CAPITOLO XLIV. Assediati nel Salto da Lamas e Vergara.

Rimasero ad assediarci, le due divisioni di cavalleria Lamas, e Vergara — con circa settecento uomini -

D'allora in poi non potè il nemico, tenerci assediati senonchè a grande distanza — e noi fecimo quindi alcune sortite, ora raccogliendo bovi, ed ora puledri, coi quali si rimise in regolare stato la cavalleria nostra — esausta quasi di cavalli dalla strettezza sofferta dell'assedio -

Si osservi: che i cavalli di quei paesi, si nutriscono generalmente a solo fieno, pascolato al campo — e pochissimi quelli che si mantengono a biade — In quei giorni ebbe luogo un'operazione nostra assai bella, e singolare per noi Europei -

Il corpo d'esercito di Garzon, stanziato alla Concordia dirimpetto al Salto — era marciato a riunirsi con Urquiza, per dirigersi agli ordini di quest'ultimo sopra Corrientes — Era rimasto alla Concordia, un corpo di cavalleria d'osservazione — Dal Salto vedevansi le sentinelle di quella gente, e la cavallada (truppa di cavalli) che, per esser migliori i pascoli nelle vicinanze del fiume, e più comodo per abbevverarli — di giorno l'approssimavano alla sponda — ritirandoli nell'interno di notte -

Il collonnello Baez, mi propose d'impadronirmi di tal cavallada -

Un bel giorno, prepararonsi una ventina di cavalieri scelti, e nudi, con arma unica, la sciabola; ed una compagnia di legionari, divisi tra i legni della flottiglia, pronti ad imbarcarsi nei palischermi — Era verso il meriggio, quando più caldo il sole — Le sentinelle nemiche, colla lancia fitta nel suolo — e fatta barracca del poncho (mantello), stavano sonnacchiando, o giuocando a carte — Il fiume, nel punto in cui dovea passarsi — avrà un cinque cento metri di largo e molto profondo e correntoso -

Diedesi il segnale convenuto: I cavalieri escono da dietro le frasche della sponda del fiume, ov'eran nascosti, e si [146] precipitano nell'onda coi loro corsieri, senza sella, e colle sole redini — I legionari — che uno ad uno eran già discesi nelle barche dalla parte nostra, ove non potevano esser scoperti dai nemici, vogavano nei palischermi, a tutta voga — E quando le sentinelle nemiche si accorgono del movimento già le fucilate dei nostri svelti giovinotti, fischiano alle loro orecchie — e gli anfibi centauri giunti alla sponda, le perseguono per la collina. La prode cavalleria Americana, è unica capace di tali operazioni — e nuotatori eccellenti, uomini e cavalli, assuefatti ambi al passagio di grandi fiumi — essi traversano facilmente le maggiori distanze — tenuti generalmente alla criniera del cavallo, con una mano, nuotano coll'altra — trascinando armi e bagagli nella pelota fatta con la carona  -

Parte dei nudi cavalieri, restano in osservazione sulla collina — mentre gli altri raccolgono i dispersi cavalli, e li conducono o spingono alla sponda — ove precipitati nel fiume, al punto chiamato porto — ove gli stessi animali sono assuefatti ad abbeverarsi — passano la maggior parte; ed alcuni, più renitenti o più apprezzati, si legano, e si trascinano colle barche — Intanto, i legionari, cambiano alcune fucilate col nemico che va ingrossando — ma non bastantemente per osare di caricarci — e tenendosi a rispettosa distanza, in ossequio di alcune cannonate sparate dalla flottiglia -

In sostanza, in poche ore, sono in potere nostro, cento e tanti buoni cavalli, senza avere un sol'uomo ferito -

Fu curioso avvenimento quello per la sua singolarità e perchè operato su d'un campo d'azione, in piena perspettiva della città del Salto — I cavalli d'Entre-rios poi, sono universalmente stimati, e con ragione — Tale preda di cavalli, fece nascere, naturalmente, il desiderio di tastare un po' i nostri assediatori -

Vergara, colla sua divisione, ci serrava da vicino — Noi, mandammo alcuni pratici del paese a bombearlo (spiarlo), e seppimo da loro la posizione che occupava — Di giorno, sarebbe stato impossibile di sorprenderlo — bisognava attaccarlo di notte -

[147]

Io avevo incaricato del comando della nostra cavalleria il collonnello Baez — Anzani comandava la fanteria — e così uscimmo dal Salto al principio della notte, e ci dirigemmo verso il campo nemico, situato a circa otto miglia di distanza — Per silenziosa, e diligente che fosse la marcia, fummo sentiti dalle sentinelle avanzate — e perciò ebbe tempo Vergara di far montar a cavallo, e mettersi in ritirata.

Assalimmo comunque senza ritardo — e la sola cavalleria nostra pugnò essendo impossibile alla fanteria di seguirne il movimento, per quanti sforzi essa facesse per ragiungere la pugna -

Il nemico combattè accanitamente — ma alla voce di: «avanza la fanteria» che si esclamava a proposito, cedeva terreno — e finì per sbandarsi e mettersi in fuga — Tale era il prestigio acquistato da cotesti pochi ma valorosissimi fanti -

Si perseguì il nemico per alcune miglia — ma a cagione della notte, poco vantaggio ci recò il trionfo -

Fecimo alcuni prigionieri, e presimo alquanti cavalli — pochi [morti] e feriti vi furono d'ambe le parti -

Al giorno chiaro, apena si conosceva campo di battaglia erasi pugnato marciando — e dei nemici, soli alcuni gruppi si scorgevano in lontananza — Il collonnello Baez, rimase colla cavalleria per perseguirli, e riunire una truppa di vaccine — Noi tornammo al Salto –

Share on Twitter Share on Facebook