CAPITOLO XXXIV. Principio dell'assedio di Montevideo.

Era il 16 febbraio 1843 — apena le fortificazioni della città, avevano avuto tempo di ultimarsi — pochi cannoni da collocarvisi — che comparve sulle alture circonvicine la vanguardia dell'esercito nemico — Il generale Ribera alla testa delle forze di cavalleria, troppo debole per poterlo combattere aveva aperto varco, e preso la campagna — contornando il fianco sinistro del nemico — e ponendovisi alla retroguardia -

Tale manovra riesce facile in un paese — ove ogni uomo è compiuto cavaliere — ed ove essendo l'unico alimento della campagna — la carne — non sono necessarie le fastidiose impedimenta — indispensabili nelle guerre Europee — Ribera poi, se non era un gran generale da battaglie campali — era maestro negli stratagemmi propri della piccola [112] guerra — e tale manovra operata con maestria — lo poneva nuovamente in istato d'incomodare grandemente il nemico -

Il generale Paz rimaneva al comando delle forze della capitale — Tali forze eran numerose — comparativamente all'estensione di mura, che si dovevano difendere — ma se si considera che tutte erano nuove reclute e che non tutti gli individui che le componevano, eran fior di roba — cioè penetrati da vero amor di patria — non si può altro che ammirare la sagacia, il coraggio, e la costanza dell'illustre generale — che dopo d'averle organizzate e disciplinate, sostenne con esse — i primi conflitti dell'assedio, ed i più pericolosi -

Ad onta dello slancio generoso delle popolazioni — non mancavano i dissidenti i codardi ed i traditori: Un Vidal, ministro generale, aveva rubato l'erario e fatto fagotto — Un Antuña, collonnello d'un corpo e capo di polizia, era passato al nemico, con molti altri ufficiali, ed impiegati — Un corpo detto Aguerridos, di stranieri al soldo della Republica — avean defezionato, in varie riprese quasi intieramente non solo — ma una notte che detto corpo occupava i posti avanzati della città ne compromise molto la sicurezza col suo tradimento.

Tali esempi erano seguiti naturalmente da singoli individui — che credendo tutto perduto — con un pretesto o coll'altro, abbandonavano le fila dei difensori per passare al nemico -

Gli affari andavano a rompicollo da principio, e non seppi mai capire: perchè Ourives, informato minutamente di tutto dai suoi aderenti interni — non profitò dello scompiglio, e dell'insufficienza delle fortificazioni, per attaccare vigorosamente la piazza. Egli altro non fece: che dei riconoscimenti, e dei falsi attacchi di notte, che aguerrivano gl'inesperti militi di Montevideo -

Intanto si armavano, e si organizzavano le legioni straniere — e comunque si sia interpretato lo spirito dell'armamento delle legioni Francese, ed Italiana — non può negarsi — che fu l'effetto d'uno slancio generoso, il preludio della prima chiamata all'armi, e per respingere l'invasione dall'ospitale terra d'asilo — Che in seguito vi si sieno introdotti degl'individui collo scopo interessato di speculazioni — egli è pur vero — comunque sia: l'armamento ed organizzazione di quei corpi, se non furono decisivi — valsero almeno a garantire la sicurezza della città.

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I Francesi più di noi numerosi, e più esaltati dal prestigio militare, ebbero, in poco tempo, da due milla e sei cento uomini sotto le armi — Gl'Italiani riunironsi in numero di circa cinquecento — e benchè sembri poco a proporzione de' nazionali nostri in quel paese — io avrei mai sperato tanto considerando le odierne consuetudini nostre, e la nostra educazione — Quel numero si aumentò in seguito — ma mai oltrepassò i settecento.

Il generale Paz, profitando dell'aumento di forze stabilì una linea esterna alla distanza d'un tiro di cannone dalle mura -

D'allora in poi, il sistema di difesa fu regolato ed il nemico non fu più capace d'avvicinare la città.

Essendo io al carico della flottiglia, che andava pure organizzandosi, io proposi al comando della legione, un certo Angelo Mancini — d'infame memoria — e quello venne accettatto dal governo –

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