4.

Quando vide Treignac andarle incontro con il garzotto in braccio, Marie senti il cuore saltare un battito. La paura le strinse lo stomaco, la stessa sensazione di quando aveva saputo che Jacques era dato per disperso in battaglia. Vale a dire morto. Vale a dire niente più abbracci, niente più canzoni, niente più amore la domenica. Vale a dire sola.

La candela che teneva in mano tremolò. Fece un passo avanti, incerta sulle gambe, il fiato sospeso. Poi vide Treignac sorridere e riprese a respirare. Bastien dormiva con la testa appoggiata alla sua spalla.

– Si era addormentato all’osteria di Férault, – disse Treignac.

Marie accarezzò il ciuffo del figlio. Respirava con la bocca aperta. Fece segno a Treignac di portarlo dentro casa.

Lui depose il bambino sul letto, in un angolo della stanza, e si pulì la giacca dal moccio, mentre lei avvolgeva il figlio nelle coperte.

Treignac si guardò attorno. La stanza era invasa di stoffe, gomitoli, ferri da uncinetto. Dell’uomo che aveva abitato con lei non si conservava traccia. Treignac usò la candela che lei aveva poggiato sul caminetto per accenderne un’altra e fare un po’ più di luce.

– Grazie, – la senti dire mentre era ancora girata verso Bastien.

– Di niente. Mi son detto che l’avrei trovato li.

Marie si voltò a fronteggiarlo. Era molto più bassa di lui, ma lo fissava senza timore, come al solito.

– Ce l’hai mandato tu?

– No. Ma lo conosco, – rispose Treignac. – Dovresti tenerlo d’occhio, sai?

Si penti subito di averlo detto, immaginando che Marie avrebbe sferrato uno dei suoi attacchi, invece sedette sul bordo del letto con le mani in grembo. Mani piccole, forti, arrossate. Appariva stanchissima. Aveva meno di trent’anni, ma già una rete di rughe sottili segnava gli occhi e i lati della bocca.

– Cucio uniformi e maglie dieci ore al giorno. La sera vado in sezione. Dimmi quando lo tengo d’occhio. Forse devo legarlo, gli metto un guinzaglio come a un cane... Almeno con te fa qualche spicciolo –. Sollevò lo sguardo, nel quale lui riconobbe il lampo di quella mattina, nella bottega di Vaillant. – Se gli succede qualcosa...

Il poliziotto fece mezzo passo avanti, imbarazzato dalla propria mole.

– Cheta. Finché sta con me non gli succede niente.

Lei non smise di fissarlo, come volesse saggiare la sua sincerità.

– ’Notte, Treignac, – disse infine.

– Buonanotte.

Lo accompagnò alla porta e, quando fu uscito, chiuse a chiave e sprangò con il paletto.

– Mamma... – senti chiamare dal letto in ombra.

– Zitto e dormi.

Si chinò a orinare nel pitale. Sciacquò le mani e il viso in una bacinella, quindi soffiò sulle candele e si distese accanto al bambino.

– Mamma... Jacques non tornerà mai più?

– No.

– E mio padre?

– Non c’è mai stato. Ti ho detto di dormire, adesso.

Dopo pochi istanti di silenzio, il bambino bisbigliò ancora nel buio.

– Io sto con Treignac.

Estratto da

MEMORIE PER SERVIRE ALLA STORIA

È AL FONDAMENTO DEL MAGNETISMO ANIMALE

di Armand-Marie-Jacques de Chastenet de Puységur (1784)

Credete & Volete

Nel sostenere la causa del Magnetismo animale, non posso che sostenere quella del suo celebre inventore. Nel mio tentativo di fornire qualche nozione sulla causa che mi porta ad agire, il signor Mesmer non vedrà, spero, altro che lo zelo ardente che mi anima per la sua gloria.

Non pretendo di illustrare la teoria del Magnetismo animale, né di entrare nella discussione circa le sue analogie con l’intero sistema del mondo: solo il signor Mesmer può intraprendere un compito tanto grande. Ciò che mi impongo è, semplicemente, di dire come procedo per guarire certe malattie, & come si producono su molti malati gli effetti, tanto sorprendenti quanto inattesi, di cui si sente parlare.

Io credo che esista un fluido universale, il quale tiene in vita tutta la natura. Io credo che questo fluido, sulla terra, sia in continuo movimento. La sola idea palpabile che noi ne abbiamo è quella che ricaviamo dall’elettricità.

Il Magnetismo minerale avrebbe dovuto darcene un’idea meno palpabile, ma ancor più certa; perché come può spostarsi, senza un movimento, un ago calamitato? Il Magnetismo animale, costituendo oggi l’ultima prova di questo fluido universale & sempre in movimento, offre all’umanità un mezzo sicuro per guarire dalla maggior parte dei suoi mali.

L’uomo, come tutto ciò che esiste, è a suo modo saturo di fluido universale, & può essere considerato come una macchina elettrica animale, la più perfetta che esista, poiché il pensiero, che regola tutte le sue azioni, può condurlo all'Infinito.

Se la base del mio sistema è vera, allora l’uomo non ha bisogno di alcun accessorio per agire in maniera salutare sui suoi simili, poiché la nostra elettricità animale tende sempre a portarsi laddove la dirige la nostra volontà.

Come accade per l’elettricità artificiale, le nostre punte, che sono le dita, sono sufficienti a sottrarre l’eccesso di fluido che si riscontra in certi malati, & la mano intera per infonderlo dove manca: ma da ciò non bisogna credere che sia necessaria una gestualità così minuziosa per operare con successo sui propri simili.

La nostra organizzazione elettrica è così perfetta, che con il solo ricorso alla volontà si possono operare dei fenomeni che, per quanto assai fisici, hanno l’aria di essere miracolosi.

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