CAPITOLO XXXVIII. Spedizione del Salto.

Innumerevoli furono i fatti d'armi sostenuti dalla Legione Italiana, durante i primi anni dell'assedio — numerosi furono i morti e feriti — ma in nessuno scontro risultò disdoro a quella brava gente — e l'Italia può andarne superba!

Noi pure, nei primi calamitosi tempi, ebbimo qualche traditore: quel Mancini, di cui già feci cenno — un Danus, un Giovanni N. ed alcuni poveri diavoli trascinati dagli stessi, defezionarono — Fu vicenda dolorosa quella — ma che presto sommerse nell'Oceano glorioso, in cui veleggiò la superba Legione -

Nell'India muerta — fu battutto il generale Rivera — ma perciò non scemò la difesa della capitale -

I capi dell'esercito di questa, aguerriti da perenni pugne cogli assedianti, vi avean guadagnato una superiorità morale, che aumentava tutti i giorni — Giunse l'intervenzione Anglo-Francese, ed allora tutto vaticinava un esito felice della guerra -

Ogni paese nel mondo, starà sempre meglio, senza intervenzioni straniere — e così sia, nell'avvenire, per la nostra povera Italia, vittima di tanti di quei malanni — Per Montevideo, le condizioni erano diverse: essendo codesta capitale un vero emporio cosmopolita, ove gli stranieri d'ogni nazione, sono sempre, per lo meno, uguali in numero agli indigeni. Gl'interessi stranieri poi sono quasi sempre a quelli degli indigeni superiori -

Se l'Italia diplomatica, avesse contato per qualche cosa nel Rio della Plata — essa avrebbe dovuto far parte dell'intervento Anglo-Francese — essendo gli Italiani non inferiori in numero — a nessuna delle nazioni intervenenti — Ma nel 1842, in cui principiò l'assedio, il rappresentante del governo Italiano a Montevideo, era tenuto per ben poca cosa, ed un solo piccolo legno da guerra, facea sventolare la bandiera Italiana su codesta rada -

Nei progetti di operazioni, combinati tra il governo della [124] Republica, e gli ammiragli delle due alleate nazioni — vi entrava una spedizione nell'Uruguay — ed io ne fui incaricato -

Nel periodo trascorso, la flottiglia nostra, s'era aumentata di vari legni: gli uni presi in affitto, siccome i primi; altri sequestrati ai nemici della Republica — ed altri predati sul nemico, che inviava i mercantili suoi legni nel Buceo — porto immediato al quartier generale di Ourives — ed in altri porti in potere delle sue forze -

Dunque tra l'accrescimento di detti legni, e di altri due della Squadra Argentina, sequestrata dagli Anglo-Francesi, e messi a disposizione del governo Orientale — la spedizione nell'Uruguay, si compose di circa quindici bastimenti — il maggiore dei quali era il Cagancha, brigantino di sedici pezzi — ed i minori alcune baleniere -

La truppa di sbarco, componevasi: della legione Italiana, 200 — dugento uomini circa, di nazionali, agli ordini del Collonnello Battlle — oggi (1872), generale e Presidente della Repubblica — e circa cento uomini di cavalleria, due pezzi da 4, e sei cavalli in tutto -

Era verso la fine del 1845 quando partì la spedizione da Montevideo per l'Uruguay — dando principio alla gloriosa campagna, con fatti brillanti ma infruttuosi per l'infelice e generosa nazione Orientale.

Giunsimo alla Colonia — città situata sopra un alto promontorio — sulla sponda sinistra del Plata, — ove le squadre Anglo-Francesi ci aspettavano, per espugnare la posizione -

Non fu ardua l'impresa — sotto la protezione dei superflui fuochi dei legni di tre squadre — Io sbarcai co' miei legionari — ed i nazionali in seguito — Il nemico non oppose resistenza tra le mura — ma usciti al di fuori, lo trovammo disposto a combatterci. Dopo noi, sbarcarono gli alleati — Io chiesi agli Ammiragli di farmi sostenere, mentre io procurerei di allontanare il nemico — ed una forza d'ambe le nazioni uscì in nostro apogio — Ma impegnati che fummo in campo aperto, con un nemico superiore — ed ottenuto alcun vantaggio — gli alleati ritiraronsi intramuros — non so per qual motivo — e ci obligarono a far lo stesso — essendo noi soli, di molto inferiori al nemico -

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Pria del nostro sbarco — quando i contrari, davanti all'imponenza delle forze navali — avean progettatto di abbandonare la città — essi obligarono gli abitanti a sgombrarla — quindi tentarono di darla alle fiamme — Dimodocchè molte case, presentavano il triste spettacolo dell'incendio — e per ottenerne un'effetto più pronto, avevano infranto la mobilia, e sconquassato ogni cosa -

Allo sbarcare nostro, cioè della legione, e dei Nazionali di Battlle — noi avevimo immediatamente, seguito il nemico in ritirata — e gli alleati sbarcati dopo, occuparono la sgombra città — mandando, come abbiam veduto, a sostenerci, parte della loro truppa — Ora tra il soqquadro delle ruine e dell'incendio, era difficile di mantenere tale una disciplina, da impedire qualunque depredazione — ed i soldati Anglo-Francesi, ad onta delle ingiunzioni severe degli ammiragli — non mancarono di servirsi a piacimento della roba abbandonata nelle case, e per le strade — I nostri rientrati seguirono — in parte — l'esempio, ad onta di fare noi — cioè gli ufficiali, il possibile per reprimerli -

La repressione dei disordini era difficile — considerando: esser la Colonia paese ben fornito d'ogni cosa per provvedimento della campagna, e massime di liquidi spiritosi — che esaltavano le velleità poco oneste dei depredatori -

D'altronde il più importante delle cose tolte dai nostri, furono comestibili, e materazzi portati nella chiesa ov'erimo accampati per coricarsi — suppelletili, che naturalmente furono abbandonate dopo pochi giorni alla nostra partenza — Comunque, senza l'esempio dei nostri alleati che solletticò — com'era naturale i nostri militi — tali eccessi si sarebbero scansati -

Io mi sono dilungato alquanto sui dettagli di cotesto avvenimento — descrivendoli con scrupolosità veridica — per rintuzzare certe descrizioni fatte da un Chauvin — certo Mr. Page — comandante allora del brigantino da guerra Francese — il Ducouadic — Uomo detto dai concittadini suoi: una creatura di Guizot, mandato da quel ministro di Luigi Filippo — in qualità di emissario segreto -

Descrivendo i fatti occorsi nella Colonia — cotesta spia diplomatica — diceva peste dei Brigands Italiens — e per effetto della di lui Gallica simpatia io fui obligato — all'iniziativa, da noi operata, dello sbarco — di far mettere [126] la mia gente al coperto — non dai fuochi del nemico: perchè il nemico fuggiva senza sparare al nostro approssimarsi — ma da quelli del Ducouadic — che avendo la sua batteria proprio di fronte alla mia gente, la fulminava a cannonate, in modo scandaloso -

Alcuni uomini della mia gente, furono contusi dai frantumi di macerie e dalle schegge, che i tiri di cotesto nostro alleato c'inviava -

Io ricordo che fra gli altri titoli con cui ci onorava nelle sue stravagganti narrative, vi era quello di Condottieri con cui quel signore affettava di spruzzare di disprezzo gente che più di lui valeva –

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