717. Gennajo. — In questo mese, quando non è gelata la terra, l’ortolano vanga tutti quegli spazii che deve seminare a primavera. Ammassa qualunque sorta d’immondizie per preparare buoni letami. Le seminagioni consistono in fave, ceci, piselli. Si possono metter giù rose. Andando bene il mese si piantano cipolle, agli e porri. Si tagliano le cime dell’insalata, e si legano per farle bianche. Verso la fine del mese si possono seminar cavoli, ma riparandoli, e quando non sia molto freddo: di questi ultimi, se ve n’ha di novelli, seminati in autunno, e se la stagione è tiepida, se ne trapiantano. In alcuni luoghi ben difesi seminansi lattughe ed altre erbe da insalata, ponendole presso ai muri situati a mezzogiorno, e sopra strati di terra ben letamata e in pendio. Tutte queste operazioni però ben di rado si possono praticare ne’ luoghi settentrionali d’Italia, ma quasi tutti gli anni in gennajo è concesso poterle effettuare nella parte orientale della penisola.
718. Febbrajo. — Si fanno in questo mese le medesime operazioni che nel gennajo. Se esso è piovoso, suol reputarsi che l’annata sarà abbondante. Oltre le cose date pel gennajo, da farsi o compiersi anche nel febbrajo, si piantano sul finire di questo mese i rami di rosmarino, salvia, isopo, timo e maggiorana. Si pongono radici di sparagi e di canne. Qualora il tempo sia asciutto, si possono piantare patate; ma ne’ luoghi ove non batte troppo il sole è prudenza attendere il mese venturo. Chi non avesse poste le siepi in autunno, le pianterà in febbrajo; così pure accomoderà e poterà le vecchie, rimonderà i rosaj, e, occorrendo, darà letame ai medesimi. Si incalzano i sedani e le indivie, acciò imbianchiscano affatto. Si seminano, alla fine del mese, cavolfiori primaticci, da coltivarsi però con diligenza; il che si userà anche per quegli erbaggi di cui si vogliono le primizie.
719. Marzo. — Male per quell’ortolano che lascia venir questo mese senza aver preparato il suo terreno! Talvolta gli accade di dover fare tutte le faccende che abbiamo enumerate pel febbrajo. In marzo si comincia la coltivazione di quei prodotti che, a volerli avere sempre freschi, si convengono seminare ogni 16 o 20 giorni, come, per esempio, i piselli. Al principio di questo mese si seminano le fave marzuole, se non siasi ciò fatto nell’antecedente. Molte volte però, passati i primi giorni, il tempo si guasta, ed allora si ritardano le seminagioni, e si è costretti talvolta di rimetterle all’aprile.
Marzo è il mese del trapiantamento di moltissimi erbaggi, e si seminano tutti, eccetto quelli da inverno. I cavoli cappucci, i cavoli neri, le fragole e le cipolle si traspongono. Ma per le due prime sorti di piante torna meglio in Lombardia ritardare un poco. Coloro che abitano all’oriente d’Italia possono affrettare tutte le operazioni. Nell’alta Italia però si possono seminare, in vasi pieni di buon terriccio, i pomidoro, i peperoni, le melanzane sul finire del mese; ma torna meglio il far ciò al principiar di aprile. Si governano in marzo i carciofi, levando loro d’intorno la terra. Alcuni ortolani pongono semi di zucche e poponi a germogliare nella stalla.
720. Aprile. — Quando non si abbia avuto tempo di preparare il zuccajo e il poponajo, bisogna affrettarsi a vangarlo sul principio di questo mese; il quale non è men faticoso del marzo, anche supponendo che in quello siasi potuto eseguire gran parte delle faccende che gli sono proprie. Se in marzo non si piantarono lo spigo, la ruta, l’assenzio, oltre le altre erbe, si faccia in aprile. Si dovranno sarchiare e rincalzare tutti gli erbaggi già trapiantati, e quelli ancora che sonosi conservati per cavarne la semente. Questo è il mese nel quale le brine sogliono talvolta privare l’ortolano di molte primizie. Non è raro che ad un bel giorno caldo succeda una notte fredda che vada a terminare in un’alba apportatrice di micidiale brina. In questo mese si seminano le zucche ed i poponi d’ogni sorta. Tutti i fagiuoli si possono mettere passata la metà del mese. Al principio si seminano sedani, carote, se non si sono seminate in marzo, come pure finocchio dolce, citriuoli, ravanelli d’ogni specie e porri. Chi ha trapiantato i cavoli, faccia loro una buca al piede, e li governi collo spurgo de’ bottini. Questo è il mese in cui si piantano i cavoli cappucci ed i cavoli neri da inverno. Alla fine del mese si trapiantano sedani, ma gradatamente, cioè preferendo i grossi. È d’avvertire che le cose che seminansi passata la metà del mese, debbonsi porre in luoghi sempre meno battuti dal sole, affinchè non affrettino di troppo la maturità. Le patate poste alla metà del mese riescono benissimo. Si continua la piantagione delle fragole.
721. Maggio. —Ne’ paesi posti all’oriente d’Italia, si seminano varie sorta di cavoli, e si trapiantano i seminati d’aprile per l’inverno. Si piantano i cavolfiori, i porri, i sedani, e diverse qualità d’insalate. Da per tutto si pongono fagiuoli per raccoglierli in erba, cioè a dire col loro baccello verde, prima che sieno pervenuti a maturità (da noi Toscani detti allora fagiuolini).
