ATTO SECONDO

La stessa scena.

(Su una poltrona quasi sdraiata è Giovanna che fuma una sigaretta guardando oziosamente il soffitto. Si ode il cinguettare degli uccelli e un canto agreste in lontananza. Giovanna si annoia e appena gettata via una sigaretta ne riaccende un'altra. Ninetta entra per faccende.)

Giovanna

(Impaurita dall'ingresso furtivo della cameriera ha avuto il gesto di nascondere la sigaretta, che poi ostenta quando vede non trattarsi della zia) Ninetta, è questa la pace dei campi?

Ninetta

Come dice?

Giovanna

Niente.

Ninetta

Eh? Fuma?

Giovanna

Fumo, ma non dirlo alla zia. Le daresti un grande dispiacere.

Ninetta

E allora non fumi.

Giovanna

Dispiacerebbe a me. S'è visto nessuno stamattina?

Ninetta

Ho veduto il signorino.

Giovanna

È alzato! Lo credevo in letto.

Ninetta

No, no. Si è alzato presto. È andato in paese con la signorina per delle compere. Ma non può tardare. Tra poco suonerò io stessa il gong della colazione.

Giovanna

C'è ancora il vecchio gong?

Ninetta

Sì, signora. Un po' più debole, naturalmente. Almeno io lo sento meno.

Giovanna

Filosoficamente è la stessa cosa.

Ninetta

Signora, mi permette una domanda?

Giovanna

Certo.

Ninetta

Quanto al dormire, adesso, si usa così come fanno loro, tra gli sposi?

Giovanna

Che cosa vuoi dire? Le camere divise?

Ninetta

Sì, la signorina zia si è meravigliata. Aveva fatto preparare apposta una camera.

Giovanna

Sì. Si usa così. Tutti così.

Ninetta

E perché poi?

Giovanna

Per comodità. Quando si dorme se uno tira calci...

Ninetta

E quando non si dorme?

Giovanna

Ninetta! Sei sconveniente.

Ninetta

Ah, già. Scusi. (Ride vedendo Vincenzo che entra) Oh, come è vestito. Buon giorno, buon giorno! (Via ridendo).

Vincenzo

(Indossa un cappello alla raffaella, un'ampia giacca di velluto alla cacciatora, calzoni a scacchi bianchi e neri ma non eccessivamente sfacciati. Deve avere qualche cosa di comune, ma molto alla lontana, col Marcello della «Bohème». Osservandosi con irritazione) Ma fammi il piacere, guarda come mi ha conciato.

Giovanna

(Ride) Bellissimo.

Vincenzo

Ma ti pare possibile?

Giovanna

Sì, è veramente un po' forte. Dovevi trovare il modo di rifiutarti.

Vincenzo

Non si può resistere. È inutile. Veramente lei avrebbe voluto che io mi mettessi un cappello... Se avessi visto che cappello aveva scelto! No, quel cappello no! Ho gridato «no» con tanta forza che per un attimo io ho avuto il sopravvento. Questo, alla fine, pare un basco. Un po' abbondante... Il cappellaio ne ha parecchi perché sono di un tipo adottato dall'asilo infantile del paese. Ho dovuto farlo un poco allargare. (Se lo accomoda in testa davanti allo specchio) Pfu... Questo almeno... Che cosa hai da guardarmi?

Giovanna

Sembri un pittore.

Vincenzo

Sembro? Sono.

Giovanna

Voglio dire un pittore celebre.

Vincenzo

Lo sarò. Naturalmente fin che ho moglie...

Giovanna

Grazie.

Vincenzo

Non siamo d'accordo? Vuoi che ti dica la verità o dobbiamo cominciare anche noi come si usava una volta a dirci delle frottole per pura cortesia? (Pausa) Oh, ma questo silenzio è opprimente. Non hai portato giù il grammofono?

Giovanna

È là. Ma lascialo stare.

Vincenzo

Facciamo almeno un poco di musica. (Accenna).

Giovanna

Beato te. Tu sei felice.

Vincenzo

Sì, perché spero nell'avvenire.

Giovanna

Tu credi che la zia si renderà conto della nostra situazione?

Vincenzo

Perché no? Un po' alla volta.

Giovanna

Mah...

Vincenzo

Io ho cominciato ad accennare qualche cosa. Sì, stamattina in paese, per vendicarmi di questi pantaloni. Cominciato, bada. Ho detto, serio, proprio serio, tutto a un tratto: Senti zia, poi che siamo soli...

Giovanna

Bene, avanti.

Vincenzo

Niente, avanti. Mi sono fermato lì. Cosa vuoi? Mi ha guardato con certi occhi e poi ha detto con un sussulto: «Oh, Dio, c'è qualche disgrazia?». Allora io ho detto che non c'era nessuna disgrazia e basta.

Giovanna

(sfiduciata) Lo vedi?

Vincenzo

Ma bisogna stare attenti perché sviene. Sviene di sicuro.

Giovanna

Così noi dovremo vivere insieme sempre.

Vincenzo

Ma lavora anche tu. Tu ti limiti a mettere le mani avanti intessendo un piccolo romanzo d'amore...

Giovanna

Con chi, per esempio?

Vincenzo

Credi che sia cieco? Con Giangiacomo.

Giovanna

Te ne sei accorto? Io credevo di essere stata tanto prudente...

Vincenzo

Ma io intuisco. Ti leggo i pensieri negli occhi. Stai attenta. Fin che ci sono io, giudizio, se no... E lavora. Pensa, escogita qualche cosa di utile... Pensa che tra l'altro noi potremmo essere vittime all'improvviso delle debolezze della carne e allora addio salvezza.

