5. – Mercurio vuole la sua parte

L’Olimpo è pieno di Dei. Morto il guerriero, ne rimangono tanti in perfetta salute da preoccupare la umanità per tutta la storia avvenire. E il peggio si è che se furono necessari quaranta e più secoli di storia per uccidere Marte, non basteranno ottanta secoli per uccidere, per esempio, Mercurio, il quale, Messaggero di Giove, temo continuerà a volare sulla terra fino a che vi rimarranno le ombre di almeno due esseri viventi e coscienti.

Perchè Mercurio è il Dio del commercio e dei ladri. Se anche sei amico d’un mercante non offenderti di questo ricordo mitologico. Mi affretto subito a riconoscere che questa duplice funzione protettiva del dio portalettere, non era in realtà che una sola, in quanto che al tempo degli Elleni – beatissimi voi! – non solo il furto e il commercio non si distinguevano l’uno dall’altro, ma, come Aristofane poeta ci rivela in ogni sua commedia, il furto non era una cosa disonorevole purchè fosse fatto con destrezza. Oggi, siamo sinceri, le cose sono molto, ma molto cambiate, e certi ravvicinamenti non sarebbero più possibili, tanto è vero che c’è il codice.

Per altro è un fatto che là, dove le condizioni economiche generali sono migliori, ivi si destano con maggiore incontinenza la cupidigia e gli appetiti; ivi dunque Mercurio vola e sta, con animo più giocondo. Ecco dunque perchè, oggi, mentre la vita cittadina riprende il suo ritmo regolare e il commercio accenna a respirare, i ladri, usciti dalle tane, sbadigliando sul caro viveri travagliatore dell’umanità, sentono i primi sgranchimenti delle membra intorpidite e il bisogno di vellicare, con una nostalgica voluttà, le tasche del prossimo.

Intendimi: io parlo dei ladri spiccioli e di spiccioli, non dei ladri all’ingrosso, perchè costoro hanno fatto tutto quello che hanno potuto anche durante la guerra. Nella rinascita del fenomeno borseggio, dunque, si manifesta una tendenza compiutamente nuova per il suo esclusivismo e tutti coloro che leggono la cronaca dei fattacci – come fai tu – se ne sono certamente accorti. I ladri hanno preso di mira specialmente i tramways. Ho pensato lungamente alle riposte ragioni di queste preferenze, ma non sono riuscito a rendermene conto, tanto più che i signori vanno in automobile e i proletari in bicicletta.

Eppure non parte un tram, senza che, a farvi più rigido il «completo» non ci sia sopra un ladro, almeno uno – mettitelo in mente – il quale novanta volte su cento manda in effetto il satanico programma di portar via al compagno di viaggio la borsa. Ma perchè? È forse una malattia professionale dei borsellini democratici? Messe migliore ai ladri, offre il giorno di mercato ubertoso: pingui portafogli villerecci, gonfi di sangue cittadino. E allora è elegantissimo il trucco di Mercurio, che pone i suoi fedeli, l’un contro l’altro armati.

La cosa può essere oggetto di studi seri e fecondi. Pensaci anche tu ed evita dunque, con maggiore sollecitudine l’uso della carrozza di tutti. C’è troppa gente. Come al cinematografo. Nei cinematografi di terz’ordine, il furto è così ben organizzato che se per caso vi entra un galantuomo in buona fede, appena incomincia la proiezione si sente portar via il cappello dalla testa e non si è nemmeno voltato per le legittime proteste del caso, che già il cappello è stato proiettato sulla chioma di un tranquillo elleno, che passa per la strada fischiettando.

A vivere in questi tempi divertentissimi si pensa con compiacimento a quegli ingenui banditi che assalivano le diligenze col famoso dilemma della borsa o della vita. Ai nostri tempi si è più pratici e meno decorativi. Niente trombone, niente violenza, niente vita (la vita dell’uomo, fra una cosa e l’altra, vale troppo poco), ma la borsa, soltanto la borsa, indiscutibilmente la borsa.

È una delle mille e una pratica applicazione del principio wilsoniano dell’autodecisione, che ha fatto tanta fortuna alla conferenza di Versailles specialmente nei riguardi dell’Italia. Non autodecisero i jugoslavi di togliere all’Italia Fiume e la Dalmazia? Qual meraviglia, dunque, se un povero cane autodecide di prendersi il tuo pardessus? Troppo giusto. Veramente poi nulla t’impedisce, meno le guardie regie, di autodecidere un paio di revolverate nello stomaco al primo... seguace di Mercurio in cui tu ti imbatta per la via. E si ritorna a Marte. L’Olimpo evidentemente è un giro vizioso. Da Mercurio a Marte, da Marte a Venere, da Venere a Mercurio un’altra volta.

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