Mi pare ora, ancorchè non sieno di moda Italiana, dovere spiegare la forma delle palestre, (Tav. XVIII.) e dimostrare come le costruiscano i Greci.
Nelle palestre dunque si fanno i porticati quadrati, o bislunghi che sieno in modo, che il giro attorno sia un tratto di due stadj, che i Greci chiamano diavlon: tre di questi portici si fanno semplici; e il quarto, che riguarda l’aspetto di mezzogiorno, doppio, acciocchè nelle piogge a vento non possa lo spruzzo giungere nella parte interiore. Nei tre porticati semplici (Tav. XVIII.) vi si situano scuole magnifiche con de’ sedili, ne’ quali stando a sedere possano fare le loro dispute i filosofi, i retori, e tutti gli altri studiosi.
Nel porticato doppio poi si situano questi membri. Nel mezzo l’Efebeo: questa è una scuola grandissima con sedili, e deve essere lunga un terzo più della larghezza: a destra il Coriceo: immediatamente appresso il Conisterio: appresso a questo, appunto nell’angolo del portico, il Bagno freddo da’ Greci detto lutron: a sinistra poi dell’efebeo l’Eleotesio: accanto all’eleotesio il Frigidario: da questo, e giusto nell’altro angolo del portico, il passaggio al Propnigeo: accanto, ma dalla parte interna, e dirimpetto al frigidario viene situata una Stufa a volta, lunga il doppio della larghezza; questa tiene ne’ cantoni da una parte il Laconico, costrutto nella maniera detta di sopra, e dirimpetto al Laconico il Bagno caldo. I porticati dentro la palestra debbono essere distribuiti con quella perfetta regola, che abbiamo detto altrove.
Al di fuori poi si fanno tre porticati, uno all’uscire della palestra, i due altri stadiati a destra e a sinistra: di questi quello, che riguarda il settentrione, si faccia doppio e spazioso: l’altro semplice, ma in modo, che tanto dalla parte del muro, quanto delle colonne vi resti un tratto come una viottola, non meno larga di dieci piedi: il mezzo sia sfondato per un piede e mezzo dalla viottola al fondo, al quale si scende per due scalini; il piano del fondo non sia meno largo di dodici piedi. In questo modo coloro, che vestiti spasseggeranno intorno per le viottole, non saranno incomodati da’ lottatori unti, che si esercitano. Questo portico si chiama da’ Greci xistos , perchè vi si esercitano i lottatori in stadj coperti ne’ tempi d’inverno.
[[[UNTRANSLATED text:reference-mark: ]]] I sisti poi si fanno in questo modo: (Tav. XVIII.) hanno fra i due portici a piantarli boschetti, o platani, e in essi viali spalleggiati da alberi con de’ riposi fatti di smalto. Accanto al sisto, e al porticato doppio si lascino i passeggj scoperti, che i Greci chiamano peridromidas; noi chiamiamo sisti, ne’ quali anche d’inverno, ma a ciel sereno escono dal sistro coperto ad esercitarvisi i lottatori. Dietro a quello sitro vi vuole uno stadio fatto in modo, che vi possa stare molta gente con agio a vedere i lottatori. Ho date tutte le regole per sapere con comodo distribuire quelle parti, che occorrono dentro una città.