SCENA VI.

Il signor Faustino e detti; poi la signora Giuditta.

Faustino entra, spazzola il tappeto che è già sul tavolo e prepara le carte e le pugliette per il giuoco.

Don Carlo aperta la scatola del tabacco, ne offre allo Strassèr.

È vostro compatriotta: rapè d'Ungheria!

Strassèr prendendo il tabacco e annusando.

A me, già, che volete?... L'idea di riprendere il nostro... sett'e mezzo, ancora qui, proprio qui, dopo l'arresto dell'Ansperti, mi pare...

Don Carlo crollando il capo e rimescolando la cenere con le molle.

Anche a me. Mi pare, forse un eccesso di astuzia!

Fratti.

E l'abbandonare improvvisamente la farmacia, non sarebbe stato invece, un eccesso di... ingenuità? Qui ci tengono d'occhio, ma lo sappiamo e abbiamo preso le nostre precauzioni!

Faustino.

E poi trovare un altro posto?... Quale?... Dove?

Fratti.

Qui siamo vecchi amici: siamo sempre venuti e, finchè la polizia ce lo permette, continueremo a venire.

Strassèr voltandosi dà un'occhiata sospettosa all'uscio che mette alle stanze superiori.

Però, stasera, aspetteremo almeno, a giuocare, che quell'altro...

vuol dire: che il Lamberti se ne sia andato.

Don Carlo chiamando Faustino.

Pst!... Faustino!

Faustino si avvicina.

Il conte Vitaliano è andato su dal signor Ansperti!

Fratti.

A che fare?

Faustino.

Non so. È stato qui più di un'ora a discorrer colla signora Giuditta!

Tutti si fissano come interrogandosi a vicenda.

Fratti.

Come... figlio di sua madre, non m'ispira molta fiducia!

Don Carlo scrollando il capo e sorridendo con bontà.

Con tutti i suoi milioni è un povero infelice!

Faustino.

Per sua moglie?

Don Carlo.

Credo, molto di più... per sua madre!

Strassèr.

Voi andate spesso a villa Lamberta?

Don Carlo.

Sì, dalla contessa giovine.

a Fratti.

Voi pure, dottore?

Fratti.

Mi fanno chiamare per le persone di servizio. Per i padroni, arriva il medico da Milano. Peccato! Curerei la vecchia tanto volentieri... con l'arsenico!

Strassèr.

Ma... anche la contessa giovine, pare, non è troppo molto buona con suo marito?

Don Carlo scrollando il capo, più forte.

Non saprei! - Io so... che è molto buona per i miei poveri!

Giuditta entrando.

Pronto, signor Faustino?

Faustino.

Prontissimo!

Giuditta con solennità e fermezza.

Vi annunzio, a nome del signor Giovanni, che abbiamo acquistato, da stasera in poi un nuovo compagno di giuoco: il conte Vitaliano Lamberti.

Il Fratti, lo Strassèr e Faustino fissano Giuditta serî, accigliati. Don Carlo, sorridendo, continua a frugare con la paletta nel braciere.

Giuditta.

Mio marito doveva condurlo qui, in mezzo a noi, il giorno stesso in cui fu arrestato. Ha offerto le prove più sicure a me, al signor Giovanni.

prorompendo.

È risoluto, pronto a dare tutto il suo danaro e tutto il suo sangue alla causa italiana!

Strassèr esitando.

Nessun dubbio, ma...

Fratti pronto.

Uno, uno solo. Era vostro marito che doveva presentarlo al comitato?

Giuditta.

Sì.

Fratti.

Sono tre mesi che Tito Ansperti è stato arrestato. Perchè il signor Conte si è risolto proprio stasera?

Giuditta.

Perchè ha una grave rivelazione da fare alla fratellanza, nell'interesse della causa e nostro. - Vi ripeto: io e mio suocero siamo pronti ad accoglierlo: voi volete respingerlo? Differire?

Fratti risoluto.

No.

Giuditta rivolgendosi a Strassèr e a Faustino.

E voi?

Strassèr e Faustino insieme.

No.

Giuditta va all'uscio che mette nelle stanze superiori e chiama:

Signor Giovanni!

rivolgendosi agli altri

Eccolo. Il conte Vitaliano è qui, col babbo!

a Faustino.

Demostene è stato avvertito?

Faustino.

Fa già la guardia. - Sente?

Si sente dalla farmacia il rumore che fa il mortaio nel quale viene pestato il caffè con un lungo bastone di ferro.

Giuditta va a chiudere l'uscio e le finestre che danno nella farmacia: dalle tendine non si distingueranno più le persone, ma si vedrà sempre la luce.

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