Giovanna

Oh, per questo stai tranquillo.

Vincenzo

(Pausa) Ma questo silenzio è urtante. (Mette in moto il grammofono che suona un jazz negro. I due si mettono macchinalmente a ballare).

Lucia

(Entra e rimane estasiata a guardare i due ragazzi che ballano e poiché essi, vedendola, smettono) No, no, ballate, ballate. Se smettete per me, vado via subito.

Giovanna

No, zia, siamo stanchi.

Vincenzo

Si ballava perché non sapevamo più che cosa dire.

Lucia

Senti qui, lo scontroso, che si vergogna di essere in paradiso.

Vincenzo

Ma che paradiso. Piuttosto, senti zia...

Lucia

Che cosa c'è?

Giovanna

Sì, zia, se hai un momento di tempo...

Lucia

Di tempo? Perché?

Vincenzo

Mettiti a sedere qui. Qui stai più comoda.

Lucia

Ma che cosa avete?

Giovanna

Vorremmo parlarti.

Lucia

Mio Dio!

Vincenzo

Ma non incominciare a impressionarti subito. Che cosa ti prende?

Lucia

Sì, avete ragione. Ma, sapete, non sono più abituata ai ragazzi. Mi pare anzi impossibile di avere potuto vivere in mezzo a loro per tanto tempo. Mi fate l'impressione di proiettili che possono esplodere da un momento all'altro! Sì, è strano, ma è così. Prova ne sia che il mio cuore galoppa. Ah, si vede proprio che invecchio. Dunque, sentiamo.

Vincenzo

Ma prima calmati. Se mai, possiamo aspettare un altro giorno.

Giovanna

Sì, zia. Domani. Domani faremo due passi all'aperto...

Vincenzo

No, niente all'aperto. È meglio qui, nella sua comoda poltrona...

Lucia

Ma dunque, in nome di Dio che cosa avete? Parlate...

Giovanna

(Butta in ischerzo il colloquio) Ah, ah, ci sei cascata. Ci sei cascata...

Vincenzo

Ci sei cascata!

Lucia

Che birbanti. E vi prendete gioco della vostra zia così?

Vincenzo

(Serio) Ah, che bello scherzo.

Lucia

Vi prego, non fatelo più. M'aveva preso un affanno. (Ride) Cari... Come quindici anni fa... Ma io qui faccio tardi. Ho una casa da governare.

Giovanna

T'aiuto.

Lucia

No, niente, ferma là. Tu sei la regina perché sei la giovane sposa della casa. Ballate ragazzi, ballate... (Tenta di fare andare il grammofono) Come si fa con questo arnese?

Giovanna

(Lo mette in moto).

Lucia

Ballate... (I due ballano come prima) Cari! (Resta un attimo a guardarli come in estasi, poi offesa dai suoni che vengono dal grammofono) Ma che razza d'inferno è questo? (Se ne va).

(Rimasti soli i due smettono lentamente e cautamente di ballare fino a che non siano certi di non essere osservati dalla zia).

Vincenzo

Uffah!

Giovanna

No, no, così è impossibile...

Vincenzo

Due cannonate di commozione ed eccoci qui, sbaragliati. Ah, il sentimento!

Giovanna

Ma come facevano a vivere una volta?

Vincenzo

Così fragili!

Andrea

(Mostrandosi al fondo) Disturbo? Permesso?

Vincenzo

Venga avanti, venga avanti.

Giovanna

Buon giorno. Vuole la zia?

Andrea

No, no, volevo proprio loro. So che la zia alla mattina ha molte cose da fare e ho pensato che era il momento migliore per avere un breve colloquio con loro. (A Vincenzo) Oh, guarda come è vestito. È la sua tenuta da lavoro?

Giovanna

Vero come sta bene?

Andrea

Bel giovanotto. Poi si vede l'estro.

Vincenzo

Bene, ora basta. Che cosa c'è?

Andrea

(Titubante) Ecco, so che loro si trattengono poco tempo e io non ho la comodità di fare il furbo e di aspettare l'occasione. È una cosa molto importante e come devo dire? Molto delicata.

Vincenzo

Si sieda, prego. Che cosa accade?

Giovanna

Malattie forse?

Andrea

Malattie, no.

Giovanna

Dunque?

Andrea

Strano, non so da che parte cominciare.

Vincenzo

Cominci dalla fine.

Andrea

Sarà meglio. Si tratta di matrimonio. Del matrimonio della loro zia.

Vincenzo

La zia si sposa? Che stupida.

Andrea

Lei mi toglie il coraggio di parlare.

Giovanna

Non l'ascolti e venga al fatto.

Andrea

Ecco, vede? (Si pente) No, non è possibile. Mi avvedo che non è possibile. Parlare di queste cose con dei giovani! Con dei giovani innamorati! Che cosa terribile il tempo! Venti anni di differenza ed ecco, non è più possibile parlare insieme.

Vincenzo

Dottore, parli liberamente, non vede che ho un costume di cinquantanni fa?

Andrea

Lei scherza, ma io... (Reagendo) Insomma, io ho fatto sapere alla loro zia che io volontieri la sposerei. Se vogliono ridere, ridano pure.

Giovanna

Non c'è niente da ridere.

Vincenzo

Naturalmente. Non è mai tardi per farsi un focolare...

Giovanna

E allora? Come finisce questo romanzo?

Andrea

Niente romanzo, per carità. Siamo seri. Volevo sentire il loro parere in proposito.

