Capitolo VII. De’ Colori naturali.

De’ colori alcuni nascono naturalmente in certi luoghi, e quindi si cavano: altri si formano da diverse cose col manipolarle, mescolarle o stemperarle, affinchè facciano lo stesso effetto ne’ lavori. Esporremo prima quelli, che nascono da per se, e si cavano nelle miniere.

Tale è quello che in Greco si chiama Ochra: questo si trova in molti paesi, e specialmente in Italia; ma l’ottima, che era l’Ateniese, ora non si ha più, perchè quando in Atene s’impiegavano nelle miniere d’argento molte famiglie di servi, se nel cavare sotto terra le grotte per ritrovare l’argento, s’incontrava mai qualche vena di quella terra gialla, la seguivano a scavare al pari di quelle di argento: onde è che gli antichi usarono ne’ loro pulimenti ottima terra gialla.

Le terre Rosse parimente si cavano in abbondanza in diversi luoghi, ma le ottime in pochi, come sono nel Ponto, in Sinope, nell’Egitto, e in Spagna nelle isole Baleari, come anche in Lenno, che è quell’isola, le cui rendite diedero il Senato e il Popolo Romano a godere agli Ateniesi.

Il Paretonio prende il nome dal luogo stesso donde si cava. Il Melino ancora è così detto, perchè ve n’è abbondanza in Melo, una delle isole Cicladi. La Terra Verde similmente nasce in più luoghi, ma la migliore in Smirne: i Greci la chiamano Theodotion, perchè Teodoto si chiamava il padrone del podere, dentro il quale fu la prima volta trovata.

L’Orpimento, che in Greco si chiama Arsenicon, si cava nel Ponto. Del Minio ancora in molti luoghi si hanno delle miniere; ma la migliore è nel Ponto presso il fiume Ipani. Ed in alcuni luoghi, come tra i confini della Magnesia, e di Efeso ve ne sono, onde si cava apparecchiata in modo, che non vi è bisogno nè di macinarla, nè di stacciarla, essendo sottile quanto ogni altra pesta e cernuta a mano.

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