SCENA SESTA

Servitore e le suddette.

SERVITORE:        Signora, è qui il signor Guglielmo che le vorrebbe far riverenza.

BRIGIDA:        (Veggiamo un poco la sua bravura).

GIACINTA:        (Oimè! che mai vuol dire questo gran foco che improvvisamente m'accende?).

BRIGIDA:        (Oh! come vien rossa la poverina!).

GIACINTA:        (Eh! coraggio ci vuole. Superiamola quest'indegna passione). Venga pure, è padrone.

SERVITORE        (parte.)

BRIGIDA:        Coraggio, signora padrona.

GIACINTA:        Perché coraggio? A che mi vai tu insinuando il coraggio? Di che cosa ho d'aver timore? (Eccolo. Oh cieli? tremo tutta, la passion mi tradisce ed il valore mi manca). Brigida, un improvviso dolor di stomaco mi obbliga a ritirarmi. Ricevi tu il signor Guglielmo, e digli che mi perdoni... (Ah! mi ucciderei colle mie mani). (Parte.)

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