Vincenzo

Insomma lei viene a chiederci ufficialmente la mano della zia.

Andrea

Ecco, press'a poco...

Vincenzo

Ma dico, ci ha pensato bene? Voglio dire ci sono delle intenzioni serie? Perché si fa presto a far girare la testa a una ragazza e poi...

Giovanna

No, Vincenzo, no...

Vincenzo

Tu stai zitta. Bisogna sapere le cose con chiarezza. Per esempio, può dirci qualche cosa intorno alle sue condizioni economiche? Perché non so se lei sa che la vita in due è più economica; ma costa il triplo.

Giovanna

Ma no, ma no...

Andrea

No, signora, il signore parla assennatamente e io rispondo subito. Un po' la vita solitaria che costa la metà, un po' la professione che in qualche periodo rende, un po' qualche cosuccia di famiglia, un mezzo milione di lire circa... Come vedono, sono preparato alla vita in due e anche in tre.

Vincenzo

Come in tre? È un cinico lei?

Andrea

(Vivace) Dico, se venisse un piccolo... Non lo spero, non lo spero...

Vincenzo

Per carità, povero bambino...

Andrea

Perché?

Vincenzo

Ma sì, il cacao, Orazio Coclite...

Giovanna

Ma non perdiamoci in chiacchiere. Ha già parlato alla zia?

Andrea

Sì, per lettera.

Giovanna

Ha risposto?

Andrea

Vagamente. Ma, vedono, la loro zia ha una psicologia, dirò così, un poco complicata per un medico. Ma insomma non mi pare che in fondo, in fondo, ci sia nulla che... come dire? mi precluda... Non so se dico la parola esatta... la speranza... (Sbuffa) Intendiamoci bene: io non amo la signorina Lucia.

Giovanna

No? Allora?

Andrea

Ma le voglio tanto bene. E per sposarsi, ci vuole appunto questo.

Vincenzo

Sì?

Andrea

Certo. La famiglia, secondo me, non è un divertimento per due persone di sesso diverso. È un'altra cosa, più seria, più complicata, più nobile... Se non fosse così non avrebbe resistito per tanti secoli, no?

Vincenzo

Già... Non ci avevo mai pensato.

Giovanna

(Interrompendolo) Va bene, lei vuole che l'aiutiamo a realizzare il suo sogno?

Andrea

Sogno...? Progetto!

Giovanna

Bene. Faremo quanto sta in noi. Per quanto, se lei sapesse tante cose, lei comprenderebbe che in questo momento il nostro aiuto...

Vincenzo

Perché? Ma appunto per questo. Anzi. Lei sarà nostro zio. Deve essere nostro zio. Ce n'era bisogno perché non l'avevamo uno zio dottore... Avevamo uno zio colonnello, uno zio giudice... Ma uno zio dottore...

Andrea

Magari, magari...

Vincenzo

Ma lei deve incominciare ad essere nostro zio prima di esserlo. Abbiamo anche noi da realizzare...

Andrea

Un progetto?...

Vincenzo

Un sogno. Vero Giovanna? Un sogno. Noi aiutiamo lei a patto che lei aiuti noi...

Andrea

Ma certo. Di che si tratta?

Vincenzo

Ora le diremo. Una cosa seria, come la sua...

Andrea

Un matrimonio?

Vincenzo

Qualche cosa del genere, ma in un altro senso. Dunque noi aiutiamo lei e lei aiuta noi... Una mano lava l'altra. Benissimo. Ecco di che si tratta: lei è uomo di mondo e sa come vanno certe cose.

Giangiacomo

(Entrando) Si può?

Giovanna

Avanti, avanti...

Vincenzo

(Al dottore) Dopo, dopo. (Andrea va a salutare Giangiacomo mentre Vincenzo si avvicina a Giovanna per sollecitarne la approvazione).

Vincenzo

(A parte a Giovanna) Eh? Che ne dici?

Giovanna

Non ti illudere. Quello lì non è un alleato serio.

Vincenzo

Perché?

Giovanna

Perché sarà nostro zio.

Vincenzo

Speriamo che non si affezioni subito. D'altra parte senza qualcuno che ci aiuti.

Giangiacomo

Buon giorno, signora.

Vincenzo

Ciao, bello.

Giangiacomo

Ma come ti sei conciato?

Andrea

Sa che cosa mi diceva questo signore? Che le manca una cosa per essere perfetto: una pipa.

Vincenzo

L'ho su in camera.

Giangiacomo

Benissimo, sarai un perfetto tipo di cantante.

Andrea

Già da «Bohème». L'ho vista una volta, ho pianto come un vitello.

Vincenzo

Benissimo. Ha fatto bene a dirmelo. La zia ama la gente sensibile alla musica.

Andrea

(A parte, a Vincenzo) Se le può essere utile allo scopo l'avverto che io ho anche una discreta voce da baritono leggero, che tra l'altro in certi casi mi è stata utile. Per la professione.

Vincenzo

Cosa?

Andrea

Avrà letto in qualche parte che la musica è un potente mezzo terapeutico. Quando scientificamente non c'è una via chiara da seguire, si tenta di influenzare il sistema nervoso del paziente.

Vincenzo

Con una romanza da baritono leggero.

Andrea

In mancanza d'altro.

Vincenzo

E guariscono?

Andrea

No, ma muoiono serenamente. Bene, io vado. Chiedo scusa a tutti ma mi aspetta un malato a un chilometro di qui. Signora, ossequi.

