Elena e Maurizio
Maurizio – (dopo che Trezzi è uscito) Io non permetterò più che quell’uomo mi parli con tanta arroganza. La vostra presenza lo ha salvato.
Elena – Oh, Maurizio, avete proprio il diritto di essere severo con lui?
Maurizio – E perchè non dovrei esserlo? (come comprendendo a un tratto ciò a cui vuole alludere la donna) Ah... e che cosa ne sa, lui?
Elena – Eh... forse, sa...
Maurizio – Vi ha detto qualche cosa?
Elena – No, nulla... Ma in ogni modo, voi non avete diritto... Non si deve mai dimenticare, Maurizio, i torti che si fanno agli altri... Ciò rende migliori, o, almeno, un poco più giusti...
Maurizio – (infiammandosi a poco a poco) Ma quando finirete di ricordarmi queste cose? Voi sapete bene che sua moglie non aspettava che un’occasione... Io ero giovane, non mi preoccupavo di tante cose, che oggi mi sembrano enormi... Che so? Non avevo questo, sopratutto, non avevo mai amato... Oggi mi vergogno di quell’errore... Una stupida avventura goliardica e giù di lì... Sì, mi vergogno. E proprio voi che io amo, lasciatemi dire, proprio voi che io amo, prendete gusto a sottopormi a questa tortura... Ma perchè? Perchè, se da quando voi siete entrata nella mia vita...
Elena – Non continuate, Maurizio. Speravo che la lunga assenza vi avrebbe aiutato a riflettere e a rinsavire... Vi ho già detto un’altra volta...
Maurizio – Ma perchè condannarmi a questa tortura, a questa incertezza?
Elena – (con severità) Insomma...
Maurizio – Vi ho offesa?
Elena – Certo! Voi dimenticate che fui proprio io a consigliarvi di lasciare quella donna...
Maurizio – Oh, io non dimentico. Non dimenticherò mai quell’ora, quelle parole... esse erano suggerite da un affetto così tenero...
Elena – Non da un calcolo!
Maurizio – E chi può aver pensato a un calcolo?
Elena – Voi, proprio voi. Con la moglie del Trezzi io non ho, non ho mai avuto nulla di comune.
Maurizio – (piccato) Ed ora offendete me...
Elena – (ridiventando più dolce) Insomma, Maurizio, siete voi che mi costringete a diventare aspra. Io ho tanto bisogno di quiete, di tranquillità, e se voi comprendereste il bene che vi voglio.
Maurizio – Elena...
Elena – Un bene fraterno, un bene da mammina... Voi dovreste comprendere che vale molto di più, molto di più...
Maurizio – (desolatamente) E allora?
Elena – Allora... Ma non così, Maurizio, siate uomo... Allora lasciamo da parte il Trezzi e sua moglie e ditemi, ma seriamente, col cuore sgombro da qualsiasi oscurità, ditemi se posso contare su di voi, amico. La mia vita (commovendosi) è una triste giornata...
Maurizio – (preoccupato) Che c’è?
Elena – Parte... Partiamo...
Maurizio – E quando?...
Elena – Non so... Non ha ancora fissato nulla, ma è deciso... Vi dico: non ha ancora fissato nulla, ma ho capito, ho capito che mi vuol portare molto lontano, molto lontano da tutti...
Maurizio – (col cuore in gola) Elena!
Elena – No, Maurizio, voi non comprenderete mai quello che io ho provato ieri, quando mi ha comunicato con mola semplicità, con molta tranquillità la sua decisione. Io avevo finito per rinunciare a tutto, per rassegnarmi a tutto. La sua gloria, la sua potenza... quello che poteva essere per noi tutti il nostro avvenire, il mio... No, niente, rassegnata, ecco, rassegnata! Io rimanevo la signora Panteo. Io potevo per me sola... potevo conservare qualche cosa. Che so? Ho un orgoglio anch’io... ho una vanità anch’io! E ne ho diritto, no? Ne ho diritto perchè l’ho accompagnato fin qui amorosamente, fedelmente, soffrendo con lui, incoraggiandolo sempre in ogni battaglia, imparando a poco a poco ad amare le cose aride e fredde che sono, che erano la sua vita. Maurizio... ma questo no... alla vita non posso rinunciare... alla mia casa... alla mia gloria... lasciatemi dire... a tutto quello che fino ad oggi è stata la mia vita... non posso rinunciare. La lontananza, la solitudine, questo no, questo no... Parlategli voi, Maurizio, parlategli voi...
Maurizio – Come parlargli ora? Ho paura di vederlo... Da quando vi amo tanto, tanto, ho paura di vederlo, ho paura che mi capisca... Elena, è stato il mio maestro... Ho paura. Ma non capite, Elena, non capite che tutto quello che faccio, tutto quello che dico, non può essere che questo: il mio amore, il mio amore...
Elena – No, no, per pietà; non dite, non dite...
Maurizio – (avvicinandosi alla donna) Lo amate dunque tanto ancora?
Elena – Perchè ne dubitereste?
Maurizio – Non dubito, spero...
Elena – Dunque ho perduto anche voi...
Maurizio – Farò quello che dite. E se la decisione di partire dovesse essere irremovibile, voi che cosa fareste?
Elena – Non so niente. Io spero tanto in voi...
Maurizio – Partireste?
Elena – Certo... no... non so, non so... ma perchè queste domande?
Maurizio – Per sapere, finalmente, che cosa è che io debba sperare...
Elena – No, Maurizio, fate che egli resti, oscuro, silenzioso solitario, ma resti...