SCENA OTTAVA

Camera in casa di donna Livia.

Donna Livia ed Eleonora .

LIV. Bravissima. Siete un’eroina. Voi rinunziate all’amor di Guglielmo, ed io vi lascio in libertà di disporre di seimila scudi.

ELEON. Che volete ch’io faccia di tal danaro?

LIV. Servirà per la vostra dote; e perché non temiate di non ritrovare lo sposo, io stessa mi esibisco di procurarvelo.

ELEON. Eh, signora, chi ha bene amato un oggetto, non può assicurarsi di amarne un altro.

LIV. Non vi propongo un amante, vi propongo un marito.

ELEON. Un matrimonio senza amore sarebbe lo stesso che voler vivere sempre penando.

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