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Era una mattinata grigia. La campagna era tutta presa dalla grande tristezza del cielo. Le erbe tacevano ed il prato si stendeva inerte e scolorito sotto la scialba luce che gli mandava il sole, che la nebbia nascondeva. Pietro era seduto a' piedi di un albero; e intorno a lui le sue pecore svogliate brucavano pigramente; la maggior parte di esse erano a terra, sdraiate. Ad un tratto passò lontano, sullo sfondo del bosco, la coppia ignara e felice: Silvio e Maria. Voltavano il dorso a lui e parean parlarsi animatamente. Poi si fermarono e si appoggiarono ad un tronco: la fanciulla posò la testa sulla spalla del giovane. Intorno era un grande silenzio. Tutto ad un tratto, dietro ai giovani, sorse un'apparizione paurosa. Il vecchio Arcangelo, livido in volto, contratto, armato di un enorme randello, si avvicinava frenando il passo, per non farsi udire, ai giovani. Era a pochi passi da loro e alzava in aria terribile il randello, fremente nelle sue ossute mani mal ferme dall'ira e dal furore....

Pietro allora gettò un grido che risuonò nel bosco silenzioso. I due giovani si voltarono: e solo allora scorsero il vecchio, orribile veramente a vedersi nel suo furore in quel momento, il quale, lasciando andare il colpo diretto alla testa di Silvio, gridava:

– Ti ci colgo, finalmente, infame!...

Ma Silvio era stato pronto a scansarsi e il bastone andò a colpire le alte erbe.

Allora il vecchio si volse a Maria che era rimasta immobile per la sorpresa e l'afferrò pei capelli. La scosse furiosamente tentando gettarla a terra: ma la fanciulla vigorosa si abbrancò alle scarne braccia del vecchio, tentando di fargli lasciare il pugno di capelli ch'egli andava miseramente scuotendo a tutta forza. Silvio allora si avvicinò al vecchio e con una stretta poderosa della sua mano di ferro l'obbligò a lasciare la presa.

Maria andò a cadere indietro, sull'erba.

Il giovane rimase ritto davanti al vecchio. Nel suo occhio limpido una fosca fiamma si era accesa.

– Vattene, vecchio, – borbottò egli fra i denti, – non ti basta l'altro, che....

Ma non finì la frase.

– Anche tu, – urlò il vecchio, – anche tu.... in casa mia.... anche tu, come l'altro!...

E alzando il bastone sulla sua testa urlò:

– E muori anche tu, dunque, come quell'altro della tua razza infame!...

Ma Pietro, rapido come il baleno, era accorso. S'era gettato sul braccio, alzato a colpire, del vecchio e l'aveva stretto come in una morsa. La mano del vecchio irrigidita s'era aperta e il randello era caduto ai suoi piedi, vano. Arcangelo si voltò a guardarlo digrignando i denti, ma Pietro gli gridò imperioso, con una terribile voce e profonda che pareva d'un altro, di un essere misterioso e lontano:

– Non muoverti altro, vecchio!

Davanti ai suoi occhi un'altra visione, rapida e violenta, era passata: un'altra scena, come quella, aveva balenato. Ma allora, nessuna mano era piombata sopra il suo braccio a stringerglielo, a irrigidirglielo, a stritolarglielo, per arrestare il miserando delitto del quale era stato fattore!...

Silvio intanto aveva rialzato Maria e le aveva mormorato di allontanarsi.

E la fanciulla era sparita tra le fronde.

Poi si avvicinò al vecchio e, ritornato calmo e tranquillo, gli disse:

– Ringrazia Pietro, perchè a quest'ora tu saresti già a rendere conto di un altro delitto, che tu sai, e pel quale Dio ti aspetta!...

E sparì anche lui tra le fronde.

Arcangelo e Pietro rimasero soli, nel bosco.

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