Un mare di volti. Gli occhi fissi sulle donne, specialmente su Claire. C’era da aspettarselo. Claire Lacombe era un’immagine indimenticabile. Marie capi che qualcosa di profondo, di importante, stava accadendo alle loro vite, concentrato nel corpo e nella voce della sua nuova amica.
Senti gravare sulla testa gli enormi candelabri e il grande tricolore. Sacrodio, non era stata così emozionata nemmeno il giorno che volevano arrestare lo sbirro Muzine.
Mentre prendevano posto, dalle tribune del pubblico sali il brusio. Marie sapeva che vi avrebbe trovato le compagne del foborgo e non dovette cercare troppo per individuare Georgette. La donna continuò a sferruzzare, senza il minimo cenno di saluto. Marie passò un’occhiata sulle altre, Madeleine, Amandine, Sophie. Chi voltava la faccia, chi ghignava e parlottava con la vicina. Il fatto di non indossare i pantaloni non doveva renderla, ai loro occhi, così diversa dalle altre amazzoni. Marie provò una pena profonda.
Claire prese la parola, e Marie ne fu confortata. Erano li per farsi valere e l’avrebbero fatto.
– Cittadini legislatori! Indignate dalle prevaricazioni innumerevoli che hanno avuto luogo in tutte le amministrazioni, e soprattutto al ministero dellTnterno, noi veniamo a provocare la vostra severità e a reclamare l’esecuzione delle leggi costituzionali. Noi non l’abbiamo chiesta a gran voce, questa costituzione, perché la si possa violare impunemente. Mostrateci di voler salvare la patria con la destituzione di tutti i nobili dagli incarichi di governo e dall’esercito.
Da diversi banchi si alzarono commenti di cui Marie non colse la natura. Claire doveva aver inteso qualcosa di più, perché fece una pausa, un sorriso e prosegui.
– Non basta l’aver dato al popolo le leggi, bisogna che esso ne avverta gli effetti. È possibile che il popolo debba constatare con indignazione che degli uomini si ingrassano col suo sangue, mentre lui muore in miseria? Noi non crediamo più alla virtù di questi uomini, i quali si sono coperti col mantello del patriottismo solo per dedicarsi impunemente all’ingiustizia e al brigantaggio.
Proteste, risate, occhiate di compatimento. Claire andò avanti.
– Volete convincerci che i nobili non hanno tra voi dei difensori? Destituiteli da tutti i posti che occupano. Non dite che ciò vorrebbe dire sbandare l'esercito, privandolo di capi esperti: più hanno talento e più sono pericolosi. Mettete al loro posto quei bravi soldati che fino a ora sono stati soppiantati con l’intrigo. Se, sotto il regno del dispotismo, il crimine aveva la preferenza, sotto il regno della libertà solo il merito dev’essere onorato. Voi avete decretato che gli uomini sospetti verranno arrestati: ma non è una legge ridicola, dal momento che gli uomini sospetti sono gli stessi che la dovrebbero rendere esecutiva?
Una voce si alzò dai banchi della destra.
– È inaccettabile! Si mette in dubbio la buona fede della Convenzione! Il discorso lo ha scritto quel Ledere!
Un’ondata di mormorii e commenti attraversò la sala. Marie notò che dalle tribune dove stavano Georgette e le altre piovevano ingiurie. Madeleine indirizzò alle petizionarie un gesto osceno.
In seguito alle esortazioni di Robespierre, che presiedeva la seduta, tornò una relativa calma.
Claire aveva la fronte corrugata, gli occhi lanciavano saette. Prosegui su un tono più alto.
– È così che ci si prende gioco del popolo? È questa la ricompensa dei dolori che esso ha sopportato per essere libero? Non sia mai che il popolo si ritrovi costretto a farsi giustizia da sé: voi decreterete la destituzione di tutti gli amministratori che hanno tradito i loro doveri, decreterete la destituzione di tutti gli ex nobili, decreterete la leva di massa degli uomini, e avrete così salvato la patria.
Stagnò il silenzio. Nessun commento. Robespierre si levò in piedi e fece per prendere la parola. Marie notò l’eleganza quasi affettata dell’uomo. Sperò che il peso delle sue parole facesse pendere il piatto della bilancia a loro favore.
– Ringrazio le cittadine che ci hanno presentato una petizione così appassionata e patriottica, ma devo dire che mettere in dubbio la buona fede di chi siede all’interno della Convenzione è un grave errore, e lo si è tollerato a stento. Noi siamo mossi da un solo interesse: il bene dei Francesi. Stella polare di ogni azione che intraprendiamo è la felicità del popolo. Ora, cittadine, il popolo ha fame e saremmo bestialmente egoisti a distogliere lo sguardo. Il popolo ha bisogno di provvedimenti.concreti, non di vane speranze o di essere distratto da obiettivi inattuabili. Perciò, nel congedare le cittadine, propongo di tornare quanto prima all’argomento centrale: il pane.
Si alzò un prevedibile applauso. Georgette e le altre si spellavano le mani a forza di batterle. Marie notò che la guardavano, parlottando tra loro e sghignazzando.
Le petizionarie girarono i tacchi.
– Che sta succedendo? – commentò Pauline. – Solo due settimane fa gli applausi sarebbero stati per noi.
– Ha detto che la costituzione non si attua perché è inattuabile.
Claire era delusa è amareggiata, ma ancora combattiva.
Marie era triste e confusa. I suoi presentimenti avevano trovato conferma. L’Incorruttibile le aveva ascoltate per cortesia, poi le aveva sminuite, rimpicciolite agli occhi dell’assemblea. Eppure la questione, si, era quella del pane. Le cittadine rivoluzionarie dovevano occuparsi di pane e di diritti, delle ragioni che muovono le pance vuote oltre che di quelle che muovono i cuori appassionati.
Le porte della Convenzione si chiusero alle loro spalle. Si ritrovarono fuori dalle Tegolerie, con le facce arrabbiate e spaesate.
Marie notò che Claire fissava la piazza davanti a sé, ma senza guardare nulla.
– Loro lo sanno, – disse a bassa voce. – Sanno che non possono fare quello che hanno scritto nella costituzione. E per questo hanno paura.
– Paura? – chiese Marie.
– Del popolo. Come ha spodestato un re, può spodestare anche loro. Oggi è come se glielo avessimo detto in faccia. Come se li avessimo messi davanti a uno specchio.
Marie non seppe cosa ribattere.
Dal gruppo sali la voce di una delle più giovani.
– Io non lo accetto.
Il brusio delle altre scemò.
– Io non lo accetto, – ripetè la giovane a voce più alta. Darcelle, si chiamava. I capelli biondi le uscivano a ciocche da sotto il berretto, le mani erano strette a pugno lungo i fianchi. – Ci hanno prese in giro.
Fu come se avesse dato a quegli animi smarriti e incerti una luce intorno alla quale stringersi.
Altre voci fecero coro alla prima. Altre giovani. Nocche bianche, sguardi di nuovo induriti, e piedi che ritrovavano il passo deciso.
Claire e Marie si accodarono al gruppo.