Quanti, dormon così, vinti, caduti
sul solco che si schiuse, e li rinserra?
Quanti, l'umido bacio de la Terra
tiene, e dissolve, morti sconosciuti?
Tornan tutti a la Madre, o fur mietuti
da la febbre, o fur spenti da la guerra,
o fur disfatti dal lavor che atterra,
la falce in pugno, com'eran vissuti.
Ma per quei corpi – ne la tomba oscura –
che stillan sangue e lacrime, ancor vibra,
strano e possente, un fremito di vita.
Ed ogni stilla un grappolo matura,
e de la morta carne in ogni fibra
è una spica novella al sol fiorita.
Ottobre 1902.