A MARIE BASHKIRTSEFF

Da l'ampia tela, ammaliante e fisso

Mi persegue il tuo sguardo; e a sè m'attira

Come bocca d'abisso.

 

Sotto la chioma d'ôr fina e fluente

Sei tutta bianca, e le rosate nari

Vibran nervosamente:

 

Dice il labbro serrato: «Io penso e voglio:»

Dice la fronte non curvata mai:

«Io nacqui al lauro e al soglio.»

 

.... Senti. È ver che sei morta, o bionda Slava,

Che tesori d'ingegno a noi portasti

Dai ghiacci di Poltawa;

 

Che nel silenzio de le tristi nevi

Come rosa sbocciasti, e inconsumata

Sete di gloria avevi?...

 

Del genio coll'ignoto a te la guerra;

A te la fantasia che tutto sfiora,

E irruendo si sferra;

 

A te la melodia che ha preci e schianti.

Che parla, erompe, impreca e si contorce

Su le corde pulsanti;

 

A te la tela ove gioia e dolore,

E carne e sole ed anima diventa

Lo sprazzo del colore.

 

Che trionfo di vita e di baldanza.

Quanta grandezza in te, quanto futuro,

Che soffio di speranza!...

 

Fiore di landa fra le nevi aperto,

Tu sognavi, sul verde agile stelo,

I cieli del deserto:

 

Gracil patrizia, tu gli abeti foschi

Sospiravi de l'Alpe, il mar di spuma,

La libertà dei boschi.

 

.... Or di te che rimane, o battagliera

Figlia de l'Arte?... Una ferrata cassa

Sotto la terra nera;

 

Su la cassa una croce esposta ai venti;

Dentro, fra i vermi, il tuo teschio che ride,

Ride, mostrando i denti.

*

.... Null'altro?...—Calma senza fine grava

Nella notte, dintorno.—Io su la tela

Ti miro, o bionda Slava.

 

Il cangiante tuo sguardo m'incatena:

Qualchecosa di te m'entra nel core,

E tutta m'avvelena.

 

Una elettrica forza si sprigiona

Dalla regal tua forma—e mi serpeggia

Per tutta la persona;

 

Ed io mi sento te .—Del martellante

Desìo d'ignoto che il tuo sen minava

Sento l'alito ansante.

 

Sento l'innata facoltà che crea;

Sento pulsar nel cérebro l'acuta

Vertigin dell'idea.

 

Vedo la morte rotear da lunge

Già guatando il mio capo; algida larva

S'appressa e mi raggiunge;

 

Come in te, tutto stralcia e tutto annienta.

Cala il corvo a gracchiar su la rovina:

Fuma la torcia spenta.

 

Nulla dunque di noi, nulla più resta?...

Io lancio a te l'angoscïoso grido

Dell'anima in tempesta.

 

Ma la terra non sa, Dio non risponde!...

Ne l'infinito il gemito s'inghiotte

Come sasso ne l'onde.

 

Mentre su i dubbi de l'ignare genti,

O trapassata, il teschio tuo sorride

Mostrando i tersi denti,

 

Del tuo spirto la vivida scintilla

Ne l'esser mio che morirà tra poco

Penètra, arde e sfavilla.

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