Al mattino appresso ero a T....
Mi venne ad aprire la vecchia Mary.
– La signora dorme, – mi disse sottovoce, – è stata agitata tutta la notte. Ora, finalmente, ha preso un poco di riposo.
– Lasciamola riposare, – dissi, – difatti è ancora molto di buon'ora.
E guardando giulivo la vecchia domestica esclamai:
– Vi porto grandi nuove.... grandi avvenimenti.... per i quali ho bisogno del vostro aiuto!
E le raccontai e rivelai tutto.
La buona donna credeva sognare. Aveva le lagrime agli occhi: era tutta agitata.
– Dio mio! che gioia per la mia povera signora!... È troppo grande. Potrà sopportarla?
– Non temete, di felicità non si muore.
– Ma è così agitata! Ne ho quasi paura.
– Sta a voi prepararla bene.
– Dio mio, aiutatemi! Ne tremo tutta. Sono cose tanto straordinarie!...
– Questo non lo nego.
– Dopo tanto tempo, tanti anni! dopo tanto piangere che ha fatto!... Dopo averla pianta morta, quella creatura!... Oh Dio, che strani casi!
– Sappiate far le cose per bene, mi raccomando.
– Il Signore m'ispirerà.
– Sarà meglio ch'io non mi faccia vedere subito....
– Pare anche a me.
– Facciamo così, parlatene voi, da prima.... ma con arte, badate!
– Sì, e poi voi le direte il resto, signore.
– Siamo intesi.
– Sì, signore.
– Andrò a far colezione e poi ritornerò.
– Per carità, signore, non vi fate attendere. Quando saprà!...
– Non dubitate.