Vincenzo

Dottore, l'accompagno. (Ai due che restano mentre il dottore è già uscito) Torno subito. Posso tornare da un momento all'altro. (Via).

Giovanna

Ha sentito che cosa ha detto mio marito?

Giangiacomo

Sì. Non mi pare di molto buon gusto...

Giovanna

Oh, i mariti...

Giangiacomo

(Muovendosi per uscire) Mi farà la cortesia di dirgli che me ne sono andato subito.

Giovanna

No, via, non dia importanza a queste cose. Si sieda. Mi può ascoltare?

Giangiacomo

(Imbarazzato) Veramente le dirò che sono venuto di passaggio. Volevo comunicare a Vincenzo che avevo ricevuto un telegramma da Milano che mi obbliga a partire presto. Sabato al più tardi.

Giovanna

E dove va?

Giangiacomo

In Africa, alla caccia grossa. Era una cosa stabilita da molto tempo. Non c'era che da fissare la data. Ecco qua, i miei amici. (Mostra un telegramma) Vede? «Tutto sommato meglio partire subito imbarco martedì Napoli Conte Grande».

Giovanna

In Africa? Bene. Senta. Ho una ispirazione. Ieri, in treno, profittando dell'assenza di mio marito, lei mi ha accarezzato una mano. No?

Giangiacomo

(A disagio) Sì, ma....

Giovanna

Dieci minuti prima di arrivare alla stazione, profittando della distrazione di mio marito che si divertiva a gettare delle buccie d'arancio dal finestrino, lei mi ha passato un braccio dietro la vita e tric... ha stretto.

Giangiacomo

Le ho fatto male?

Giovanna

Non dico questo. Quando mi è caduta la borsetta nell'andito oscuro di questa casa e ci siamo chinati tutti e due, lei ha trovato modo di darmi un bacio qui, dietro l'orecchio.

Giangiacomo

Trovato modo... Trovato l'orecchio. Ma insomma lei avrebbe dovuto protestare subito e non aspettare ventiquattro ore per sollevare dei reclami.

Giovanna

Io non sollevo reclami. Io domando semplicemente perché ha fatto tutto ciò.

Giangiacomo

Ma, così...

Giovanna

Si è reso conto della importanza di queste cose e delle responsabilità che esse comportano ?

Giangiacomo

Responsabilità? Un po' di corte... Un dovere... Lei è una bella signora... Suo marito è un mio caro amico... Che responsabilità?

Giovanna

Ma io non conto niente? E se mi fossi innamorata di lei?

Giangiacomo

Non lo dica! Come potrei crederlo? Lei dice di essere una donna moderna; ora una donna moderna deve sapere che le storie che si raccontavano una volta sugli amori fulminei non sono più credibili.

Giovanna

Innamorata, forse no... Ma turbata... Non c'è nulla di romantico in tutto ciò.

Giangiacomo

Benissimo. Allora lei è turbata. E che cosa vuole da me?

Giovanna

(Pausa) Una sigaretta? (Offre).

Giangiacomo

No, grazie.

Giovanna

Posso fumare io? Le dà noia?

Giangiacomo

Per carità.

Giovanna

È strano. Si direbbe che le ragioni per le quali lei mi fece l'onore di tante attenzioni siano scomparse del tutto. Forse non le piaccio più?

Giangiacomo

Oh, che dice? È deliziosa...

Giovanna

E allora?

Giangiacomo

Vede? Voglio essere franco con lei. Lo merita. Io sulle prime avevo creduto di avere di fronte a me una coppia di sposi felici. Ecco perché...

Giovanna

Ma, dico, non le pare un po' forte?

Giangiacomo

Perché? Io sono scapolo. Ora, gli scapoli da quando esiste il matrimonio sono attratti dalle felicità coniugali come le farfalle dalle lampade accese. Ma voi due non fate che bisticciarvi ogni momento e per qualsiasi causa. Non si fa così se ci si vuol fare amare. Ci vuole pace nelle famiglie. Insomma, signora, non fa piacere accorgersi di essere presi in considerazione da una donna soltanto perché è stanca del marito e cerca un appoggio per sostituire il marito che intende piantare.

Giovanna

Ah, lei ha capito tutto questo? Ma come diventano intelligenti questi uomini!

Giangiacomo

Non mi vanto. Vincenzo si è confidato.

Giovanna

Che imbecille! Non lo credevo così vecchio stile.

Giangiacomo

Ma che vecchio stile, poveraccio! Si metta nei suoi panni. Del resto, in questa materia è tutto vecchio stile. Anche lei.

Giovanna

Io?

Giangiacomo

Ma sì. In sostanza, le donne di oggi come quelle di ieri quando sono stanche di un uomo o quando lo perdono ne cercano subito un altro. In tutto questo armeggio l'amore è un puro caso. Per le donne, l'importante oggi come ieri è trovare un padrone a cui dare degli ordini.

Giovanna

La sa lunga lei.

Giangiacomo

Il bisogno aguzza l'ingegno.

Giovanna

Il bisogno di liberarsi di me?

Giangiacomo

Ma santo cielo! Perché le donne quando non sanno come risolvere il problema della loro vita vanno a complicare la vita degli uomini? Insomma, lei ha un programma definito in testa?

Giovanna

Sì, io voglio vivere secondo la mia volontà, le mie inclinazioni spirituali, il mio gusto...

Giangiacomo

E lei crede che io le permetterei tutta questa roba, più di quello che non gliela permetta suo marito? Ma padrone per padrone, perché non si cerca un principale? Si trovi un impiego: conquisti la sua indipendenza sociale e poi faccia tutto ciò che vuole.

