SCENA TERZA

Sabina e Brigida

SABINA:        Fraschetta, insolente! Se non si sapessero i suoi segreti!

BRIGIDA:        Ma mi compatisca, signora, ella si regola male. Se conosce che vi sia qualche cosa, ella lo ha da impedire, o per lo meno ha da procurare che non si sappia. Non si tratta mica di bagattelle, si tratta di riputazione. Le parerebbe di aver fatta una bella cosa, se fosse causa del precipizio di sua nipote? Se ella vede che vi sia qualche cosa, non ha da permettere che continui, e non ha da essere quella che attizzi il foco, stuzzichi la gioventù, ché pur troppo il diavolo è grande; e quel ch'è stato, è stato, e non bisogna parlarne, e non mettere degli scandali e delle dissensioni nella famiglia.

SABINA:        Mandatemi a chiamare il signor Ferdinando.

SCENA QUARTA

Ferdinando e dette.

FERDINANDO:        Eccomi, eccomi. Sono qui; sono qui a servirla.

SABINA:        Dove siete stato finora? (Sdegnata.)

FERDINANDO:        Sono stato dallo speziale. Mi sentiva un poco di mal di stomaco, e sono stato a masticar del reobarbaro.

SABINA:        State meglio ora? (Dolcemente.)

FERDINANDO:        Sì, sto un poco meglio.

SABINA:        Poverino! Per questo non sarete venuto da me a prendere la cioccolata. (Come sopra.)

BRIGIDA:        (Ma si può dare una vecchia più pazza, più rimbambita?).

FERDINANDO:        Mi è dispiaciuto moltissimo a non poter venire. Ma so che ha dell'amore per me, mi compatirà.

SABINA:        Andate via di qua, voi. (A Brigida.)

BRIGIDA:        Oh! sì, signora, non dubiti, che io non interromperò le sue tenerezze. (Parte.)

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