Desdemona
Il guanciale è caduto; come un'onda
d'oro si spande sul letto nuziale
la lunga chioma, sciolta: il lilïale
volto ne l'oro de la chioma affonda.
Ne la pace che incombe, alta, profonda,
pare che dorma: sogna il trionfale
sbarco del Moro, od il bacio fatale
ch'ei pria depose su la chioma bionda?
Arde, tranquillo, il lume: è tutta bianca
la Morta, e assai più bianco è il dolce viso,
piegato su la sponda, in posa stanca.
E sul tappeto trapuntato d'oro,
di fresco sangue ancora tutto intriso,
brilla il pugnale che ha scannato il Moro.
Maria di Mac Gregor
...Ich voll mein Liebchen
Totschlagen, singt sie–o, das muss ich ja.
Heine –Ratcliff–14 Austritt.
Compiuto ora è il Presagio; il Fato ha vinto.
Tremano, quasi per ferite ascose,
gocce di sangue su le bianche rose
del serto ond'era il gentil capo cinto.
Ma su lei non è sangue; sul discinto
seno le brevi mani, timorose,
si stringono; e non tracce sanguinose
ha il segno de la spada, ancor distinto.
Così posa la vergine; da l'alto
guatano l'Ombre degli amanti: è spento
anche il Rivale, ne l'estremo assalto.
E, in bianco vol, scendon l'Ombre a l'Estinto,
avviate in un supremo abbracciamento...
Compiuto ora è il Presagio; il Fato ha vinto.
Ofelia
Ancora son, ne l'aurea chioma sciolta,
fiori: come per pianto, stillan rade
gocce dai fiori; un sottil raggio cade
quasi a baciar la fronte, al ciel rivolta.
Lungi, su l'acqua ond'ella fu travolta,
corrono balenìi come di spade;
il fiume ha una canzone che suade
al sonno, ed ella la canzone ascolta.
Nel verde letto d'alghe, a l'infinita
pace, al mistero, ancora la canzone
chiama la morta. Ma la morta tace.
Pur, nei grandi occhi, ormai spenti a la vita,
passa e sorride, forse, la visione
di quel mistero e di quell'alta Pace.
Manon
Ora non ha più sete; ne l'ardente
soffio del gran deserto, vinta, giace,
e, su le labbra scolorate, tace
la voce che gemea, sommessamente.
Ei quelle labbra spia. Nel sol rovente
la sabbia ha un divampar come di brace,
e su la moribonda incombe pace
dal cielo, ne la triste ora silente.
Pace... Ma il picciol labbro scolorato,
nel delirio, ha un sorriso lieve, incerto,
forse, sorride a l'amante diletto;
forse, sogna Parigi e il tempo andato,
e sente, nel gran soffio del deserto,
l'eco di qualche antico minuetto.
Carmen
Ella sorride ancora; è lo sprezzante
sorriso di chi, ormai, varca il Mistero,
o ancor s'infinge il riso lusinghiero
che conquide ed inganna in un istante?
La bocca schiusa pare che l'amante
inviti ancora ai baci: il bel
torero
,
Carmen, verrà; non, forse, ecco, il guerriero
squillo nel Circo risuonò vibrante?
Ella lo aspetta; e, sotto il sole, giace,
le braccia stese; a la chioma lucente
un garofano rosso occhieggia, audace.
E un garofano pare, dal corpetto
di velluto dischiuso lievemente,
la piccola ferita in mezzo al petto.