Di Garibaldo, Pertarite, Cuniperto, ed altri Re e Duchi di Benevento, infino a Luitprando.
Lasciò Grimoaldo, oltre a Romualdo, che regnava in Benevento, un altro piccolo suo figliuolo Garibaldo nominato, al quale lasciò morendo il Regno. Non fu Romualdo Duca di Benevento al regal solio assunto, ancorchè maggior nato, poichè era comunemente riputato suo figliuol bastardo. Ma Garibaldo non potè molto goderlo, perchè appena innalzato al Trono, Pertarite, ch'esule dimorava in Francia, avuta novella della morte di Grimoaldo, tosto venne in Italia, ove appena giunto, accolto con incredibile contentezza da moltitudine grande de' Longobardi, passò in Pavia. Quivi fugato Garibaldo, che non più, che tre mesi dopo la morte del padre avea regnato, fu da' Longobardi nel Regno restituito; ed avendo richiamata a se Rodolinda sua moglie e Cuniperto suo figliuolo, che in Benevento, in lungo esilio eran dimorati, resse da poi il Regno con tanta quiete e giustizia, che nè violenze, nè ruberie, nè tradimenti furono nel suo governo intesi.
Assunse questo Principe nell'anno 680 per compagno nel Regno Cuniperto suo figliuolo, il quale, morto finalmente Pertarite, nell'anno 690, continuò solo a governarlo. Fu però la sua quiete e tranquillità alquanto interrotta per Alahi Duca di Trento, il quale invase il Regno; ma ne fu ben presto il Tiranno fugato, e Cuniperto vittorioso seguitò ad amministrarlo con la pristina ed antica quiete. Morì Cuniperto nell'anno 703, lasciando per successore al Regno Luitperto unico suo figliuolo ancor infante, e perciò lasciollo sotto la cura d'Asprando uomo di chiara nobiltà, ma sopra tutto di grande prudenza e saviezza. Fu Cuniperto, come dice Varnefrido, un Principe di rada e maravigliosa venustà, e di costumi soavissimi, d'audacia singolare, ed uomo cattolico e di somma pietà, tanto che il Regno de' Longobardi non fu veduto insino a qui mai in tanta pace e tranquillità, quanto nel Regno suo e di Pertarite suo padre.
§. I. Di Grimoaldo II, Gisulfo I, Romualdo II, Adelai, Gregorio, Godescalco, Gisulfo II e Luitprando Duchi di Benevento.
Intanto al Ducato di Benevento, essendo morto Romualdo nell'anno 677, era succeduto Grimoaldo II, suo figliuolo, al quale lasciò il Ducato molto più grande, avendolo accresciuto colle conquiste di Taranto, Brindisi, Bari e di tutta la regione d'intorno, che tolse egli all'Imperador d'Oriente. Ma si godè Grimoaldo poco il suo Ducato, poichè appena finì tre anni, ne' quali insieme con Gisulfo suo fratello avea regnato, che sopraggiunto dalla morte lasciò suo fratello solo nel Ducato.
Gisulfo tenne il Ducato beneventano, noverandovi i tre anni che regnò con suo fratello Grimoaldo, anni diciassette; e cominciò solo a reggerlo nel fine dell'anno 680. Questi fu, che a tempo di Gio. V, Pontefice romano, intorno all'anno 685, secondo il computo del Pellegrino, devastò la Campagna romana.
Ma morto Gisulfo nell'anno 694 succedette al Ducato Romualdo II, suo figliuolo, e mentre egli reggeva Benevento, fu da Petronace restituito al suo antico lustro il monastero Cassinese. Il Ducato di Romualdo fu ben lungo, durando ventisei anni, e travagliò molto i Napoletani, togliendogli Cuma: ma i Napoletani istigati da Gregorio II, Pontefice romano, ben tosto, militando sotto il loro Duca Giovanni, glie lo ritolsero, e molta strage de' Longobardi fu fatta.
A Romualdo nell'anno 720 successe Adelai, che non regnò più, che due anni. Di costui fu successore Gregorio, che tenne il Ducato anni sette, e morto nell'anno 729 fu assunto al Ducato Godescalco, che poco men, che quattro anni lo resse.
Succedè nell'anno 732 Gisulfo II di questo nome, il quale per ammenda del sacco di Zotone, arricchì il monastero di monte Cassino di molti poderi, e di immensi doni accrebbe quel luogo; furongli allora donati que' luoghi e terre dello Stato di S. Germano, che col correr degli anni, accresciuto d'altre donazioni, lo renderon tanto ricco, che i loro Abati fatti Signori di più vassalli, vennero in tale altezza, che mantennero truppe a' loro stipendj.
Resse Gisulfo il Ducato beneventano anni diciassette: Principe di molta pietà, e liberalissimo verso le chiese, alle quali fece profuse donazioni, e molte ne costrusse, fra le quali celebre fu quella di S. Sofia, che in Benevento da' fondamenti eresse. Morì nel fine dell'anno 744, e suo successore fu Luitprando ultimo, che fu Duca di Benevento. Questi tenne il Ducato anni otto e mesi tre, e lui morto nell'anno 758 fu da' Baroni beneventani, e dal Re Desiderio sostituito Arechi suo genero, quegli che, estinto già il Regno de' Longobardi in Italia per Carlo M. fu il primo a mutare il Ducato di Benevento in Principato, e che nuova politia introducendovi, di molti Conti e Gastaldi empiè il suo Stato; e che lasciando il titolo di Duca, prese quello di Principe, e fattosi ungere da' suoi Vescovi, volle assumere la corona, lo scettro e la clamide, e tutte l'altre insegne regali: i cui fatti egregi ci somministreranno abbondante materia nel sesto libro di questa Istoria.
§. II. Di Luitperto, Ragumberto, Ariperto II e Asprando Re de' Longobardi.
Intanto nel Regno d'Italia a Luitperto, che non regnò più che otto mesi, era succeduto Ragumberto. Questi era Duca di Torino, e fu figliuolo del Re Gudeberto, che lo lasciò molto piccolo, quando fu egli ucciso dal Re Grimoaldo. Invase costui il Regno per la minorità di Luitperto, e finalmente lo scacciò dalla sede.
A Ragumberto, che morì nell'istesso anno, succedè Ariperto II, di questo nome suo figliuolo, di cui si narra aver confirmato alla Chiesa romana il patrimonio delle Alpi Cozie; ma egli fu da poi fugato e morto da Asprando, il quale occupò il Regno: e questi essendo parimente morto dopo tre mesi, lo lasciò a Luitprando suo figliuolo, nel cui tempo germogliarono que' mali, che furon non molto da poi cagione della translazione del Regno d'Italia da' Longobardi a' Franzesi, donde nacque il principio del dominio temporale in Italia de' romani Pontefici, e nacquero tante e sì strane mutazioni in queste nostre province, che per la novità e grandezza de' successi meritano, che, dopo aver narrata la politia ecclesiastica di questi tempi, si riportino al seguente libro della nostra Istoria.