Ho insegnato il modo da fare gl’intonachi ne’ luoghi asciutti; esporrò ora il modo di farli ne’ luoghi umidi, acciocchè sieno di durata e senza difetti.
Primieramente dunque nelle stanze a pian terreno per l’altezza di tre piedi l’arricciato si faccia non con sola calcina, ma con de’ cocci rotti, e poi s’intonachi, affinchè non patisca per l’umido questa porzione d’intonaco: ma se mai ricevesse il muro continuamente umido, allora a qualche distanza da esso, per quanto si può, se ne alzerà un altro, ma sottile, e fra questi due muri si formerà un canale di livello inferiore a quello del piano della stanza cogli sbocchi in un luogo aperto: in questo muretto, siccome si va alzando, si lasciano degli sfogatoi, perchè se l’umido non avrà e di sotto, e di sopra scolo per sì fatte aperture, si stenderà per la fabbrica nuova. Ciò fatto, si rinzaffa con matton pesto, e si arriccia il muro, e poi si finisce coll’intonaco. Che se non permettesse il luogo di alzare quest’altro muro, si fanno anche i canali collo sbocco in un luogo aperto; indi dalla parte del muro sopra la sponda del canale si situino tegoli di due piedi, e dalla parte opposta si alzino de’ pilastrini con mattoni di ott’once, sicchè vi possano appoggiare sopra gli angoli di due tegoli, i quali non rimangano distanti dal muro più di un palmo: indi s’incastrino nel muro dal fondo fino alla cima embrici con orlo, e ritti; e la parte interna di questi dee essere diligentemente impeciata, acciocchè rigetti l’umido. Vi dee essere lo sfogo tanto in fondo, quanto in cima di sopra la volta. S’imbianchino questi embrici con calce lievitata con acqua, acciocchè vi si attacchi il rinzaffo di matton pesto; imperciocchè per l’aridità, che acquistano cuocendosi nelle fornaci, non potrebbero ricevere, nè mantenere il rinzaffo, se non fosse per la calce frapposta, la quale congiunge, e fa stare unite queste due cose. Fatto il rinzaffo, si fa il primo intonaco anche di matton pesto, e poi tutto il resto si termina colle regole degl’intonachi dette poco sopra.
L’ornato de’ pulimenti degl’intonachi dee esser regolato con decoro, acciocchè acquistino il dovuto pregio e per la proprietà del luogo, e per la diversità delle composizioni. Così per esempio nelle stanze da mangiare d’inverno non istanno bene nè questa composizione, nè pitture grandi, nè ornato sottile di corniciami nelle volte; perchè tutte queste cose si guastano per il fumo del fuoco, e de’ molti lumi: quivi perciò sopra lo zoccolo vanno posti de’ quadrelli neri ben puliti framezzati da riquadrature gialle o rosse.
Terminate che saranno con nettezza e pulizia le volte, non saranno male nelle stanze d’inverno i pavimenti all’uso Greco, se mai vi è chi volesse applicarvi, essendone il modo e di poca spesa ed utile. Si cava dunque sotto il livello della stanza per l’altezza di due piedi in circa, e battuto bene il suolo vi si stende sopra un pavimento di calcinacci o di cocci con pendenza e declivio tale, che abbia lo sbocco per un canale: indi seminativi de’ carboni, e ben battuti, vi si stende un composto di sabbione, calce, e cenere calda, dell’altezza di mezzo piede, tutto a filo e a livello; e pulita che ne sarà colla pietra la superficie, parrà nero il pavimento. In questo modo ne’ loro conviti tuttociò che si versa da’ bicchieri, e anche lo sputo, si asciutta subito che cade; e quei che vi praticano per servire a tavola, ancorchè scalzi, non sentiranno freddo sopra pavimenti di questa specie.