17. – Politica interna.

Un oratore da comizio nella foga del dire... Un momento: ho notato che ciò che più impressiona è la foga. Esempio: «L’umanità soffoca sotto il giogo dei vecchi pregiudizi» è una frase che se è detta sottovoce non fa nessun effetto, non desta eco. Perchè l’anima della folla che è vuota risponda, è necessario urlare: «L’umanità sooooffoca...» E allora in lontananza l’eco risponde: «Viva la rivoluzione!» Un oratore da comizio nella foga del dire, dunque, esclama rivolto all’infelice più che colpevole commissario di servizio:

— Se lei fosse stato milionario, non avrebbe fatto il commissario!

Detta così; a titolo di profondità filosofica, la cosa può fare impressione perchè certi pensieri quando saltano fuori sono come i razzi di segnalazione. Significano: «Attenti! Qui c’è una testa vuota», ma in fondo non avrebbe per nulla meravigliato la folla e il commissario avrebbe dovuto limitarsi a fare un sorriso tenue come le nuvolette lontane del tramonto e a tirare un sospiro dal profondo della sua anima burocratica, amara di realtà.

Invece l’oratore ci mise la foga. Scaraventò il suo pensiero là in mezzo con un do di petto da scrittura americana e, naturalmente, avvenne un putiferio:

— Vigliacco! Mascalzone. Non è vero che sei un commissario! Sei un milionario disoccupato! Abbasso tutte le borghesie!

Di fronte a questa dimostrazione il povero commissario, è inutile dire, non ebbe nemmeno la forza della legge!

L’episodio è autentico e denso: mette a nudo un punto politicamente protologico sul quale bisogna proprio mettersi d’accordo prima di avere il diritto di esercitare i diritti civili.

Mettiamoci d’accordo: prima di combattere le fiere lotte per l’ideale che è sempre composto di astrazioni con le lettere majuscole e finisce in un voto di preferenza, dividiamoci in due schiere: da una parte mettiamo i devoti, i francescani di tutte le dottrine, dall’altra i milionari disoccupati. È semplice ed efficace per comprendere finalmente il segreto di tutte le rivoluzioni. Per me approvo senza titubanze la trovata dell’oratore suburbano, che senza tante artificiose elucubrazioni metafisiche trasforma gli uomini con la pietra filosofale del milione. Il sistema è alla portata di tutti. Si prende un uomo e gli si pone il quesito.

— Fareste quello che fate se foste milionario?

Io, per non avere seccature, risponderei così:

— Non so ciò che farei se non facessi quello che faccio, cioè se non fossi quel che sono.

È tutta una questione di ruolo, la politica interna. Psicologia elementare.

Ciò spiega quello che alle masse riesce talvolta misterioso: la trasformazione degli uomini al contatto con la capitale parlamentare, dove si misurano e si provano le coscienze con una sfregatina di pietra filosofale.

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