VI.

FORZE DELLA TOSCANA E DEGLI STATI MINORI.

Usa a blando governo, la Toscana sino dal 1790 scioglieva il proprio esercito.

Parve in Firenze che il sapere, le lettere, l'opulenza, i commerci, bastassero alla sicurezza dello Stato, e che, avuta una gendarmeria, ogni altra forza armata fosse superflua.

Sì; fu l'Austria (oh degli eventi antiveder bugiardo!) che impose alla Casa di Lorena di tenere [95] 6000 ausiliari, perchè non fosse turbato l'equilibrio italico.

L'Austria mirava con ciò a costituirsi una specie di avanguardia nella Penisola, avanguardia che la Toscana seppe ridurre a 4000 nomini, tratti da clementi spuri e dal discolato.

Avevansi armi a pietra focaia ed a percussione. Eppure, da così misera matrice, il soffio d'una potente idealità trasse parte di quei soldati, che dovevano nobilmente morire per la patria.

Ai primi sintomi della guerra, mentre il Granduca vi scorgeva una buona occasione per arrotondare i suoi domini a spese del Parmigiano e del Modenese, ed adunava a tale intento le sue truppe, nella gioventù toscana facevasi manifesta la necessità di ricorrere alle armi, per uno scopo ben più vasto e più degno.

Da ciò la costituzione di quei battaglioni volontari che immortalarono i campi di Curtatone e Montanara, malgrado tutte le moine fatte dal Governo per indurre i giovani a più miti consigli, e a non abbandonare gli studi e le comodità della vita cittadina.

Il primo duce delle schiere toscane fu il generale D'Arco Ferrari, opportunamente sostituito in seguito dal De Laugier. [96] Sul principio del '48 l'esercito Estense, era in ragione dei tempi e dell'ampiezza del modenese, molto forte: componevasi di 2400 uomini, soldati di professione, privilegiati e sostegno principale del Duca.

Cambiato governo, sciolto l'esercito, il modenese inviò un battaglione di volontari sul Po, sotto il comando del maggior Ludovico Fontana, che si diportò assai bene a Governolo.

Da Parma e Piacenza partì un battaglione di circa 1000 uomini, comandato da Francesco Pettinati, che in unione all'esercito piemontese combattè con molta lode verso Verona.

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