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Che frescura divina tra quell'erba in fiore! Pietro se ne stava giacente per terra, bevendosi il sole, come una lucertola tra il verde de' suoi crepacci. Alcune grosse violaciocche gli venivan ad accarezzare il volto ed egli ne sentiva il sottil aroma di mandorla amara vellicargli i sensi. Davanti a lui si alzava un fitto antro di arbusti verdissimi che avevano fatta una muraglia impenetrabile al sole.

A un tratto, una testina arguta apparì tra quelle fronde. Era una capretta dal pelame nero e lucente. La bestiola guardava qua e là, poi alzò il musetto verso il luogo ov'era Pietro: forse la brezza, tra gli altri odori del bosco, gliene aveva rivelata la presenza. Dietro ad essa ne apparve un'altra più cauta e timida. Pietro le riconobbe: eran le capre di Silvio. Egli era dunque vicino. Mentre Pietro pensava da dove potesse il giovine pastore sbucare, due ombre immense comparvero davanti a lui, sempre giacente. Una era Silvio e l'altra.... Pietro la riconobbe subito. Era Maria, la figliuola del vecchio Arcangelo. La fanciulla teneva il braccio appoggiato su quello del giovane pastore. E non parlavano. Ella si era posta sopra i nerissimi capelli e incolti un fiore rosso, e la fiamma di quel fiore pareva arder di una luce calda tutto il suo volto intensamente bruno. Maria teneva gli occhi fissi nel volto del giovane. Anche Silvio la guardava in silenzio. Si fermarono un momento, alti, sempre immensi, sopra la testa di Pietro, che non si era mosso, nascosto fra le alte erbe in fiore. Essi – presi tutti dal loro momento felice – non potevano scorgerlo.

Poi si baciarono, così, nel verde, alti su di lui, macchie intense di colore e di vita sullo sfondo cupo del cielo che sfolgorava azzurro.

E proseguirono.... E sparirono fra gli arbusti che li nascosero tra le fronde amiche.

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