Giovanna

Grazie del consiglio sentimentale. Ma insomma, lei parte.

Giangiacomo

Vado in Africa. Sabato sera.

Giovanna

Le chiedo un grande favore. Sabato sera lei mi rapisce.

Giangiacomo

Cosa?

Giovanna

Non fantastichi. Lei conosce la situazione. Ebbene devo dirle che io non ho alcuna fiducia nelle trattative diplomatiche. Non si verrà mai a capo di nulla senza un colpo netto ed energico. Sabato sera lei viene qui sotto, fa un fischio, canta una canzonetta, io scendo e via. Poi mi deposita in qualche luogo e prosegue per conto suo. Mi basta l'aria dello scandalo. Non abbia paura perché sono capace di farle ottenere il nulla osta da mio marito.

Giangiacomo

(Pausa) Bene, bene... Dopo tutto è come un servizio di tassì... E dove la sbarco?

Giovanna

Dove vuole, in Africa magari.

Giangiacomo

No. Preferisco prima. Ah... Che bel caso... La più curiosa avventura della mia vita... Il rapimento bianco di una donna che avrebbe potuto essere la mia amante... (Interrompendosi) Ma dico, mi giuri che non sta facendo della caccia grossa.

Giovanna

Oh, lei crede di essere una bestia così importante?

Giangiacomo

Grazie. Allora a sabato. Una canzone...

Giovanna

Sì, ma diamoci un contegno. Potrebbe venire qualcuno... Vuol sentire l'ultimo disco di musica negra? Non ne sentirà di simili nemmeno al Congo. Colore locale.

Giangiacomo

Infatti la musica negra è il colore locale del mondo civile. (Suonano e ballano).

Lucia

(Compare di nuovo sulla porta e resta stupefatta) Ma come? Non ballavi con tuo marito dianzi?

Giovanna

(Che ha smesso di ballare) Volevo fargli sentire un disco nuovo. (Il grammofono tace).

Lucia

Ma si ascolta con le gambe quella roba là?

Giangiacomo

Veramente io me ne stavo andando.

Lucia

Bel modo di parlare: me ne stavo andando.

Giangiacomo

Stavo...

Lucia

Niente stavo. Ero sul punto, sulle mosse. Ecco la giusta locuzione.

Giangiacomo

(Seccato) Ma, senta, oramai, quel che ho imparato ho imparato.

Lucia

Comoda teoria.

Giangiacomo

(Trattenendo un sospiro di impazienza) Insomma, ero sulle mosse per andarmene e porgo all'eletta comitiva i miei saluti. Parto.

Giovanna

Pensa, zia, va in Africa alla caccia grossa. Che fortunato!

Lucia

Fortunato perché va ad ammazzare delle povere bestie feroci? Io non approvo i divertimenti violenti.

Giangiacomo

Ma, signorina, creda che anche giuocare a sette e mezzo è una ebbrezza che stanca, alla fine.

Lucia

Sì, sì, capisco. Spero che lei vorrà farmi la cortesia di ascoltare alcune cose che debbo dirle a quattr'occhi. Ho studiato il suo caso. Lei aveva bisogno che qualcuno mettesse in ordine la sua vita interiore e la indirizzasse.

Giangiacomo

Ma, vede... Ho molte cose da fare prima di partire.

Lucia

Non si tratta che di pochi minuti.

Vincenzo

(Entrando) Eccomi qua.

Lucia

Dove sei stato?

Vincenzo

Io? Ho accompagnato il dottore.

Lucia

Il dottore era qui?

Vincenzo

Sì. Che caro uomo quel dottore...

Giovanna

Tanto caro.

Lucia

Ma che cosa voleva da te?

Giovanna

Ma niente, zia.

Lucia

Rispondi quando sei interrogata. Che cosa voleva?

Vincenzo

Ma niente. Abbiamo parlato del più e del meno.

Lucia

Guardami in faccia.

Vincenzo

(Mostrandosi a volto aperto) Eccomi. Non dico bugie. Guarda anche nella fronte, non si vede nulla...

Lucia

Bene, basta così.

Vincenzo

Che caro uomo quel dottore.

Giovanna

Sì, tanto.

Vincenzo

Parliamo un poco del dottore.

Giangiacomo

Scusa... Stavo... Ero sulle mosse per andarmene.

Vincenzo

No, via, un momento.

Lucia

Ma se il signore non può.

Vincenzo

Prendi almeno un vermouth. Zia, hai un vermouth?

Lucia

Niente vermouth. È un veleno.

Vincenzo

Sì, ma per un amico...

Giangiacomo

Grazie, caro, sei pieno di pensieri delicati.

Lucia

Se il signore vuole restare a colazione.

Giangiacomo

Grazie, signorina Lucia. (Le si avvicina per salutarla).

Lucia

(Con circospezione) Senta, non mi farà, spero, lo scherzo di andarsene senza ascoltarmi. Mi guardi negli occhi. Bravo. Ho capito tutto, sa? Tutto.

Giangiacomo

(Che non riesce a tenere un contegno molto serio) Mi scusi, tutto che?

Lucia

Tutto. Ma non è questo il momento. Le dico soltanto che la sua decisione di partire, di allontanarsi per sempre, mi piace. La innalza ai miei occhi. Lei non va in Africa alla caccia grossa. Lei fugge il male che le insidia il cuore. Un amore infelice, non è vero?

