7. – F. I. A. P.

Adesso anche gli accattoni si sono organizzati. Fu sin dal tempo della occupazione delle fabbriche (te la ricordi tu?). Allo svolto della strada, una strada molto tranquilla, salvo il padrone di casa, non vedevo da più giorni il solito accattone pallido e macilento, con la solita mano protesa e il solito sguardo pieno di autocommiserazione. La cosa non mi aveva fatto per nulla dispiacere perchè, salvo il comandamento di Dio che ci impone di amare il prossimo come noi stessi, della sua persona e della sua miseria – molto equivoche entrambe – non mi ero mai eccessivamente interessato. Ma il rivedermelo innanzi la mattina di Natale mi sorprese, più della sua scomparsa. Notai che non aveva la mano protesa e che il suo sguardo era meno commovente.

— Dove siete stato, buon uomo, in questi giorni? Avete battuto qualche altra piazza?

— No: sono stato al congresso. Sì, non si stupisca; al congresso degli accattoni tenutosi, come dicono i giornali, alcuni giorni or sono a Milano. Ci siamo organizzati come tutte le classi rispettabili e rivendichiamo finalmente i nostri diritti.

Io, intanto un po’ seccato di avere involontariamente dato la stura a una serqua di melensaggini, porgevo all’uomo i due soldi consueti. Egli li prese e continuò:

— Lei crede che scherzi. No. Ci siamo organizzati sul serio; e poi, guardi, legga i giornali e vedrà. Un congresso con tutte le regole. Era ammessa perfino la stampa.

Qui sorrise, non so perchè. Poi continuò:

— Dopo ampia ed esauriente discussione abbiamo votato un memoriale col quale si domandano otto ore di lavoro... Sì, perchè, una volta eravamo costretti a stare delle giornate intere all’angolo delle strade. Con la nuova sistemazione potremo, dopo otto ore al massimo, andare per i fatti nostri, a teatro, al circolo, a passeggio. Non parliamo del riposo festivo, che quello, oramai, ce l’ha anche l’Umanità Nuova che è il giornale meno festivo dell’universo. Con questo abbiamo voluto stabilire più che altro, un principio; quello della uguaglianza delle classi dei lavoratori, che sono tutti utili a un modo. Io, per esempio, che le domando l’elemosina e che, per una volta ancora, accetto i suoi due soldi – che sono veramente troppo pochi – le sono utile quanto il barbiere. Quello le rade a nuovo la fisionomia, io le pongo in assetto la psicologia mattutina, col roseo colore di una buona azione. Ed è anche un monito. Se io non fossi qui con tutti i miei stracci addosso – tutti, perchè a casa non ne rimangono, tanto là sarebbero inutili – lei magari giocherebbe in borsa o si darebbe ciecamente a qualche altra pazza gioja del genere e allora? Un bel giorno lei si lamenterebbe della sorpresa. Invece, no. Lei mi vede: ebbene, se lei gioca in borsa, o si dà alla politica o alla letteratura, eccomi: il suo destino. Faccia quello che vuole, ma non avrà per bacco, il diritto di stupirsi. Stabilito questo principio abbiamo proseguito logicamente arrivando, come è naturale alle provvidenze di carattere preventivo, invalidità, vecchiaja, trent’anni di servizio. Per esempio: un disgraziato colpito al viso, da qualche male repugnante ha diritto di inscriversi alla F. I. A. P. – federazione italiana accattoni pubblici – e conseguentemente, di esercitare la professione. Ma, se guarisce? Con che cosa desta compassione? È un caso di invalidità molto interessante ed anche a questo abbiamo provveduto. Capisco che la compassione si desta in molti modi e quattro soldi – non due, signor mio – si possono guadagnare anche raccontando le disgrazie della suocera, ma lei converrà con me nell’ammettere che una volta messi su questa via non si capisce più chi sia il mendicante: se insomma, è lei che deve quattro soldi a me, o se sono io che ne devo dare due a lei. Naturalmente anche nella nostra categoria ci sono diverse tendenze: fascista, comunista, pipista. C’è di tutto. Dopo la guerra è stato un mezzo pasticcio, con l’ingresso di molti cosidetti mutilati, che hanno perduto chi questo membro chi quello, dovunque, meno che al fronte, chè anzi erano così fin dal tempo del primo giro d’Italia e che adesso fanno fiori di quattrini scroccando la compassione alle spalle dei mutilati autentici. Sono tanto pescicani che hanno ottenuto perfino la inclusione della clausola con la quale si vuole a tutti i costi che il governo pensi a fornire a tutti i membri meccanici. Fanno rabbia, fanno. Vorrei vedere se il governo potesse far ricrescere le gambe e le braccia! Si ficcherebbero in una campagna a fondo contro l’intervento governativo. Ma tant’è. E si diano a lor signori le gambe meccaniche!

Il mendicante tacque un momento guardandosi le ginocchia. Sospirò.

— No, non mi manca proprio niente! Ho due gambe così buone che per ottenere un po’ di incertezza nel passo – il passo della fame – debbo tutte le mattine farmi dare da mia moglie una discreta dose di calci negli stinchi. Mia moglie è così entusiasta di questa sua mansione mattutina che la compie quasi sempre anche alla sera. Così tiro avanti alla meglio. Ma torniamo al congresso. Un progetto ha ottenuto l’unanimità assoluta più uno: l’abolizione dei ricoveri di mendicità, che evidentemente costituiscono un residuo medioevale di una civiltà antilibertaria tramontata. Siamo elettori, sì o no? Siamo liberi sì o no? Dunque, niente ricoveri. Non si è mai sentito dire che i poeti debbano essere rinchiusi tutti in un manicomio. Dunque? Libertà di esercizio. A proposito: abbiamo avuto qualche volta dolorosa esperienza di una iniqua legge per la quale di quando in quando ci mandano in galera. È ingiusto! Noi vogliamo, sì, l’abolizione dell’accattonaggio propriamente detto e che consiste nel correre dietro alla gente con le lagrime agli occhi, ma se invece di star fermo al suo cantone, al suo ufficio, un disgraziato senza clienti, spinto dalla fame, corre dietro a una pelliccia, non deve essere arrestato, giurabbacco! Gli si dà un franco, no? Niente galera. Di questo parere, mi consta sono anche i ladri.

— E come farete a ottenere tutte queste belle cose?

— Prima di tutto adottiamo il principio del nostro grande maestro Francesco Saverio Nitti: o ce li date o ce li prendiamo. E poi, abbiamo interessato alla Camera un pajo di straccioni....

Non so come sia andata a finire la F. I. A. P. ma ho notato molta gente nuova in automobile che non appartiene sicuro al ceto medio e tanto meno all’high life....

Share on Twitter Share on Facebook