Al Mag. M. Agostino Gallo.

Che la mia lettera, scritta già in laude della Villa vi sia tanto piaciuta, che vi habbia indutto à desiderare la mia amicitia, mi allegro, & di cotesto vostro gentile, e cortese animo, vi ringratio infinitamente: accettandovi molto volentieri con tutto l’affetto del cuore, per mio maggiore, & honorato amico. Solo mi duole, che non si trovino in me quelle virtuose qualità, che voi, forse dalla troppa benignità della vostra natura ingannato, vi date à credere che siano. Promettovi bene, che nel coltivare con l’osservanza, con la fede, e con gli uffici, la sincerità dell’amicitia, mi sforzerò di procedere di maniera, che non habbiate à giudicarmi del tutto indegno dell’amore, che per bontà vostra, & non per merito mio, vi degnate portarmi. Quanto all’opera dell’Agricoltura, da vostra parte datami dal R. P. F. Massimiano Tassoni, dico che la materia mi par’esser disposta, e trattata con diligenza. Et se ben ella non è in lingua molto isquisitamente Toscana, esprime però i suoi concetti in modo, che dalle sincere orecchie patientemente può esser ascoltata. Là onde, veggo che recando voi col suo mezo al mondo utile, e piacere, la gloria, & immortalità del vostro nome havete guadagnato. Faccio fine, pregandovi à veder volentieri, questa roza mia pastorella, la quale in mio nome humilmente viene à farvi riverenza, come al gran padre della Villa, & al maestro dell’Agricoltura.

Di Ferrara, alli 3. di Maggio. 1565.

Vostro buon’amico Alberto Lollio.

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