Giangiacomo

Ma che cosa pensa? Un amore? (Ride). No, signorina Lucia. Permetta che le dia a mia volta un consiglio. Non si fidi della pedagogia, non ha mai servito che ad educare i maestri. (Ride ancora, ma i suoi occhi cadono sul medaglione e immediatamente il riso si spegne sulle sue labbra). To'...

Lucia

(Coprendo pudicamente con la mano il medaglione) Eh?

Giangiacomo

(Imbarazzato) Niente... domandavo se è antico...

Lucia

(Mostrandoglielo) La rilegatura è del Cinquecento.

Vincenzo

Insomma Giangiacomo, deciditi. Te ne vai o no?

Giovanna

Non faccia cerimonie, resti a colazione.

Giangiacomo

Come? A colazione? Ma, ecco, se proprio volete e non disturbo...

Giovanna

L'ha invitato la zia, dunque...

Giangiacomo

Sì, molto gentile. Allora, resto. Il permesso di mandare un avvertimento a casa. Un attimo solo. (Via di corsa mentre gli altri lo seguono imbarazzati e stupiti del mutamento).

Vincenzo

Ma che cos'ha?

Lucia

Eh, capisco io. Quell'uomo ha un tormento segreto...

Vincenzo

Prima di colazione è facile averne.

Lucia

No, no; so, io, capisco tutto...

Vincenzo

Sì? Allora spiegami il dottore.

Lucia

Il dottore? E che c'è da spiegare?

Vincenzo

Mi sembra tanto strano... Pieno di interesse.

Giovanna

A me pare un imbecille.

Lucia

Questo no. Un medico, specialmente in campagna, merita tutto il nostro rispetto. Porta per i casolari la luce della scienza e della carità. Solo, per lande sconfinate combatte contro i pericoli di tutti. È una vita nobile. E non so poi quanti ne sentano la poesia come questo nostro dottore che tu definisci un imbecille, perché non capisci nulla.

Giovanna

Scusami, zia, hai ragione, non ci avevo pensato.

Vincenzo

Che uomini una volta!

Giovanna

Puoi dirlo! Voi giovani moderni, invece, non sapete nemmeno che cosa significhi amare una donna. Egoisti e presuntuosi, non pensate che a voi stessi e poi vi meravigliate se le vostre donne prendono il volo.

Lucia

(Scandolezzata) Ma Giovanna, che cosa dici? Non ti vergogni?

Vincenzo

Lasciala dire, zia, se vuoi sentirne delle belle. Come se le donne d'oggi meritassero una particolare considerazione. Siete così poco interessanti che la fate venire voi la voglia di essere traditi. Perché è una liberazione finalmente.

Lucia

Oh, cielo! E io li ho benedetti tutte le sere col segno della croce!

Giovanna

Calmati zia, tutto questo è per dire che dopo tutto capisco benissimo come un uomo del genere del dottore possa invece rendere felice una donna.

Vincenzo

Su questo siamo d'accordo. Non è vero, zia, che è così?

Lucia

(Imbarazzata) Ma, può anche essere. Ma alla fine non ha preso moglie.

Giovanna

Potrebbe prenderla.

Lucia

(Sospettosa) A quella età?

Vincenzo

Perché no? È forte come una quercia.

Lucia

Potrà essere abile alle fatiche di guerra, ma quanto all'amore inteso come sentimento sovrano... figli miei... Ma dico, si può sapere perché abbiamo scelto questo strano argomento di conversazione?

Vincenzo

In campagna... Che cosa si fa in campagna? Si parla del più e del meno...

Giovanna

E ci domandavamo come mai una donna come te, bella, colta, fine, non abbia mai pensato di profittare della sola cosa buona che avesse il tuo tempo: gli uomini.

Vincenzo

E sei ancora in tempo, zia...

Lucia

Ma, ma, ma... Che cosa imbrogliate? Che razza di discorsi vi permettete con me? Vi proibisco di mancarmi di rispetto, capite? Vi ho insegnato che la vecchiaia va rispettata. Sta' a vedere che a questa età mi devo sentir parlare del mio matrimonio proprio da voi.

Giovanna

E non mi hai sempre parlato tu del mio?

Lucia

Ma, grazie a Dio, io avevo qualche cosa da insegnarti. No?

Giovanna

Scusa, zia, credi proprio che non abbia nulla da insegnarti io? Se venisse al mondo Maria Stuarda non potrei forse darle degli ottimi consigli sul modo di comportarsi?

Lucia

Ma senti, senti...

Vincenzo

È fatta: attacca con la storia.

Lucia

Ma benedetta ragazza, tu hai quattro secoli di vantaggio su quella sventurata.

Giovanna

Questo significa che io sono più vecchia di lei di quattro secoli. Come sono più vecchia di te di venti anni.

Vincenzo

Sì, sì, ha ragione lei... Quando mi cullavi tra le tue braccia, credevi di avere a che fare con un bambino, non è vero? Niente affatto: ero tuo nonno.

Lucia

Oh, la mia povera testa. Vi confesso che provo una profonda umiliazione nel sentirmi oramai incapace di tenervi testa. Siete cattivi... Non dovete burlarvi di me. (Si intenerisce) Non ho altro bene che voi, a questo mondo.

Vincenzo

No, zia, fammi il piacere di non piangere. Guarda, piuttosto ti domandiamo scusa.

Giovanna

Credevamo di poter parlare di tutto con te. Si discuteva e ci si domandava, così, accademicamente, come mai la zia è rimasta sempre sola. Che male c'è?

Lucia

Ve lo dirò. Perché io non ho potuto realizzare il mio sogno come voi avete fatto. Io non ho mai potuto concepire il matrimonio che come la benedizione di Dio su un grande amore.

