Carlo, Tardini e detti
Carlo – (entra seguito subito dal professor Tardini) Venite, caro collega. Mi duole di avervi fatto aspettare, involontariamente.
Tardini – Non disturbo?
Carlo – Affatto. (vedendo Maurizio) Oh, Maurizio, sei qui? (a Tardini) Conoscete mia moglie?
Tardini – (stringendo la mano ad Elena) Ho già avuto l’onore. (a Maurizio) Di nuovo, caro.
Maurizio – (seccamente) Professore...
Tardini – (a Carlo) È l’ultima recluta del mio gabinetto...
Carlo – (a Maurizio) Bene, hai fatto bene...
Elena – (a parte a Carlo) Senti: Maurizio era venuto per parlarti di cose molto gravi. È arrivato Trezzi... È rovinato... Carlo, ti prego, per l’ultima volta...
Carlo – Non è più possibile tornare indietro e se anche fosse possibile non tornerei...
Elena – (supplichevole) Carlo! (quindi saluta il professore e se ne va mentre:)
Carlo – (a Maurizio) Tu intanto aspettami in gabinetto. (poi ricordandosi improvvisamente) No, l’abitudine... non ci entro più nemmeno io...
Maurizio – Aspetterò di là, maestro... Quando il professore avrà finito desidererei parlarvi...
Carlo – Va bene...
Tardini – (a Maurizio che sta per uscire) Scusate giovanotto, non perchè io tenga soverchiamente alle forme, ma si potrebbe sapere che distinzione fate voi fra maestro e professore?
Maurizio – Chiedo scusa: è una buona abitudine... (via)