Mcclxxxvij.

Del mese di giungno Guilglelmino vescovo d'Arezzo, chon Ubertini e Pazzi di Valdarno e con Bonconte filgluolo del conte Guido di Montefeltro, chon Uberti e Lanberti ed altri sbanditi di Firenze, di notte tenpora, entraro del mese di giungno inn Arezzo, e cacciaro fuori tutti i Guelfi. E pocho stante Prizzivalli vicario dello 'nperio della Mangna tornò inn Arezzo, e quivi aunò gran quantitade di chavalieri a soldo, e facea, guerra in Firenze ed algli altri Toscani ke Parte guelfa reggea.

In questo anno e nel decto mese di iunio Carlo Martello e Ruberto conte d'Artese fecero una grande armata di galee per passare in Cicilia, e di ciò fecero capitano d'alquante il nobile chavaliere messer Renaldo Avelli di Pulgla, per passare in Cicilia. Onde don Giacomo re di Cecilia per possedimento, filgluolo del re Piero d'Aragona, sentendo la sua venuta, e che non prendesse terra, con sua gente per forza il fece levare dell'isola con dalmagio di lui. Avenne ke 'l die di san Giovanni proximo vinente, Carlo Martello si mosse del porto di Napoli per passare in Cicilia, dov'era capitano il conte Guido di Monforte, el filgluolo del conte di Fiandra, el conte di Brennai, ed amiralglo messer Aringhino da Mmare, nato di Genova, il quale avea lx galee bene fornite; e in quelo dí medesimo, apresso a Nnapoli a vj milgla, intopparsi coll'armata del re Giacomo, dov'era amiralglo messer Rugieri di Loria di Calavra, huomo benaventurato; e quivi fecero una dura ed asspra battalgla. Finalmente Carlo Martello, filgluolo del re Carlo secondo, fu preso aprigione co' sotii, e fu sconfitto; dove molta nobile gente fu morta e presa. E decti capitani vi fuoro presi: salvo ke messer Aringhino da Mare si partio, e non volle conbattere, sano e salvo con tutte le sue galee.

Share on Twitter Share on Facebook