I.

– Rilassatevi. Non aprite gli occhi e ascoltate soltanto la mia voce. Immaginate il flusso magnetico che va dalla mia mano all’altra, passando attraverso di voi. Una corrente calda e benefica. Come vanno le emicranie?

– In certi giorni mi fanno impazzire. In altri danno tregua.

– Stamattina come vi sentite?

– Sento che il dolore potrebbe montare da un momento all’altro.

– Perché dite questo?

– C’è un ostacolo che blocca il flusso magnetico.

– Molto bene. Credete di poterne rintracciare l’origine?

– Sì. È il mio fallimento.

– Cosa ve lo fa pensare?

– Un sogno. Una serpe attraversa il sentiero, io la taglio in due con un colpo di spada, ma la metà con la testa striscia dentro un buco nel terreno e mi sfugge.

– Conoscete il significato?

– Sventare una congiura senza decapitarla è come proclamare la Repubblica senza eliminare il re.

– Vi riferite alla congiura per salvare Luigi XVI?

– Ho tagliato la coda del serpente. La testa è in cerca di un altro corpo sul quale innestarsi. La rivoluzione è ancora minacciata. Solo chi sarà disposto a perdere tutto potrà esserne all’altezza.

– Chi stabilisce tale altezza?

– La storia. Vi furono popoli liberi che caddero da più in alto.

– Eravate favorevole alla condanna a morte del re?

– Ho condiviso il monito di Saint-Just e di Robespierre: o la Repubblica o il Capeto. La monarchia si fondava sul diritto di sangue, dunque era il sangue che andava versato. Per qualcuno non è abbastanza, il sangue del Capeto scorre ancora nelle vene dei suoi famigliari e ogni aristocratico è un potenziale monarca. Marat chiede centomila teste. Marat è un folle, eppure sembra disposto a ogni sacrificio, e il popolo di Parigi lo venera.

– Lo invidiate per questo?

– Lo temo.

– Per quale motivo?

– Perché non teme nulla.

– Come va il dolore adesso?

– All’inizio del trattamento aumentava, ora sembra che stia scemando.

– Molto bene. I vostri nervi sono più distesi. Credete che possiamo sospendere?

– Sì.

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