Maurizio e detti
Maurizio – (rientrando) È duro come un tedesco! Ho fatto tutto quello che ho potuto per mandarlo via, ma non ci sono riuscito. Aspetterà.
Elena – Ma almeno si potrà sapere quello che vuole?
Maurizio – Viene da parte del Rettore dell’Università. Punto e basta.
Roberto – Domando scusa. Vorrei annoiare il meno possibile. Lasciate che finisca...
Maurizio – Ma non avevi già finito?
Roberto – Un mese fa eravamo tutti alleati...
Maurizio – Un mese fa. E dalli col mese fa...
Elena – Sì, sì, Maurizio, ascoltate anche voi... Chi sa... Vediamo...
Maurizio – Ma si può sapere che cosa vuoi fare? La tua insistenza diventa irragionevole, assurda... Vuoi cozzare contro l’impossibile...
Roberto – Il professore deve convertirsi un’altra volta, deve continuare i suoi studi e compiere quegli esperimenti che sono necessari alla realizzazione pratica industriale della legge da lui trovata sulla trasformazione elettrica della energia solare.
Maurizio – Ma dove credi di arrivare?
Roberto – Voglio arrivare dove un mese fa volevamo arrivare tutti...
Maurizio – Ma è assurdo...
Elena – No, Maurizio, non dite così... bisogna arrivare a convincerlo...
Maurizio – Il Maestro è irremovibile...
Roberto – Sei sicuro?
Maurizio – Sicurissimo.
Roberto – Allora hai già tentato?
Maurizio – (debolmente) Come no?
Roberto – Ritenterai...
Maurizio – No...
Elena – Maurizio, Maurizio...
Roberto – Senti, io non ho tempo da perdere. La maggior parte delle mie passività figurano nei bilanci di due grandi industriali francesi... Sai, quelli dei gas asfissianti... Essi conoscono bene il professor Panteo, perchè fu lui a perfezionare la loro composizione...
Maurizio – Va bene, va bene...
Roberto – Io ero alla vigilia del fallimento. Ho detto tutto, ho promesso tutto... Essi mi hanno accordato un respiro, ma saranno qui fra pochi giorni a vedere, a sapere quello che c’è di vero nella mirabolante speranza che ho fatto luccicare innanzi agli occhi... Io ho data per sicura l’invenzione del professore...
Maurizio – Hai commesso una mascalzonata...
Roberto – Va bene: delle parole ingiuriose che tu mi dici terrò conto a suo tempo. Per ora restiamo al sodo della questione. L’invenzione del professore è un fatto...
Maurizio – Ecco dove ti illudi!
Roberto – Per lo meno è vicino al fatto.
Maurizio – Ma lo vuoi capire? Le invenzioni ci sono e non ci sono...
Roberto – Ci sono intanto degli studi sulla elettrificazione della energia solare dei quali intanto si potrà ottenere qualche cosa. I francesi si accontentano di questo. Per tentare, per incominciare almeno... Non hanno già la pretesa di abolire la macchina a vapore in ventiquattro ore. D’altra parte lui, il Maestro, non ci rimetterà proprio niente.
Elena – Ecco, ecco, Maurizio, vedete... dite anche voi...
Maurizio – Io non dico nulla. Il Maestro non mi ammette più alla sua confidenza e ignoro, ignoro...
Roberto – Adesso io non ho più tempo da perdere e non posso più ballare con te la tarantella dell’equivoco. Esigo... esigo...
Maurizio – Che cosa... Con che diritto?
Elena – (intervenendo) Per carità... non parlate più... Sì, Trezzi, vedrete che tutto quello che si potrà fare si farà e anche lui, anche Maurizio... (mentre Trezzi, raccolto il cappello, va alla comune).
Roberto – Arrivederci, signora... Ciao. (via)