Don Carlo Morelli, il Dottor Fratti e Mauro Strassèr entrano dalla farmacia nella retrobottega: poco dopo da un uscio di fianco entra Demostene, in maniche di camicia e con un lungo grembiule bianco, portando un cesto di carbone.
Tutti depongono i mantelli, i cappelli sulle seggiole; chi appoggia l'ombrello, chi il bastone alle seggiole; si levano i grossi guanti di lana.
Frattanto entra Demostene e vuota mezzo il cestello del carbone sul braciere, lascia il cesto per terra accanto al braciere e passa per l'uscio a vetri, nella farmacia.
Tutti gli altri si avvicinano al braciere.
Fratti.
Il freddo, io lo soffro alle mani.
Strassèr.
Io, invece ai piedi.
Don Carlo sorridendo bonariamente e crollando leggermente il capo con un moto che gli è abituale.
Io alle mani, ai piedi e a tutto il resto!
ridono.
Fratti scherzando.
Siete vecchio, Don Carlo, e i vecchi, si sa, amano il caldo!
Don Carlo.
No, no! Io no! Secondo le stagioni. D'inverno amo stare al caldo, ma d'estate... al fresco!
ridono.