Giovanna

No, zia, il matrimonio non è un divertimento per due persone di sesso diverso.

Vincenzo

È una cosa più seria, più lunga... Dura da secoli.

Giovanna

Ci si sposa per avere qualcuno intorno a sé, per avere dei bambini...

Vincenzo

Per avere un posto anche piccolo dove essere il padrone assoluto e comandare a bacchetta e far marciare in gamba i ragazzi, se ci sono.

Giovanna

Essere un aiuto per il marito.

Vincenzo

Per la moglie un sostegno.

Giovanna

Allearsi contro la vita.

Vincenzo

Volersi bene.

Lucia

(Che ha ascoltato chinando la testa, si alza di scatto) Basta, adesso basta! Non ne posso più. Mi avete confusa, stordita... (Via. I due restano per un attimo silenziosi a guardarsi).

Vincenzo

Dico, sai che, a parte Maria Stuarda, hai detto delle cose belle? Mi hai quasi commosso.

Giovanna

Sì... Anche tu parevi convinto.

Vincenzo

Sai? Certe cose sono sorprendenti. Avevo come la intenzione di dire delle bugie e avevo come l'impressione di dire delle verità.

Giovanna

(Dopo una pausa) Hai detto tutto al dottore?

Vincenzo

Sì. Saltava come un capriolo. Non voleva credere. Poi, quando si è calmato, ha dichiarato solennemente che non ne farà nulla fino a che non sia definitivamente nostro zio.

Giangiacomo

(Rientrando sempre imbarazzato e incerto come quando è uscito) Eccomi qua. Siete soli?

Vincenzo

La zia è andata a preparare per te.

Giangiacomo

Dite un po': da quanto tempo lo porta vostra zia quel medaglione?

Giovanna

E chi lo sa? Da quando mi ricordo, io, mi ha sempre fatto pregare tutte le sere per quel signore. Anzi, mi sono stupita che non abbia ripreso quell'abitudine ieri sera.

Giangiacomo

Ma... Quel signore...

Vincenzo

Ah, io non le ho mai chiesto nulla. Perché?

Giangiacomo

Così, una curiosità. Domandavo se lo aveva da molto tempo, ecco tutto.

Vincenzo

Io me lo mettevo in bocca quando facevo i denti.

Lucia

(Rientrando più serena. A Giangiacomo) Oh, già ritornato? Bravo. Ora parlerò con lei.

Vincenzo

Sì, sì, sentiamo: per me è una gioia sentir parlare la zia con un altro.

Lucia

Niente affatto. Voi due uscite. Andate nella vigna a prendere dell'uva. Prenderete anche un po' di sole. Credo che ne abbiate bisogno. Siete pallidi. Ecco due cestine: una a te e una a te. E non fate gli sciocchi. Potete darvi il braccio. Bravi. Potete anche stare più stretti. È bello vedere due giovani sposi che si amano e non si vergognano. Brava. Appoggia la tua testina sulla spalla di tuo marito e pensa che questa gioia che ti tocca, non è di tutti. Andate.

Vincenzo

(Che si è docilmente prestato come Giovanna alla composizione del quadretto) Va bene così? E adesso che cosa potremmo cantare? Quando è di maggio...

Lucia

In fondo non sei che un burlone. Guardate di ritornare appena udite il gong della colazione.

Vincenzo

(Da parte, a Giangiacomo, mentre esce) Povero amico mio, preparati ad affrontare Orazio Coclite. (Via canterellando).

Lucia

(Sola con Giangiacomo) Dunque a noi due: lei sta per partire.

Giangiacomo

Sì, però...

Lucia

Mi lasci dire. Io credo che lei non ami affatto la caccia grossa.

Giangiacomo

Ma ecco, veramente non è che un capriccio.

Lucia

Lei parte per fuggire mia nipote.

Giangiacomo

Ma, sa, veramente...

Lucia

Non mi si può nascondere nulla. Lei ama appassionatamente mia nipote.

Giangiacomo

Io? Lei crede che sia per questo? Oh no! (Ride rispettosamente). No, signorina, le giuro!

Lucia

Non giuri. Sta male giurare. Non si deve mai giurare, specialmente quando non si dice la verità. Lei ama mia nipote al punto che da gentiluomo come è, preferisce andare lontano per il mondo a cercare in qualche luogo l'oblio e la pace del suo cuore. Bravo. Fa bene. Bisogna sapere combattere contro le cattive tentazioni. Ebbene vada e che sia benedetto del bene che fa. Benedetto anche nel suo amore infelice. L'amore, anche quando non è corrisposto, anche quando non si traduce in una tangibile felicità, ha sempre un suo raggio di bellezza che eleva l'anima verso l'alto.

Giangiacomo

Signorina... non creda... come devo dirle...

Lucia

Allora perché parte così precipitosamente?

Giangiacomo

Ma, così... Certo è bene lasciare due giovani sposi nella piena libertà di godersi la loro luna di miele.

Lucia

Lo vede che c'entra mia nipote? Oh, non mi sbagliavo. Quando un uomo si abbandona ad atti impulsivi come questa sua partenza, ci deve per forza essere di mezzo l'amore. Sempre. L'amore è tutto.

Giangiacomo

Lei crede?

Lucia

Vedo. So.

Giangiacomo

Anche per lei?

Lucia

Ma scusi io che c'entro? Io sono vecchia.

Giangiacomo

Forse è più giovane di me. Lei ha amato.

