L'etnologia del fidanzato.

Il fidanzato latino – Da don Iosè a Otello – Dialoghi... dal vero – Il fidanzato teutonico – Gretchen e la luna piena – Il fidanzato anglosassone – Nella libera America.

Il fidanzato non è, dunque, nato ieri: ma, se l'istituzione è rimasta, la fisonomia s'è mutata, attraverso il tempo e lo spazio.

È evidente, infatti, che il giovanotto che ai nostri giorni giuoca al tennis con colei che domani sarà sua moglie non somiglia punto al suo antenato dei tempi anteriori a Cristo che, all'ombra di un oleandro fiorente, presso un'erma a testa di fauno, susurrava qualche madrigale del tempo alla fanciulla che lo aveva colpito col dardo del piccolo Cupido, tanto caro ai poeti di allora. Nello stesso modo il fidanzato latino non somiglia al teutonico, nè questo all'anglosassone.

Il fidanzato latino ha, nella triplice nazionalità italiana, francese e spagnuola, la nota comune della passionalità, che in noi e negli spagnuoli diventa gelosia e nei francesi si trasforma in un lirismo cavalleresco che fa pensare al buon Cirano, il tipo del perfetto innamorato, sempre col madrigale sul labbro e la mano sull'elsa della spada.

La gelosia, che in Ispagna lampeggia nel coltello di don Josè, in Italia assume la forma meno feroce ma più terribile della persecuzione, una persecuzione lenta, tenace come l'opera del tarlo, instancabile come quella del destino, che vigila alle costole e romba sordamente, ad ogni passo, come il tuono d'un uragano sempre vicino e sempre pronto a scoppiare.

Chi di voi ha un fidanzato geloso, signorine gentili, mi dica se non è preferibile, cento volte, la febbricola o la rosolìa a un uomo che non si può combattere neppure col chinino. E se ho torto, alzate pure la mano....

Come vedo, tutte le mani sono a posto....

Il fidanzato geloso ha, anzitutto, una vanità: quella di non mostrare questo suo difetto. Egli posa a spregiudicato, sorride sprezzantemente quando si parla della gelosia degli altri e proclama che Otello è stato un grande imbecille. Per lui, la signorina che è fidanzata non deve trasformarsi in una schiava e bisogna avere in lei la maggiore fiducia... Senza fiducia non c'è amore, che diamine! Ma se si potesse assistere ai dialoghi che egli ha, sotto voce, ogni santo giorno, con la sua fidanzata, si sentirebbero delle discussioni assai diverse dalle teorie, e che sono, su per giù, di questo genere.

Lui (con aria indifferente) Dove sei stata, ieri sera?

Lei (con semplicità) Che domanda? Non lo sai che la sera....

Lui (interrompendo) Come, che domanda? Mi pareva che avessi il diritto di fartela... Non capisco veramente perchè questo stupore! Del resto, se credi che io non debba controllare quello che fai, dimmelo pure ed io obbedirò. Già si sa che noi altri uomini non dobbiamo che obbedire e lasciar fare... E voi, si capisce, ne profittate... Vi fa comodo di uscire, ed uscite! Il fidanzato ha detto di no... Ma che importa il fidanzato? Egli non conta. Chi conta è la famiglia, è la sorella che vuole andare a teatro, è la zia che vuole andare a prendere un gelato, è il cane che... E va bene! E il fidanzato deve sentire la gente, che dice, poi, capisci: Io non so come se ne stia... La signorina è sempre in giro.... Si vede che lo tratta proprio come...

Lei (fermando il torrente, disperatamente) Aspetta, che diamine! Se pigli fuoco così, come faccio a parlare? Io volevo dirti solo che tu sai che la sera non esco mai...

Lui – Allora ieri sera sei rimasta in casa?

Lei – Sì. È uscito papà con Lillina e con Mario.

Lui (aggrottando le ciglia) E tu perchè sei rimasta in casa?

Lei (stupita) Per farti piacere...

Lui (con aria truce) Già: e per stare al balcone.... Il tenente di cavalleria di fronte ha una terrazzina con delle rose... (Sarcastico) La rosa è un fiore così bello...

Lei – Al contrario... Non mi sono affacciata neppure un minuto... Sono stata in camera...

Lui (con un urlo selvaggio di trionfo) Lo sapevo! Per guardare dalla finestra del cortile l'inquilino del primo piano, quello che è venuto da poco...

Lei – Già... e che è calvo ed avrà sessant'anni...

Lui (al colmo del furore) Lo vedi? Lo vedi? Come faresti a sapere che è calvo, se non lo guardassi sempre? Gli anni te li ha detti lui, forse? Come si indovinano gli anni della gente che non conosciamo? So io, forse, gli anni delle donne che abitano nel mio palazzo e ho osservato mai se la mia padrona di casa abbia la parrucca o no?....

Con un tipo, di questo genere, è evidente che una donna non possa essere completamente felice. Eppure quest'uomo l'ama, e crede in buona fede di provarglielo, mettendola alla tortura così. E, in fondo, il vero infelice è lui, che non sa mai rassegnarsi all'idea che nessuno lo inganna, nessuno lo tradisce, e si crea delle chimere perpetue che va inseguendo senza posa, come quei gattini di gesso che girano eternamente dietro un topolino, senza raggiungerlo mai.

