Scena undicesima

La Contessa e detti.

BEAT. Ah, padre, trattenetevi per amor del cielo. (al Conte)

CON. Ah, figlia ingrata! ecco svelato il gran mistero delle tue renitenze. Ecco chi ti anima ad una scorretta disobbedienza. Ecco l'oggetto delle tue fiamme, che ti fa odiare l'immagine d'ogni altro sposo. (accennando il Barone)

BAR. (Ah volesse il cielo, ch'egli dicesse la verità!)

BEAT. No, signor, v'ingannate. Niuno ha ardito di consigliarmi, né io sono sì docile per lasciarmi vincere e persuadere. Il mio cuore è ancor libero, ed amo tanto questa mia libertà, che ardisco di contrapporla a chi mi ha dato la vita. Niuno più di voi, signore, ha il diritto di comandarmi, e sarei disposta a ciecamente obbedirvi, quando non si trattasse di un sagrifizio sì grande, sì incerto e pericoloso.

BAR. (Eppure io mi lusingo ancora ch'ella mi ami).

CON. (Vo' assicurarmi s'ella è sincera, o se finge e m'inganna). Tu temi adunque, che il marchese Leonardo possa spiacerti.

BEAT. E non è irragionevole il mio timore.

CON. E s'ei non è di tuo genio, sei risoluta di non volerlo?

BEAT. Perdonatemi, per carità...

CON. Oh via, non vo' che tu mi creda così tiranno, ch'io voglia violentare il tuo cuore, e renderti sfortunata per sempre. Sperai, togliendoti da Milano, vederti più rassegnata, temei che un segreto amor ti accendesse; ti credo libera, ti veggio nel tuo pensiero costante; penso di non arrischiare il mio decoro in Torino. Torniamo dunque a Milano. Troverò io la maniera di sciogliere il contratto col marchese Leonardo, e ti porrò nella tua pienissima libertà. Tu vedi per altro che non mancheranno al paese nostro le critiche e le mormorazioni. Sarebbe bene che tu accettassi un altro partito, di cui fossi meglio contenta. Il baron Talismani è un cavaliere di merito. Mi lagnai ingiustamente di lui, credendolo a parte dei tuoi segreti. Lo trovo innocente e mi pento d'averlo insultato. Però s'ei si scorda de' miei trasporti, s'ei non isdegna di averti, se tu acconsenti a un tal nodo, io te l'offerisco in consorte.

BAR. Ah Conte, voi mi colmate di giubilo, voi mi colmate di contentezza. Scordomi ogni dispiacere sofferto per una sì amabile sposa, per un suocero sì rispettabile e generoso.

BEAT. Piano, signore, con questi titoli di sposa e di suocero. Rendo grazie alla bontà di mio padre, che usami una sì amorosa condiscendenza; ma io non sono in grado di abbandonarmi ad una sì repentina risoluzione.

BAR. Oh cieli! ricusate voi la mia mano?

BEAT. Il tempo e l'occasione in cui me l'offrite, non merita ch'io ne faccia gran caso. Voi mi vedete in viaggio per vedere uno sposo che mi viene offerto; mi vedete in pericolo di disgustar il mio genitore, s'io non l'accetto, o di porlo in un imbarazzo, se per compiacermi si espone al pericolo di lacerare una scritta. Sembra a voi cosa onesta offrire il mezzo ai sconcerti, alle inimicizie, alle dissensioni?

BAR. Signora mia, scusatemi, voi mostrate di essere uno spirito di contraddizione.

CON. Rispettate mia figlia. Ella mostra di essere più ragionevole e più saggia di voi.

BAR. Sono ormai stanco di sofferire gl'insulti...

CON. Acchetatevi per un momento. (al Barone) Quale dunque sarebbe la tua intenzione? (alla Contessa)

BEAT. Proseguire il nostro cammino: veder lo sposo che mi proponete, assicurarmi del suo carattere e del suo costume. Per poco ch'egli mi piaccia, quando è onesto e discreto, preferirò ad ogn'altro colui che ha l'onore di essere da voi prescielto. Ma quando il cuore mi obbligasse ad odiarlo, avrò coraggio io medesima di manifestargli la mia avversione, di liberar me stessa dal sagrifizio, e di esimer voi da un impegno, premendomi tanto la pace mia, quanto l'onor vostro e la vostra tranquillità.

CON. Sì, figlia, tu pensi assai rettamente, e mi lusingo che il cielo ti farà esser contenta.

BAR. Qualunque sia la scena che dee succedere, verrò a Torino per esserne anch'io spettatore.

CON. Voi non ardirete di farlo.

BAR. Né voi avete autorità bastante per impedirmelo.

CON. I pazzi si castigano da per tutto.

BAR. Pazzo a me? Provvedetevi della vostra spada.

BEAT. Qual ardire è codesto?...

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