I.

Sì, ma intanto bisogna studiare per farsi prete. La zia non gli ha lasciato, morendo, che una materassa a sua scelta: avrà una rendita annua per una messa quotidiana, se continuerà da chierico gli studii e diverrà sacerdote.

Si può esser certi che vocazione non ci fu: troppo il Parini carezzò poi sempre nel pensiero le pure gioie della famiglia; troppo, quasi a compensarsi di tanta mancanza, indulse a sè stesso per l'ammirazione della bellezza e per l'amore. Ne' suoi versi è quasi continuo il rimpianto, sia pure che la volontà lo freni dallo svelarsi direttamente, e la grazia delle immagini e dello stile faccia apparire sorriso quel che fu sospiro. Prete per vocazione chi canta i “baldanzosi fianchi - delle ardite villane - e il bel volto giocondo - fra il bruno e il rubicondo?„ Chi lo svegliarsi degli sposi la mattina dopo le nozze, narra con tanta dolcezza? “Quando sorge la mattina a destar l'aura amorosa - il bel volto della sposa - si comincia a vagheggiar. - Bel vederla in su le piume - riposarsi al nostro fianco, - l'un de' bracci nudo e bianco - distendendo sul [282] guancial; - e il bel crine oltra il costume - scorrer libero e negletto, - e velarle il giovin petto - che va e viene all'onda egual.„ Prete per vocazione chi, da vecchio, per timore che gli altri non lo beffeggino, confessa ironico contro sè stesso il suo male, e se ne vanta insieme; mal d'amore per le braccia rotonde e rosee, e non per le braccia sole, della Cecilia Tron? o per le labbra tumide e le delicate forme “che mal può la dovizia - dell'ondeggiante al piè veste coprir„ della contessina di Castelbarco? Del resto, degli amori suoi abbiamo testimonianze più precise, perfino da lettere dove il cuore gli sanguinò in penosi contrasti e in sospetti gelosi. Ma subito aggiungo che nella corruzione de' tempi egli parve, anche a quelli che lo sapevano fragile, non macchiato da turpitudini; che dell'arte si valse, quando confessò gli amori senili, non a lenocinio, sì a diletto e conforto. Marito e padre sarebbe stato, non è dubbio, più puro; scandalo non diede mai neppur quando mal seppe resistere all'indole amorosa.

Come un tempo aveva sognate le nozze!

Era gioconda immagine

Di nostra mente un dì fresca donzella

Allor che, con la tenera

Madre abbracciata o la minor sorella,

Sopra la soglia de' paterni tetti,

Divideva gli affetti;

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E rigando di lagrime

Le gote che al color giugnean natio

Bel color di modestia,

Novo di sè facea nascer desio

Nel troppo già per lei fervido petto

Del caro giovinetto,

Che con frequente tremito

De la sua mano a lei la man premendo

La guardava sollecito,

Sin che poi vinta lo venia seguendo,

Ben che volgesse ancor gli occhi dolenti

A gli amati parenti.

E qui l'ode, avviata dal Parini cinquantenne, rimase in tronco: quel giovine marito non era lui, quale tanti anni innanzi s'era forse veduto per un istante con la fantasia accesa da un primo amore? Fantasia che, destinato prete, cacciò, invocando l'aiuto divino per vincere il doloroso contrasto, le tentazioni pericolose.

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