A mad.me la Baronne D. N.
Il Giglio
— Il mio calice bianco, alteramente
dritto qual pura fronte verginale,
mai non tremò, per vil cosa mortale,
d'un sol desìo, d'un sol fremito ardente.
Io sono l'amor mistico: fidente
schiudo la bianca bocca passionale
al ciel, sì come tende in alto l'ale
una colomba, al vol, securamente.
Così fiorivo, ne la Nazarena
valle solinga, e l'Angel, salutando,
diè a la Fanciulla la Novella arcana.
Tutta di gigli era la valle piena,
e il vento, fra gli steli susurrando,
parea vibrasse, come un'arpa strana..
La Viola
— Come un riflesso di crepuscolare
luce, morente in un tramonto estivo,
tinge la mia corolla, e ignota vivo,
sognando amore, e pur senza sperare.
Appassisco, in silenzio; e intorno pare
che passi come un fremito giulivo
pel bosco, e sui mughetti lungo il rivo
le farfalle si posano a baciare..
Sono l'amor senza speme; la mesta
Ofelia, a la fatal riva vagando,
di viole cingeva il capo biondo.
E il fido serto su la vaga testa
con lei sul fiume stette, galleggiando,
con lei discese, dolcemente, a fondo..
Il Garofano
— Son di fiamma e di sangue: come ardente
bocca che voglia baci e dia la morte,
schiudo i petali al sole, audace e forte,
e sfido i raggi suoi, superbamente.
Io son la passione prepotente
e sono la vendetta: o amanti morte
nel sangue, come Carmen, quella sorte
vi diè chi vi baciava lungamente!
Sorrido, a le finestre ove mi mise
una mano gentil, quando d'amore
trema un canto, a le notti luminose;
e, ne la pompa del vivo colore,
a cespi, come macchie sanguinose,
fiorisco su le tombe de le uccise.