Trittico dei Fiori

A mad.me la Baronne D. N.

Il Giglio

— Il mio calice bianco, alteramente

dritto qual pura fronte verginale,

mai non tremò, per vil cosa mortale,

d'un sol desìo, d'un sol fremito ardente.

Io sono l'amor mistico: fidente

schiudo la bianca bocca passionale

al ciel, sì come tende in alto l'ale

una colomba, al vol, securamente.

Così fiorivo, ne la Nazarena

valle solinga, e l'Angel, salutando,

diè a la Fanciulla la Novella arcana.

Tutta di gigli era la valle piena,

e il vento, fra gli steli susurrando,

parea vibrasse, come un'arpa strana..

La Viola

— Come un riflesso di crepuscolare

luce, morente in un tramonto estivo,

tinge la mia corolla, e ignota vivo,

sognando amore, e pur senza sperare.

Appassisco, in silenzio; e intorno pare

che passi come un fremito giulivo

pel bosco, e sui mughetti lungo il rivo

le farfalle si posano a baciare..

Sono l'amor senza speme; la mesta

Ofelia, a la fatal riva vagando,

di viole cingeva il capo biondo.

E il fido serto su la vaga testa

con lei sul fiume stette, galleggiando,

con lei discese, dolcemente, a fondo..

Il Garofano

— Son di fiamma e di sangue: come ardente

bocca che voglia baci e dia la morte,

schiudo i petali al sole, audace e forte,

e sfido i raggi suoi, superbamente.

Io son la passione prepotente

e sono la vendetta: o amanti morte

nel sangue, come Carmen, quella sorte

vi diè chi vi baciava lungamente!

Sorrido, a le finestre ove mi mise

una mano gentil, quando d'amore

trema un canto, a le notti luminose;

e, ne la pompa del vivo colore,

a cespi, come macchie sanguinose,

fiorisco su le tombe de le uccise.

Share on Twitter Share on Facebook