HAI LAVORATO?

Dunque tu m'ami. Hai confessato; or, trepido,

Taci ed attendi, e ti scolora il viso

Un'onda di pallor.

Vuoi dal mio labbro un bacio ed un sorriso.

Vuoi di mia fresca giovinezza il fior!...

 

Ma dimmi: L'ansie, le battaglie e gl'impeti

Sai tu d'un ideal che mai non langue?

Sai tu che sia soffrir?...

Che ti val la tua forza ed il tuo sangue,

L'anima tua, la mente, il tuo respir?...

 

Hai lavorato?... Le virili insonnie

De la notte in severe opre vegliata,

Di', non conosci tu?...

A qual fede o vessillo hai consacrata

La tua florida e bella gioventù?...

 

Non mi rispondi.... oh, vattene. Fra gli ozî

Lieti di sonnolente ore perdute

Torna, vitello d'ôr.

Torna fra balli, carte e prostitute;

Io non vendo i miei baci ed il mio cor.

 

Oh, se tu fossi affaticato e lacero,

Ma coll'orgoglio del lavoro in faccia,

E una scintilla in sen;

Se stanche avessi l'operose braccia,

Ma t'ardesse nel grande occhio un balen;

 

Se tu fossi plebeo, ma sovra gli uomini

Cui preme e sfibra il vile ozio codardo

Ergessi il capo altier,

E nel tuo vasto cerebro gagliardo

Avvampasse la febbre del pensier,

 

Io t'amerei, sì!... T'amerei per l'opre

Tue vigorose e la tua vita onesta.

Pel sacro tuo lavor;

Sovra il tuo petto chinerei la testa.

Forte di stima e pallida d'amor!...

 

Ma tu chi sei?... Da me che speri, o debole

Schiavo languente fra dorato lezzo?

Sgombrami il passo, e va.

Non m'importa di te—va—ti disprezzo,

Fiacco liberto d'una fiacca età!...

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