Al Mag. M. Agostino Gallo.

Si come voi M. Compare havete veduto per la lettera ch’io ho scritta à mio figliuolo quanto si spera che i nostri Illustriss. Signori diano il grado del Collaterato al Mag. M. Giacopo nostro; cosi mi piace che gli auguriate più tosto che fosse eletto all’honorato officio della Censoria sopra i campi di terra ferma; percioche, ancora ch’egli sia di tal prudentia, che riuscirebbe in qualuque honorata impresa; è cosa certa, che farebbe cose stupende in questa professione. Poi quanto à quello che ricordate, che io conferisca co i Magnifici miei Colleghi, per qual via si potrebbe introdur questa sì gran domanda avanti à questo eccelso Senato, dico non haver mancato, ma per che questi Illustriss. Signori (come prudentissimi) sono sempre circonspetti intorno alle novità; per hora non ci pare di farne motto alcuno; riservando questa cosa di tanta importanza à considerarla maggiormente, e proponerla poi alla Magnifica Città nostra: perche essendo fattibile di ottenerla, ella non mancarà di mandare Ambasciatori per impetrar simil gratia da questo Sereniss. Prencipe. Fra questo mezo vivete lietamente nel vostro bel Borgo, essaltando la vostra cara Agricoltura col vomero di ferro, & di penna, come sò che tuttavia non mancate, & che sapete quanto vi amo, e desidero di farvi cosa grata.

Di Venetia, alli 23. di Settemb. 1563

Vincenzo Stella Dottore.

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