Ho conosciuto uno di costoro, che faceva ogni giorno una scena terribile con la sua fidanzata, per causa di un vicino a cui egli attribuiva le più perfide mire di seduzione in base ad alcuni pretesi segnali di piante alla finestra e di imposte aperte o chiuse.

La poverina finì col far sapere indirettamente la cosa a quel vicino, il quale, con grande bontà d'animo, credette di far finire le scenate togliendo dal davanzale piante e fiori e chiudendo ermeticamente le imposte. Orbene, lo credeste? Quando il fidanzato, quel giorno, si avvicinò alla sua finestra diede in un grido più feroce del solito

— Non c'è più nessun segnale? Per Dio! Questo è... un segnale!

Il fidanzato teutonico, al contrario, non è morso dall'assillo della gelosia. Egli è lirico, immensamente lirico, e ama di fare dei mazzolini di vergiss mein nicht al chiaro di luna e di sospirare dei lied.

In Germania si fidanzano assai presto: e questa giovinezza degli sposi si riverbera nel loro modo di amarsi, che resta quasi infantile.

Un fidanzato tedesco ha, sempre, in camera, un ritratto della fidanzata, e vi pone innanzi dei fiori, e serba scrupolosamente in un tiretto delle reliquie minime, pezzi di nastro, petali di rose, un agoraio vuoto, un tacco di scarpino, una forcinella.

Egli divide la sua vita in due grandi campi: nell'uno, tutto azzurro, mette la sua Gretchen; nell'altro, d'un bel color d'oro, mette la birra, la pipa e il suo tranquillo avvenire di professore od impiegato.

E trova modo di conciliare le due cose foggiandosi una poesia romantica da cromolitografia, in cui c'entrino molto il plenilunio, il mormorio dei ruscelletti e un usignuolo che canti in perfetto stile wagneriano.

Egli si fa, così, una cornice di sentimento che gli permetta di ingrassare tranquillamente e di consacrare le sue ore di tregua ai salsicciotti e alla birra scura, presso a poco come faceva la buonanima di Taddeo, l'indimenticabile fidanzato posapiano che Giusti ha immortalato nell'Amor pacifico.

Come si vede, il piccolo Dio d'amore tedesco è un bel ragazzotto paffuto, che, tanto per fare, si fabbrica delle lagrime di giulebbe e sfoglia delle margherite candite.

Essenzialmente diverso il modo di amare del mondo anglo-sassone, specialmente, poi, di quella razza giovane che è nata da questo mondo e che è l'americana.

Il fidanzato americano non è un poeta nè un declamatore: è un socio. Egli ha un punto di vista pratico ed è troppo occupato tra gli affari e gli sports per fare della poesia. La stessa libertà che è consentita alle fanciulle, in America, lo priva del piacere di arrischiare delle avventure pericolose, visto che non c'è nessun cancello da forzare e nessun muretto da scalare, e i babbi non si preoccupano punto delle piccole miss che vanno e vengono sole, giuocano al tennis, cavalcano, frequentano le università, organizzano delle gite e, quando occorre, impegnano delle partite a boxe con gli uomini.

La fanciulla americana, signore e signori, non è che un uomo.... di un altro sesso.

E il giovane yankee fa la sua dichiarazione senza preamboli e senza rettoriche, direttamente alla giovane miss, fidanzandosi senza il tramite delle autorità superiori. E il discorso quasi sempre è breve e semplice, improntato a quel linguaggio laconico di affari che impera a Londra come a New-York, ed è, su per giù, del tono di questo, che tenne un giovanotto di oltre Oceano a una signorina italiana, un anno fa, a Roma:

Miss, voi giocare perfettamente al tennis... Voi avere occhio fermo e polso sicuro... Voi montare a cavallo e tirare di scherma... Voi avere ottima salute... Aoh, yes!... Quanti chili pesare?... Sessantatre?... All right... Conoscere valore attuale dell'industria del petrolio?... Non importa... Si può imparare... Miss, io domando voi diventare mistress Wold... Ripasserò più tardi per risposta... Good by...

Ed è così che, nel nuovo mondo, le giovani generazioni pensano da sè, tranquillamente, all'avvenire della razza, lasciando agli antenati una cura soltanto: quella di accrescere la ricchezza che essi dovranno amministrare un giorno, per trasmetterla, sempre più rispettabile, ai figliuoli che verranno.

Il piccolo dio feretrato, in America, non ha la benda tradizionale, perchè gli occhi gli occorrono per verificare le pile di dollari: e si serve della freccia per semplice sport, lasciando in pace i cuori.

Quando l'americano ha del tempo da perdere, non ama, fa del flirt: il flirt è una ginnastica dello spirito che non ha nulla di comune con l'amore. Ed è permesso farlo con tutte, tranne, naturalmente, con la propria fidanzata, ciò che sarebbe scandaloso: la donna che si sposa si deve amare. E in America gli sposi non cominciano ad amarsi che... dopo il matrimonio.

Share on Twitter Share on Facebook