Sarebbe superfluo ricordare e l’amore giovanile di Mazzini per Adele Zoagli, andata poi sposa al marchese Giorgio Mameli (con grande sdegno del suo repubblicano adoratore), e le lettere che al triumviro scrisse la madre di Groffredo – prima per raccomandargli il suo beniamino; e, morto questo, per rispondere alle condoglianze di Mazzini, con sublime eroismo, «qu’elle donnerait sans hésitation tout enfant qu’elle aurait pu avoir, pour la cause d’Italie.» Queste relazioni furono esposte con squisita delicatezza da Mazzini in due lettere al Michelet (Rivista d’Italia y maggio 1903.)
Meno osservata sinora è una lettera al Lamberti del 30 novembre ’48, nella quale gli dice: «Bada a non lasciarti imporre da pretesi viaggiatori miei: io non ho in questo momento che Mameli, il quale ha commissioni da me.» Si videro a Firenze nel febbraio ’49, e nel carteggio Dall’Ongaro (pag. 280) v’è una lettera di Goffredo, trascurata da’ suoi biografi, molto interessante – sia perchè accenna a mandar del denaro «per mezzo di Mazzini, che verrà a Roma tra poco» – sia perchè emette un giudizio, assai sfavorevole, su un G.... (Guerrazzi?)
«Qui le cose – scrive Goffredo – vanno assai bene, i tentativi di reazione rinvigoriscono la rivoluzione. L’unità con Roma è idea popolare, generale, essa sarà, subito – lo credo positivamente – proclamata. Si dubita fortemente di G.... e delle sue supposte relazioni col Piemonte. S’egli non è un traditore, certo è un tristo. Non posso darti dettagli perchè non vidi nulla, perchè giunto da poco, e senza relazioni, e come sai poco socievole.
«Partirò fra pochi giorni per Genova, ove mi fermerò assai poco, perchè conto tornare al più presto all’alma Roma: ho preso gusto all’aria repubblicana. Salutami la signora Adele....» (probabilmente Adele Baroffio, su cui vedi Saffi, «Ricordi e Scritti», IV, 124, che le voleva bene «come a sorella per la bontà e virtù dell’animo»).