al paro de’ marmi? Lequali sono perfette per far’ogni sorte di colossi, di statue, di colonne, di porte, di fontane, & d’altri ornamenti bellissimi, come à pieno mostrano i tanti maestri, che continovamente lavorano per la Città, & per lo paese: Et oltra che ve ne sono dell’altre maravigliose per le diversissime macchine lucide, si trovano ancor’in alcuni luoghi de gli alabastri, de’ porfidi, de’ calcidonii, delle agathe, & de diaspri perfettissimi.

Qual’è poi quella Città, meglio situata di Brescia? Laquale si vede primamente esser posta, come Regina quasi nel mezo del suo paese? & poi cosi accommodata, ch’è ancor quasi nel mezo delle Città vicine. Percioche verso Occidente è presso à Bergamo trenta miglia, & verso l’Austro altro tanto à Cremona. Poi si come verso Oriente è lontana da Verona quaranta, verso Sirocco il medesimo da Mantova; cosi verso l’Aquilone da Trento si dilunga circa miglia settanta.

Parimente, qual’è quella Città che sia di lei più forte? Laquale quantunque sia spiccata da i monti vicini, hà però in se il molto bello, & celebrato colle Chineo, sopra il quale à guisa di trionfante giace gloriosamente il suo fortissimo & gran Castello; ilquale non solamente l’adorna con la sua maravigliosa vedetta; ma come il geloso grandemente di lei, veglia giorno, e notte per difenderla da qualunque nemico la volesse offendere. Avegna ch’ella è fortissima per li larghi, & alti terragli, per le grosse & forti muraglie, per le ampie & profonde fosse, piene di acque risorgenti; & non meno è forte per li grossissimi torrioni, & bastioni, & per le piatte forme & baloardi senza che fra i confini, è circondata da quattro fortezze inespugnabili: Gli Orzi, Pontevico, Asola, & Anfo.

Similmente qual’altra Città è cosi ben dotata di acque limpide? Ella è copiosa di buoni & profondi pozzi, & accommodata di assaissime fontane correnti che si trovano in molte case di cittadini, ne i conventi de religiosi, ne gli hospitali pii, & per le strade grande, & picciole & anco per tutte le piazze, & mercati publici. Tesoro certamente rarissimo, poi che adorna tanto la Città nel veder quei cannoni di bronzo gittar sempre da alto lucidissime acque, le quali cadendo in bei vasi petrili, corrono per gli acquedutti sotterranei per le vie, & per le case: Oltra ch’è accommodata di mediocri fiumi, i quali non tanto servono nel macinare grandissima quantità di biade, & in altre cose assai; quanto che spargendosi per le contrade, la tengono ben purgata dalle immonditie.

Lasciando poi quello, che potrei dire intorno à i sacri Tempii, à i ben fabricati Conventi, à i commodati Hospitali, & à i magnifici Palazzi, & specialmente à quello del commune, il quale è sì grande, sì ricco, sì maraviglioso, & bene accommodato di spatiosa loggia, che si può dire non esserne un altro simile in tutta Europa; dico che la città di Brescia è nel numero delle piu antiche d’Italia, & che si può gloriare in Dio essere stata delle prime, che in queste parti ricevessero il santissimo frutto della Redention nostra, & che pochissime Città sono pari à lei, che habbiano i tanti corpi martirizati per la santissima Fede, i trenta vescovi canonizati, & che siano cosi inclinate alle cose di pietà, & al sustentar con limosine i poveri, & particolarmente ne i tempi delle carestie.

Poi oltra di questo, gran fondamento fu della sua felicità, quando ritrovandosi tiranneggiata grandemente da Filippo Maria Duca di Milano, per levarsi dal collo quel sì gravoso giogo, volontariamente si donò à i nostri Illustriss. Signori Venetiani, nell’Anno MCCCCXXVI. Dimostrando maggiormente dapoi il suo gran valore nell’acerbissimo assedio di dui anni, che patì da quel Duca, fin ch’egli (come disperato di soggiogarla mai) abbandonò la impresa. Benche poi per sua grandissima disgratia, dal MDIX. fino al XVI. fu tenuta per ischiava da gente Barbara: onde nel miserabilissimo anno del XII. per lo eccessivo desiderio di ritornare sotto la felice ombra del divin Leone, fu crudelissimamente saccheggiata, & depopulata.

O veramente mille volte beata Patria, poi che il grande Iddio non solamente la liberò da quella dura servitù, & la ritornò à viver con tranquilla pace sotto sì potenti Signori (Signori dico di quella Immortal Republica, che tutto’l Mondo honora) iquali sempre l’hanno trattata piu tosto da buona figliuola, che da suddita; ma ancora fin da principio la pose nella medesima professione, ch’egli designò al nostro primo Padre, & la fece patrona d’un paese tanto grande, & non da se fertile; accioche maggiormente fosse veduta la vera intelligentia che ha nel trarre da gli alti monti legne, & minere, da i duri colli, bevande, & frutti, dalle deserte valli, fieni, & grani, & dalle magre pianure diverse rendite: Et non meno che fosse conosciuto il buon giudicio che ha nel levare, & divertire con tanta spesa da i profondi fiumi, acque correnti: imbrigliandole con palate di legnami grossi, con serraglie di muri fortissimi, & con altri maravigliosi sostegni: per condurle poi per sassosi colli scarpellati, per argini grandi bene arborati, & per diversi canali lunghi, & alti. Cose per certo di grandissima ammiratione: percioche fa vedere la gran possanza della sua arte, la quale sforza alcune acque à correre nascosamente coperte di terra; alcune à passare per diversi vasi sotto à più altre, & alcune ancora à caminar’in alto per acquedutti sopra alle più grandi. La onde si può dire, che una parte delle sue richezze sono (come si dice) poste in aere; conciosia che di continuo giacciono sotto à molti casi della Fortuna; onde essendo rotti simili vasi in voltati, colonnati, & puntellatti (come più volte è occorso ne i calamitosi tempi delle pesti, e delle guerre) resta priva della piu importante cagione delle sue ricchezze. Et però meritevolmente sono degni d’ogni laude tutti quei cittadini, che sono diligenti nel fare, & conservare le sudette cose; ma molto più meritano di esser commendati quegli altri, che havendo abbandonato le false grandezze, godono giocondamente in Villa la vera requie, la grata libertà, con le honeste commodità, & giocose delitie, che convengono à coloro, che mirano sempre con l’occhio interno à quel fine, alquale siamo creati dal Sommo Fattor dell’universo: Imitando gloriosamente gli antichi Padri, i dotti Filosofi, gl’Illustri Principi, i potenti Rè, & i grandissimi imperatori. I quali, come veri heroi, anzi semidei conobbero chiaramente, che niun’altra felicità si può trovare (se pur ve n’è in questo travagliato mondo) pari à quella che si prova nel dedicarsi al ben coltivar la terra, la quale come amorevolissima madre, mai non manca nel mostrarsi liberalissima à tutti quei veri figliuoli, che nell’accarezzarla, nel nodrirla, & nello abbellirla sono sempre diligentissimi.

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