Il Ducato di Bari passa sotto la dominazione de' Normanni.
Terminato in Melfi in cotal guisa il Congresso con soddisfazione d'amendue le parti, il Papa tornossene in Roma, e Roberto in Calabria, per finir di ridurre alcune altre Piazze, che erano ancor rimase in potere de' Greci. Tosto se ne rese padrone; e scorgendo che il Conte Ruggiero suo fratello in quell'imprese s'era portato con estraordinaria fortezza e valore, lasciò il medesimo in Calabria per finire quel che restava, come fece valorosamente, ed egli intanto in Puglia ritornato, pensò nuovi modi per istabilirsi meglio le conquiste, e nell'istesso tempo aprirsi altre vie per maggiori acquisti.
Pensò per tanto d'acquistarsi alleanze e parentadi co' Principi longobardi, ed avendo scorto, che il Principe di Salerno per tanti Stati s'era sopra tutti gli altri avanzato, mandò Ambasciadori a Gisulfo II, che a Guaimaro IV suo padre era in quel Principato succeduto, a chiedergli la sorella per isposa. Il partito se bene non dovea rifiutarsi da Gisulfo, pure vi trovava qualche difficoltà, così perchè conoscendo il genio della Nazione, che pur troppo sapeva profittare sopra i Stati altrui, temeva non por questo parentado gli venisse qualche danno, come ancora perchè nell'istesso tempo che Roberto gli chiedeva sua sorella, egli avea Alverada per moglie, dalla quale avea generato il famoso Boemondo. Ma replicando egli che aveala ripudiata, e credeva averlo potuto fare per essere sua parente, al che allora si stimava non potersi rimediare colle dispense del Papa, le quali non erano così frequenti: per non disgustarsi con lui sì apertamente, Gisulfo non osò di rifiutarlo; laonde diegli in maritaggio la primogenita delle sue sorelle appellata Sicelgaita. E nel medesimo tempo sposò un'altra sua sorella minore, Gaidelgrima nomata, ad un altro Principe normanno, dandole in dote Nola, Marigliano Palma, Sarno, ed altri luoghi convicini, i quali non furon mai sottoposti a' Principi di Capua, ma a' Principi di Salerno. Questi fu Giordano I figliuolo di Riccardo Conte d'Aversa, il quale dopo aver tolto a Landolfo ultimo de' Principi longobardi il Principato di Capua, ne avea fatto Principe Giordano suo figliuolo. Avealo ancora fatto Duca di Gaeta, come lui; non è però che Gaeta non avesse anche sotto questi due Principi i suoi Duchi particolari; ebbe Goffredo, ovvero Loffredo Ridello nell'anno 1072 ed altri; ma si diceano così, non altrimente, che si disse Pandulfo Conte di Capua, al quale Giovanni VIII l'avea conceduta, con tutto che vi fosse Docibile Duca, che a Pandolfo era sottoposto, sicom'era ora Goffredo ai Principi di Capua normanni.
Roberto intanto facendo ritorno in Calabria con questa novella sposa, s'accinse alla magnanima impresa della Sicilia, e dopo aver quivi col suo fratello Roggiero fatte molte conquiste, che si diranno in più opportuno luogo, in Calabria fece ritorno; e poichè i Greci ancora si mantenevano in Bari, in Otranto, ed in alcune altre Piazze dell'antica Calabria, a discacciargli da quest'angolo, e principalmente da Bari, ove tenevano raccolte tutte le loro forze, drizzò tutte le sue cure ed ogni suo pensiero.
Ma pria che s'accingesse a quest'impresa bisognò che dissipasse una nuova congiura, che Goffredo e Gocelino principali Cavalieri normanni, col pretesto di riporre Bacelardo figliuolo d'Umfredo nel Contado di Puglia, del quale n'era stato spogliato da Roberto, aveano ordita. Tosto che questo valoroso Campione n'ebbe notizia, dissipò in maniera i Congiurati, che molti ne imprigionò, e fece punire con estremo rigore, disperdendo il resto: Gocelino per asilo si ritirò appo de' Greci in Costantinopoli; Goffredo in una fortezza; e l'infelice Principe Bacelardo salvossi in Bari, donde dopo alcun tempo portossi in Costantinopoli a dimandar soccorso all'Imperadore Costantino Duca, che nell'anno 1060 ad Isaacio era succeduto, per impegnarlo contro Roberto a riporlo ne' suoi Stati.
