SCENA II.

MARCO.

Dunque è deciso!.... un vil son io.... fui posto

Al cimento; e che feci?.... Io prima d'oggi

Non conoscea me stesso!.... Oh che segreto

Oggi ho scoperto! Abbandonar nel laccio

Un amico io potea! Vedergli al tergo

L'assassino venir, veder lo stile ¹⁰⁹⁶

Che su lui scende, e non gridar: ti guarda!

Io lo potea; l'ho fatto.... io più nol devo ¹⁰⁹⁷

Salvar; chiamato in testimonio ho ¹⁰⁹⁸ il cielo

D'un'infame viltà.... la sua sentenza

Ho sottoscritta.... ho la mia parte anch'io

Nel suo sangue! Oh che feci!... io mi lasciai

Dunque atterrir?.... La vita?.... Ebben, talvolta

Senza delitto non si può serbarla:

Nol sapeva io? Perchè promisi adunque?

Per chi tremai? per me? per me? per questo

Disonorato capo?.... o per l'amico?

La mia ripulsa accelerava il colpo,

Non lo stornava. O Dio, che tutto scerni,

Rivelami il mio cor; ch'io veda ¹⁰⁹⁹ almeno

In quale abisso son ¹¹⁰⁰ caduto, s'io

Fui più stolto, o codardo, o sventurato.

O Carmagnola, tu verrai!... sì certo

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Egli verrà.... se anche ¹¹⁰¹ di queste volpi

Stesse in sospetto, ei penserà che Marco

È senator, che anch'io l'invito; e lunge

Ogni dubbiezza scaccerà ¹¹⁰² ; rimorso

Avrà d'averla accolta.... Io son che il perdo!

Ma.... di clemenza non parlò quel vile?

Sì, la clemenza che il potente accorda

All'uom che ha tratto nell'agguato ¹¹⁰³ , a quello

Ch'egli medesmo accusa, e che gli preme ¹¹⁰⁴

Di trovar reo. Clemenza all'innocente!

Oh! il vil son io che gli credetti, o volli

Credergli; ei la nomò perchè comprese

Che bastante a corrompermi non era

Il rio timor che a goccia a goccia ei fea

Scender sull'alma mia: vide che d'uopo

M'era un nobil pretesto; e me lo diede.

Gli astuti! i traditor! Come le parti

Distribuite hanno tra lor costoro!

Uno il sorriso, uno il pugnal, quest'altro

Le minacce.... e la mia?... voller che fosse

Debolezza ed inganno... ed io l'ho presa!

Io li ¹¹⁰⁵ spregiava; e son da men di loro!

Ei non gli sono amici!.... Io non doveva

Essergli amico: io lo cercai; fui preso

Dall'alta indole sua, dal suo gran nome.

Perchè dapprima non pensai che incarco

È l'amistà d'un uom che agli altri è sopra?

Perchè allor correr solo io nol lasciai

La sua splendida via, s'io non potea

Seguire i passi suoi? La man gli stesi;

Il cortese la strinse; ed or ch'ei dorme,

E il nemico gli è sopra, io la ritiro:

Ei si desta, e mi cerca: io son fuggito!

Ei mi dispregia, e more ¹¹⁰⁶ ! Io non sostengo

Questo pensier.... Che feci!.... Ebben, che feci?

Nulla finora: ho sottoscritto un foglio,

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E nulla più. Se fu delitto il giuro ¹¹⁰⁷ ,

Non fia virtù l'infrangerlo? Non sono

Che all'orlo ancor del precipizio; il vedo, ¹¹⁰⁸

E ritrarmi poss'io.... Non posso un mezzo

Trovar?.... Ma s'io l'uccido? Oh! forse il disse

Per atterrirmi.... E se davvero il disse?

Oh empi, in quale abbominevol rete

Stretto m'avete! Un nobile consiglio

Per me non c'è ¹¹⁰⁹ ; qualunque io scelga, è colpa.

Oh dubbio atroce!.... Io li ringrazio; ei m'hanno

Statuito un destino, ei m'hanno spinto

Per una via; vi corro: almen mi giova

Ch'io non la scelsi: io nulla scelgo; e tutto

Ch'io faccio è forza e volontà d'altrui.

Terra ov'io nacqui, addio per sempre: io spero

Che ti morrò lontano, e pria che nulla

Sappia di te: lo spero: in fra i perigli ¹¹¹⁰

Certo per sua pietade il ciel m'invia.

Ma ¹¹¹¹ non morrò per te. Che tu sii grande

E gloriosa, che m'importa? Anch'io

Due gran tesori avea, la mia virtude,

Ed un amico; e tu m'hai tolto entrambi.

(parte)