Scena terza

Placida dalla locanda e detto.

PLACIDA Sì, nasca quel che può nascere, voglio ritrovare quell'indegno di mio marito.

DON MARZIO Pellegrina, come va?

PLACIDA Voi, se non m'inganno, siete uno di quelli che erano alla tavola con mio marito?

DON MARZIO Si, son quello delle castagne secche.

PLACIDA Per carità ditemi dove si trova quel traditore.

DON MARZIO Io non lo so, e quand'anche lo sapessi, non ve lo direi.

PLACIDA Per che causa?

DON MARZIO Perché se lo trovate, farete peggio. Vi ammazzerà.

PLACIDA Pazienza. Avrò terminato almen di penare.

DON MARZIO Eh, spropositi! Bestialità! Ritornate a Torino.

PLACIDA Senza mio marito?

DON MARZIO Sì; senza vostro marito. Ormai, che volete fare? E' un briccone.

PLACIDA Pazienza! almeno vorrei vederlo.

DON MARZIO Oh, non lo vedete più.

PLACIDA Per carità, ditemi, se lo sapete; è egli forse partito?

DON MARZIO E' partito, e non è partito.

PLACIDA Per quel che vedo, V. S. sa qualche cosa di mio marito?

DON MARZIO Io? So, e non so, ma non parlo.

PLACIDA Signore, muovetevi a compassione di me.

DON MARZIO Andate a Torino, e non pensate ad altro. Tenete, vi dono questi due zecchini.

PLACIDA Il Cielo vi rimeriti la vostra carità; ma non volete dirmi nulla di mio marito? Pazienza! me ne anderò disperata. (in atto di partire piangendo)

DON MARZIO Povera donna! (da sé) Ehi? (la chiama)

PLACIDA Signore!

DON MARZIO Vostro marito è qui in casa della ballerina, che prende la sua roba, e partirà per la porta di dietro. (parte)

PLACIDA E' in Venezia! Non è partito! E' in casa della ballerina! Se avessi qualcheduno che mi assistesse, vorrei di bel nuovo azzardarmi. Ma così sola temo di qualche insulto.

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