Erasi mantenuta la città di Bari insino a questi tempi sotto la dominazione degl'Imperadori d'Oriente, e come capo di quella provincia riteneva ancora la sede de' primi Magistrati greci; anzi in questi tempi gl'Imperadori di Costantinopoli l'aveano innalzata ad esser metropoli d'un nuovo Principato, che di Bari fu detto, ed era prima chiamato Ducato, poichè vi aveano costituito Argiro per Duca, ed anche secondo il solito fasto de' Greci, Ducato d'Italia lo appellarono. In questa città essi tenevano raccolte tutte le loro forze, ed il maggior loro presidio; per la qual cosa per molti anni era stata la sorgiva delle sedizioni contra i Principi normanni, ed un asilo sicuro per li sediziosi: il che fece meditar per lungo tempo al Duca Roberto il disegno d'assediarla.
Ma avvisati appena i Baresi de' disegni di questo Principe, ne mandarono tosto la novella in Costantinopoli all'Imperadore, il quale stimolato anche da Gocelino, mandò tosto per difesa della città un nuovo Catapano, Stefano Paterano, ovvero Sebastoforo nomato. Questi venuto in Bari si dispose ad una forte difesa, ed intanto Roberto avendo unito il suo esercito, non reputandolo allora sufficiente per l'assedio di quella capitale, andava scorrendo i luoghi vicini, e prima di portarlo in Bari, lo mise in Otranto, e tanto afflisse questa città insino che gli venne resa: indi avendo fatto venire molti vascelli dalla Calabria, accresciuto il suo esercito d'altre truppe, si dispose finalmente in quest'anno 1067 a cingere Bari di stretto assedio per mare e per terra. Fu quest'assedio assai memorabile, e pieno d'azioni gloriose così per l'una, come per l'altra parte, che l'istituto della mia opera mi costringe a doverle tralasciare, come fo volentieri, non mancando Scrittori, che minutamente le rapportano.
Durò quest'assedio, come narrano Guglielmo Pugliese e Lione Ostiense, poco meno che quattro anni, e fu guerreggiato con estremo valore ed ugual ferocia. La difesa che fece il nuovo Catapano fu ostinata e valorosa, siccome gli aggressori intraprendenti ed arditi; ed avrebbe l'impresa de' Normanni sortito infelice esito, se non fosse stata soccorsa l'armata di Roberto da Roggiero suo fratello, il quale resosi padrone di buona parte della Sicilia, mandogli di là un'altra armata in soccorso. Vinse alla perfine Roberto l'ostinazione degli assediati, e gli constrinse a render quella importantissima Piazza; onde nel mese d'aprile dell'anno 1070 gli furono aperte le porte, dandosi senz'alcuna condizione in potere della sua clemenza e valore: il Duca Roberto entrato nella città, trattò i Baresi con tutta umanità: onorò il Catapano, al quale pose in suo arbitrio se volesse coi suoi Greci rimaner in Bari, che sarebbero stati da lui bene impiegati, ovvero tornarsene liberi in Costantinopoli, siccome risolvettero di fare; e dopo essersi fermato per molti giorni nella città spendendogli in pubbliche feste ed allegrezze, se ne partì dopo tre mesi con un'armata di 58 vascelli, che condusse seco in Sicilia all'espugnazione di Palermo.
Ecco come il famoso Roberto trionfò di Bari, città la quale dopo essersi mantenuta sì lungamente sotto il dominio de' Greci, e per varie vicende ora tolta, ed ora ripresa, finalmente in quest'ultima volta uscì dalla loro dominazione, e con essa la speranza di più riaverla; poichè senz'essere mai più ritornata in lor potere, ancorchè altre volte avessero tentato di ricuperarla, ma sempre inutilmente, si mantenne sotto il dominio di Roberto, che la tramandò a' suoi posteri. Ed ecco come il Ducato di Bari da' Greci passò a' Normanni sotto Roberto, il quale per amministrarlo vi creò un nuovo Duca, sotto il quale si reggeva. Così tratto tratto s'andavan unendo queste province in una sola persona, come poi fortunatamente avvenne al Conte Roggiero, ch'ebbe la gloria di porre unita sopra il suo capo la Corona di Sicilia e del Regno di Puglia.