IV.

Due settimane dopo, al più tardi, ero di nuovo nel tepido e ricco gabinetto di mister.

La prima cosa che dissi fu:

— Guardate.

E gli presentai una fotografia, un poco sbiadita ma in ottimo stato.

— Ecco il ritratto di Pietro Fournier a vent’anni.

Mister Stevens non potè trattenere un grido.

Si alzò, corse ad una larga specchiera e febbrilmente confrontò a più riprese il vecchio ritratto con la propria imagine riflessa nel limpido cristallo....

— Ma sono io! – gridò stupefatto.

Io lo guardava.

— È quanto ho detto subito anch’io.

Mister Stevens ritornò agitato al suo posto, davanti alla scrivania.

— Come avete avuto questo ritratto?

— Ecco, vi dirò tutto. Appena arrivato a Marsiglia ho fatto una visita alla Banca Raviol e C. Ho riveduto molti de’ miei vecchi colleghi di allora. Ho parlato subito di voi.... cioè, voleva dire del vostro pendant, intendo di Pietro Fournier....

— E che cosa avete saputo?

— Quello che già sapevo e che io, la prima volta che abbiamo parlato di ciò, vi ho subito riferito.... Cioè che il giovanotto un bel giorno non era più venuto in ufficio. Fatta ricerca di lui nella camera ove abitava fu risposto dalla padrona di casa non essere egli ritornato più da qualche giorno.... lasciando abiti e bagagli.

— E poi?

— Qualcuno asserì – notate bene – averlo veduto salire sopra un piroscafo che doveva partire per l’America....

— Per l’America!...

— Proprio così!... Ma nessuno si curò oltre di lui, perchè aveva lasciato, del resto, in ordine quanto lo riguardava.... e nessuno credette il caso di spingere oltre le ricerche su di lui. Ecco quanto potei sapere. Allora io ebbi una buona idea. Feci ricerca della camera allora abitata dal giovane Fournier e fui tanto fortunato di scoprirla non solo, ma trovarvi, ancora vivente, la vecchia padrona.

— Benissimo.

— Le domandai se ricordava di avere alloggiato circa vent’anni fa un certo giovane Pietro Fournier....

— Ebbene?

— Essa lo ricordò perfettamente! Anzi andò a rinvangare in un cassettone un vecchio ritratto donatole dal giovane suo inquilino....

— Questo che io tengo ora fra le mani!

— Appunto.

— E non v’è stato possibile sapere nè conoscere altro sopra questo.... misterioso Fournier?

— No.

Mister tacque a lungo.

— Che ne pensate in conclusione voi? – disse infine.

— Debbo dirvi tutto il mio pensiero?

— Ditelo pure....

— Io credo che voi....

— Ebbene?

— Siate Pietro Fournier!

— Signore....

— Vi prego, non interpretate a rovescio il mio pensiero! Io penso che voi siate nello stesso tempo mister Stevens e Pietro Fournier; e.... fors'anche e perchè no? il Vincenzo Fiorelli!... E che voi veniate a saperlo ora, per la prima volta!

— Ma come?...

— Lo saprete forse presto.

— La mia testa si confonde – gemette il povero mister.

— Del resto rallegratevi – feci io.

— Perchè?

— Perchè Pietro Fournier era solo aspirante banchiere e voi.... lo siete di fatto.

— Voi scherzate.

— Oh no, vi assicuro! Del resto questa sera voi avrete la spiegazione dell'enigma.

— Ah sì?... e in qual modo?

— Permettendomi di condurre con me, qui da voi, un mio amico.

— Chi è costui?

— Oh! una persona rispettabilissima.... un giovane dottore che diverrà presto celebre.

— Un dottore! e perchè mai?

— Lo saprete questa sera! Acconsentite dunque, mister?

— Come vi aggrada.

— A che ora dunque?

— Alle quattro.... sarò a disposizione vostra e del vostro amico.

— Sta bene. A rivederci dunque alle quattro, mister.

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