Si seminano in piena terra zucche d’ogni sorta, poponi che desideransi avere più tardi, cocomeri (de’ quali si sarà seminata una porzione nel mese antecedente), pomidoro e peperoni. In questo mese l’ortolano deve avere sempre fra le mani il sarchiello. Gli inaffiamenti cominciati alla fine d’aprile, se esso fu secco, si rendono rari in maggio, quando sia piovoso; lo che però è di cattivo augurio per gli ortolani. Alla fine del mese alcuni seminano i cavoli tardivi. Si trapiantano a tramontana in solchi le lattughe di grossa specie, onde succedano alle già trasposte. E qui sarà bene l’avvertire a quanto richiede il trapiantamento in generale, cioè, doversi aver riguardo, più che al mese, alla forza delle pianticelle. Non sieno queste troppo giovani, ma neppure troppo avanzate. Agli ultimi di maggio seminansi le lattughe che si vogliono cogliere in luglio ed in agosto. Si trapiantano da alcuni i ravanelli che si destinano a semente. Si piantano pure le bietole per averne tardi; e finalmente si seminano i cardi.
722. Giugno. — Si spuntano, quando sieno cresciuti opportunamente, i gambi o gli steli dei poponi, cocomeri ed altre piante cucurbitacee. Si coglie il seme delle rape e di tutte le specie di cavoli quando sia ben maturo. Verso la metà di questo mese, si compiono in Lombardia le seminagioni delle varie specie di cavoli. Coloro che non si curano d’averne tutto l’anno, e che già seminarono i cavoli cappucci, aspettano verso il 25 a seminare cavolfiori, broccoli, cavoli verzotti, se non l’hanno fatto prima; e questi poi trapiantano quelle pianticelle che sono le più robuste. Anzi avvertono di non lasciarle venire troppo lunghe, perchè riescono gracili ed incapaci di produrre buone cime. Chi fa conto delle erbe odorose per adoperarle secche, cominci a coglierle alla fine del mese, e non aspetti che sieno già caduti ad esse i fiori. In questo mese si finisce di trapiantare ciò che non lo fu nel passato. Quando la fine del mese sia rinfrescata da qualche pioggia, si seminano le rape. In questo mese si raccolgono gli agli.
723. Luglio. — Alla prima acqua si seminano rape. Si cominciano a trapiantare i cavoli da inverno; si sarchiano e si rincalzano tutti gli ortaggi che ne abbisognano. Una gran parte di semente si raccoglie in questo mese. Si spiantano tutti i legumi, che è dannoso lasciare troppo in terra, dopo che il seme è maturo, giacchè diventano asilo d’insetti. Alla fine del mese si colgono sedani, seminansi carote, ravanelli, cipolle e simili. Si pianta lo zafferano. Si tagliano, si ripuliscono e rincalzano i carciofi, come pure le fragole: queste vogliono essere inaffiate se il tempo è secco. Si continuano a spuntare i poponi, la raccolta de’ quali comincia verso la fine del mese. Lo stesso dicasi di tutte le altre piante cucurbitacee. In questo mese o sul principio d’agosto, se prima non sia possibile, l’ortolano vanga quegli spazii che sono vuoti, onde piantarvi in autunno.
724. Agosto. — In questo mese si seminano spinaci ed ogni specie d’insalate da inverno. Si pianta l’indivia per averla presto. Passata la metà del mese, si seminano ramolacci, ed ogni sorta di ravanelli. Si trapiantano i sedani. Si cavano le cipolle.
725. Settembre. — Si fa la raccolta dello zafferano, cioè, lo stimma da porsi subito a seccare all’ombra. Si termina di seminare l’indivia. Si colgono le zucche da conservare nell’inverno, come pure i poponi. Si trapiantano i cavoli. Si seminano i piselli ne’ luoghi caldi, per averne o sul finire d’autunno od in primavera, garantendoli però co’ mezzi opportuni.
726. Ottobre . — In questo mese si fanno tutte le operazioni per imbianchire alcuni ortaggi. Seminansi la lattuga ed altri erbaggi che non si seminarono in settembre, massimamente per averne primizie. Si finisce di piantare i cavoli e l’indivia. Piantansi cipolline. Si propaga la salvia ed altre erbe odorose per mezzo de’ rami. Seminansi spinaci per averne a Natale. Si trapiantano sulla fine le rose. Si rincalzano i sedani; si legano i cardi, e si piegano o rincalzano i carciofi ed i cavoli. Si tagliano i fusti degli sparagi , i quali cominciano a ingiallire. Si piantano lungo i muri indivie e lattughe per l’inverno. Questo mese è buono per trapiantare le fragole, massime se è piovoso e dolce.
727. Novembre. — Se l’ottobre sia stato molto caldo, si faranno in novembre le faccende che dispongono l’orto per l’inverno. Si piantano carciofi. Si ripongono le radici di cicoria nelle cantine, per averne la cicoria bianca minutissima (vedi n. 729). Le sparagiaje si possono porre in questo mese. Si seminano fave, piselli, ed anche spinaci, se la stagione sia opportuna.
728. Dicembre. — In alcuni luoghi si sotterrano i cardi. Devesi, se il terreno è asciutto quanto basta, lavorare l’orto, affinchè il gelo possa bene sminuzzarlo: questa è cosa essenziale. Nella bassa Italia si piantano cipolle, cavoli da inverno, indivie e lattughe. Si piantano rape, ramolacci e ravanelli per semenze, e trapiantansi fragole, lavorando e tagliando ancora i canneti. Poche di queste operazioni si possono però fare nell’alta Italia, atteso il rigore della stagione. Del resto si fanno anche le operazioni prescritte pel gennajo.
Concludiamo coll’avvertire che questo calendario è un elenco di molte faccende necessarie da eseguirsi nell’orto; ma che s’ingannerebbe chi lo credesse esatto, e volesse pigliarlo alla lettera.