SCENA V.

La contessa Teresa, il Lamberti e detti.

Teresa vedendo Giacomino.

Si vergogni!

Giacomino rimane sempre a testa bassa.

Vergognatevi! Dieci mila svanziche! Altre dieci mila svanziche?... Non pago più niente! Sempre l'«ultima volta» e sempre da capo! Adesso basta e peggio per voi! Il giuoco, la disperazione di tante madri! E sapendo di darmi un grande dispiacere, un grande dolore! Siete cattivo e siete testardo. Tes-tardo! - Sì o no?

Giacomino accenna di sì col capo.

Teresa.

Come sì? - Difenditi rispondi! Che c'è di nuovo? - Su con quella testa!

vivamente.

Ti senti forse poco bene?

vede gli occhi di Giacomino gonfi di lacrime.

Sopratutto, lo sai, non voglio scene. L'uomo dev'essere sempre un uomo e quando ha perduto paga.

al Lamberti.

Gli darai le diecimila svanziche e gli dirai tu, tutto quello che gli volevo dir io, e che si merita! Tu Anna, vieni con me.

al Lamberti.

Gli farai ben considerare la sua e la nostra condizione. Non siamo banchieri e oggi, di ricchi, non ci sono che i banchieri! - E che sia l'ultima volta!

Giacomino.

Lo giuro!

Teresa.

Non giurare, mai!

Giacomino abbracciandola.

Sei buona! Sei un angelo!

Teresa.

Sta fermo!... Dissipatore, giuocatore e adesso anche seduttore!

ridendo.

Angelo!

gli dà uno schiaffettino.

A quest'ora, sai anche tu, come sono fatti gli angeli! Coi capelli biondi... o neri, non importa, ma hanno le guance di rosa, le labbra di corallo e gli occhi languidi!

Giacomino.

Il mio buon angelo sarai sempre tu!

Teresa fingendo di arrabbiarsi.

Finiscila!... Hai capito?... Andiamo, Anna!... Mi prende anche in giro!... Vero stupid... Vero stupidone!

esce ridendo seguita da Anna.

Share on Twitter Share on Facebook