IV.

Nella vasta casa il silenzio era divenuto immenso, da poi che il bianco feretro di Cecilia era disceso di sotto, ove la sterminata fila di vergini l'attendeva.

Intorno era l’ombra senza fine: vagolava l’odore vago dei ceri o dei fiori appassiti nella notte.

Triste in un angolo immobile, Elisa: una statua.

In piedi, tutti i capelli bianchi. Paolo: uno spettro.

Giù nella strada una visione. Una lunga bianca fila di vergini e mille ceri fiammeggianti. Poi un immenso fascio di fiori: gigli, gigli e viole....

Quando il mormorìo delle preci giù nella via fu svanito, per sempre, nel tramonto triste e nel Tempo, Paolo fece due passi verso Elisa e disse:

— Addio!

E si volse verso la porta.

Il triste legame finiva....

Per sempre.

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