SCENA V.

Don Carlo Morelli, il Dottor Fratti e Mauro Strassèr entrano dalla farmacia nella retrobottega: poco dopo da un uscio di fianco entra Demostene, in maniche di camicia e con un lungo grembiule bianco, portando un cesto di carbone.

Tutti depongono i mantelli, i cappelli sulle seggiole; chi appoggia l'ombrello, chi il bastone alle seggiole; si levano i grossi guanti di lana.

Frattanto entra Demostene e vuota mezzo il cestello del carbone sul braciere, lascia il cesto per terra accanto al braciere e passa per l'uscio a vetri, nella farmacia.

Tutti gli altri si avvicinano al braciere.

Fratti.

Il freddo, io lo soffro alle mani.

Strassèr.

Io, invece ai piedi.

Don Carlo sorridendo bonariamente e crollando leggermente il capo con un moto che gli è abituale.

Io alle mani, ai piedi e a tutto il resto!

ridono.

Fratti scherzando.

Siete vecchio, Don Carlo, e i vecchi, si sa, amano il caldo!

Don Carlo.

No, no! Io no! Secondo le stagioni. D'inverno amo stare al caldo, ma d'estate... al fresco!

ridono.

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