I.

Dietro le porte, la brigata femminile era in preda al nervosismo dell’attesa.1 Dall’interno, dalla Convenzione, dal luogo in cui si decidevano i destini di tutti, giungevano voci e accenti diversi. Tra le donne, alcune dondolavano sulle gambe guardandosi i piedi, le mani dietro la schiena; altre parlottavano a bassissima voce. Nella sala si discuteva un argomento all’ordine del giorno da mesi: il pane, cioè di che vivere. Quanto pane c’era, e come fare perché bastasse a tutti. La discussione era accesa. Vicino alla porta, Marie ripeteva i passaggi significativi, quelli che riusciva a cogliere, a beneficio delle altre.

Intanto Claire Lacombe, attorniata dalle amazzoni in berretto frigio, ripassava il testo della petizione e lo imparava a memoria. Era attrice, e non avrebbe fatto la cattiva figura di leggere un discorso, proprio al cospetto di una platea così importante.

Claire brillava, perfettamente vestita. Il taglio d’abiti era impeccabile, la stoffa di alta qualità, ricavata da un elegante vestito di scena, ancorché maschile. Lo stile era quello che per strada chiamavano «all’inglese», ed era considerato uno stile rivoluzionario. Il velluto verde della giacca mandava riflessi, i bottoni dorati spiccavano come gemme.

Claire Lacombe era un esempio di ciò che fino a poco tempo prima era stato l’impensabile. Claire Lacombe, con tanto di stocco alla cintura. La situazione, e il fatto che a portare la lama fosse una donna vestita da uomo, rendeva l’arma piuttosto dissimile da un mero ornamento.

Marie pensò alla prima volta che aveva visto un’amazzone, la Méricourt, e all’odio che aveva provato per quella figura. Era trascorso poco tempo, ma gli eventi avevano lavorato nella mente e nel cuore di Marie. Ora, eccola al fianco di altre amazzoni, donne vestite da uomini che, in quel momento, le parevano incarnare la parte giusta. Un’ulteriore conferma, del resto, l’avevano avuta per strada, mentre si dirigevano alla Convenzione. Alla vista di quell’accolita di donne in berretto frigio, coccarde al vento, vestite in fogge maschili, alcuni avevano reagito scuotendo il capo, altri lanciando lazzi e dandosela a gambe subito dopo, ma certuni avevano approvato e applaudito. A quegli applausi, aveva notato Marie, il volto di Claire Lacombe si era illuminato. Nel suo abito all’inglese trasudava fierezza. Sotto l’antico regime, tante donne insieme si vedevano solo al mercato, o per qualche processione o cerimonia di preti. Tuttavia, data l’importanza dell’occasione, Marie credeva che fosse meglio dismettere gli atteggiamenti provocatori. Per parte sua aveva indossato una giacca da uomo dal guardaroba di Claire, ma sotto se la sarebbero tenuta così com’era, con la sottana, ché infilare i pantaloni proprio non le veniva naturale.

– Marie, dicci che succede. Da qui sento ben poco.

Una vocina, quasi infantile. Apparteneva a una delle più giovani. Marie accostò l’orecchio alla fessura tra le porte, mentre il gruppo di donne assisteva in silenzio.

– La delegazione di Vincennes dice che la guardia nazionale respinge con le armi chi viene da fuori a comprare il pane in città.

La giovane assunse un’aria grave.

– Ricordiamoci perché siamo qui, cittadine. Se il popolo chiudesse una volta per tutte la partita con chi l’affama, il pane si troverebbe e ce ne sarebbe abbastanza per tutti, –concluse con enfasi.

Marie la fissò. I lineamenti fini, capelli inanellati che uscivano dal berretto. Le forme sottili, davvero quasi maschili, appena celate dalla foggia degli abiti. Marie si chiese se quelli là dentro avrebbero capito. Davvero un’amazzone che chiedeva giustizia poteva affiancare la madre che chiedeva il pane? O sarebbe stato troppo, per quelle belle teste?

Se ne stava li, a elucubrare, quando udì dall’altra parte avvicinarsi dei passi.

Con lentezza, le porte si aprirono.

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