I VINTI

Sono cento, son mille, son milioni.

Son orde sconfinate.

Sommesso rombo di lontani tuoni

Han le file serrate.

S'avanzan sotto il rigido rovaio

Con passo uguale e tardo.

Nuda è la testa, l'abito è di saio,

Febbricitante il guardo.

Essi cercano me.—Tutti son giunti.—

Fluttuando com'onda

Di grigie forme e di volti consunti,

La turba mi circonda.

Mi pigia, mi nasconde, m'imprigiona;

Sento i rôchi respiri,

Il lungo pianto che nel buio suona,

Le bestemmie, i sospiri.

«Noi veniam dalle case senza fuoco,

Dai letti senza pace,

Ove il corpo domato a poco a poco

Piega, s'arrende, giace.

Veniam dagli angiporti e dalle tane,

Veniam dai nascondigli,

E gettiam su la terra un'ombra immane

Di lutto e di perigli.

Noi lo cercammo un ideal di fede,

Ed esso ci ha traditi.

Noi cercammo l'amor che spera e crede,

Ed esso ci ha traditi.

Noi l'oprar che rigenera e rafforza

Cercammo, e ci ha respinti.

Ov'è dunque la speme?... Ove la forza?...

Pietà!... Noi siamo i vinti.

.... Sopra e d'attorno a noi, del sol raggiante

Ne la gran luce d'oro,

Scoppia e trasvola il vasto inno festante

Del bacio e del lavoro:

Ferreo serpe, il vapor passa e rimbomba

Sotto montana vôlta,

Chiama l'industria con guerriera tromba

Menti e braccia a raccolta:

Mille bocche si cercan desïose

Innamoratamente,

Mille vite si lancian generose

Nella fornace ardente;

E inutili siam noi!..—Chi ci ha gettato

Su la matrigna terra?...

Il sospiro del cor chi ci ha negato?

Chi ne opprime e ne atterra?...

Qual odio pesa su di noi?... Qual mano

Ignota ci ha respinti?...

Perchè il cieco destin ci grida: Invano?...

Pietà!... Noi siamo i vinti.»

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