Lucia

La prego...

Giangiacomo

Oh, non intendo mancarle di rispetto, signorina. Ma vedendo con quanto orgoglio e quanta fedeltà ella porti al suo collo quel medaglione...

Lucia

(Difendendo il medaglione con un rapido moto della mano) Sì, ma non si tratta di questo. Non faccia il fanciullo ribelle e lasci che il tema della conversazione non muti. Lei vuol fare su di me del turismo psicologico.

Giangiacomo

Oh, no, mi creda. È invece una cosa molto più seria. La scongiuro di lasciarmi guardare quel ritratto. La prego.

Lucia

Ma che ha? Eccolo. Guardi.

Giangiacomo

(Guarda il ritratto con reverenza) E lo ha amato?

Lucia

(Vivace) Ma chi le dà il diritto?...

Giangiacomo

L'ha amato?

Lucia

(Sempre più colpita dalla strana condotta del giovane) Sì l'ho amato. Ma non è una cosa come ella crede, sa. Si tratta di ben altro.

Giangiacomo

Posso rileggere quella dedica?

Lucia

No, adesso basta. Non vorrei che ella credesse... Perché vede è stato più che un amore.

Giangiacomo

Non tema signorina, non penso a nulla di irriverente. Un uomo come quello, pieno di cuore, un generoso, un sognatore...

Lucia

(Scattando) Come? Ma lo conosce?

Giangiacomo

(Fa un gesto come per dire: sfido).

Lucia

(Con un gesto rapido) Zitto, zitto, non parli, non mi dica nulla.

Giangiacomo

Come crede. Però...

Lucia

No, adesso no. Sa, non mi aspettavo... Oh, la vita! Dovevo attendere, attendere. (A un cenno di Giangiacomo, spaventata) No, la prego: adesso tutte le volte che lei accenna a parlare, sento che il cuore mi scoppia. E per carità non dica nulla ai miei nipoti. Non c'è nulla di male sa. Nulla che io non possa dire davanti a Dio, ma, non so perché, mi intimidisce chiunque, adesso... anche lei. Non mi guardi, la prego. Chi sa come sono brutta, scomposta... (Va allo specchio a rassettarsi).

Giangiacomo

Del resto... no, stia tranquilla, non dico nulla. Ma penso che, a giudicare almeno dal mio sentimento, anche lei dovrebbe avere piacere, invece, di parlarne. È così bello ricordare le persone che amammo quando erano in vita!

Lucia

(Si volge colpita) Quando erano?...

Giangiacomo

Anche la mamma, dopo la morte di mio padre diceva di sentire una voce che la chiamava di lontano: Lucia, Lucia. Già, anche mia madre si chiamava Lucia.

Lucia

(Alzandosi in piedi, con sforzo) No, zitto, zitto, la prego. Che vergogna, che vergogna, che vergogna! (Si stacca con moto subitaneo il medaglione dal collo e lo porge al giovane) A lei, non è mio, sa. Il suo posto...

Giangiacomo

(Interrompendola) Ma che fa? Nemmeno per sogno. Lo tenga, lo tenga. Non creda che io non sappia comprendere.

Lucia

Ma che cosa dice? Non c'è nulla da comprendere e tanto meno da compatire, sa. Perché lei la verità non la conosce.

Giangiacomo

Non importa, signorina, non importa. Comunque sappia che io sono un uomo e che sono perfettamente in grado di valutare i casi della vita e di dare loro l'importanza che meritano.

Lucia

Ma come? Non ha importanza quello che lei pensa? Lei si trova o crede di trovarsi di fronte a una terribile rivelazione che potrebbe offuscare la memoria di suo padre...

Giangiacomo

Ma perché? Stavo appunto dicendole che per chi l'ha conosciuto, specie quando era giovane, con quel suo cuore tumultuoso, tutto ciò è quasi naturale. Il temperamento da un lato, poi l'epoca dall'altro. Era quello il tempo degli ideali d'amore. Si innamoravano allora.

Lucia

Ma che fa, che dice! Io non permetto, non per me sa, ma per lui che lei creda a ciò che non è vero.

Giangiacomo

Senta, signorina, io sono qui, pronto ad ascoltare e a credere a tutto ciò che mi dirà, ma vorrei che si rendesse conto che tutto ciò è inutile.

Lucia

(Energica) Devo dirle!

Giangiacomo

(Con condiscendenza ostentata) E dica!

Lucia

(Smontata) Così? Oh, allora ha ragione lei. È inutile. Ma che cosa avete nel cuore? Di fronte a voi ci si vergogna anche della innocenza.

Giangiacomo

Ma perché? Perché ho trattato con mano leggera le generose tenerezze di mio padre?

Lucia

E come tratta dunque il pensiero di sua madre?

Giangiacomo

Questo non c'entra. Io dico che non bisogna considerare certe cose sotto un aspetto drammatico, se no, che complicazione diventa questa vita?

Lucia

Oh, io avrei voluto offrire qualche cosa di puro al suo cuore di figlio, ma lei non ne è degno, non è degno. Se ne vada, se ne vada, la prego.

Giangiacomo

Ma, signorina, io non capisco.

Lucia

Lo so benissimo che non capisce. È per questo... Se ne vada.

Giangiacomo

(Scuote le spalle e se ne va).

Lucia

(Sola) Povera gente! (Guarda lungamente il medaglione e mormora) Niente. Che solitudine!... (Di lontano si odono le voci di Vincenzo e di Giovanna che cantano e il frastuono improvviso del gong).

FINE DEL SECONDO ATTO

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